“Nereide” è l’EP d’esordio dei Nereide, composto da quattro tracce. Due di queste sono strumentali, e compongono apertura e chiusura di questo lavoro. Ognuno dei brani possiede un’anima propria, un impulso di vita a sé stante. Sembrano parlare ciascuno un linguaggio diverso, pur non differenziandosi troppo l’uno dall’altro.
Il primo, “Mindful”, si apre con il suono delle onde del mare, seguite da una breve introduzione quasi parlata del cantante Roberto Spels. Il resto della traccia è un ripetersi di accordi di chitarra a tratti martellanti, che scandiscono il ritmo di un mantra. Nel secondo brano, “The Wave”, la voce di Spels si fa protagonista. E si trasforma in un sussurro che sembra provenire dalle viscere della terra. O dallo strato più profondo dell’inconscio.
Il cantato di Spels mi ha ricordato vagamente quello di Dani Filth, frontman della band symphonic black metal Cradle of Filth, sebbene sia scevro dell’aggressività tipica del cantautore britannico.
Il terzo brano, “Surmise”, ci mostra invece proprio il lato più aggressivo dei Nereide, con la voce di Spels che passa prepotentemente al growl e la batteria che si fa più incalzante.
L’ultimo brano, “Polars”, chiude l’EP con un cerchio. Strumentale come il primo, si differenzia da “Mindful” per le sonorità più irruente e impetuose. Quello che mi ha colpito maggiormente delle tracce di questo EP è che tutte sembrano finire all’improvviso, come sul punto di dire qualcosa che invece resta taciuto.
Ha tutta l’aria di essere una scelta ponderata, come se i Nereide avessero voluto soltanto stuzzicarci con le loro canzoni, senza effettivamente soddisfare del tutto la nostra curiosità. L’EP resta comunque un buon esempio di post metal italiano, malgrado i testi in inglese non lascino trasparire la provenienza della band.
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NEREIDE
Nereide
12 maggio 2018
Karma Conspiracy Records
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