Noi di Music.it siamo qui con Normal, pseudonimo della giovane Jessica Passilongo. Iniziamo questa intervista raccontando ai nostri lettori un’esperienza divertente che hai vissuto come artista!
Credo che le esperienze più divertenti succedano prima e durante la registrazione dei videoclip; con il team giusto c’è una carica pazzesca e ci si diverte anche parecchio. Quando dovevamo pensare al materiale da recuperare per “Helium” ad esempio, il regista ha avuto “l’idea malsana” (testuali parole) di volermi mettere la testa dentro ad una bolla. Io non capivo all’inizio, ed ero molto titubante, ma lui è stato così insistente che ho accettato. Con la paura che in video sarei sembrata un palombaro con la testa deformata dalla curva del vetro, sono dovuta andare in un negozio a prendere questa fantomatica boccia per pesci.
Immagino l’imbarazzo!
Mentre ero al negozio, non contento di avermi convinta, il regista ha infierito chiedendomi anche di mettermela in testa e di mandargli la foto per vedere l’effetto che faceva. Io non so cos’abbia pensato la gente vedendomi con una boccia in testa a farmi i selfie. Io di certo avrei voluto sprofondare sotto terra, portandomi dietro il regista, ma almeno ne è valsa la pena. Alla fine aveva ragione lui, mi tocca ammetterlo….
È uscito il 4 ottobre il tuo ultimo singolo, “Helium”. Il pezzo inizia con parole di rassegnazione verso la nostra società per poi colorirsi di voglia di riscatto e positività. In quale stato d’animo ti riconosci di più?
Il vero messaggio di questo brano è proprio quello di credere in sé stessi. Nonostante, a volte, il mondo e la nostra razionalità ci facciano pensare che valiamo poco, che siamo solo un piccolo puntino nell’universo. Questo tipo di riflessione sulla nostra realtà sia sociale sia esistenziale non deve portare infatti alla rassegnazione, ma all’accettazione di ciò che non si può proprio cambiare, unita alla determinazione di cambiare invece ciò che è possibile modificare. Lavorare su noi stessi, incitarci a non mollare e a inseguire i nostri sogni è fondamentale per arrivare alla felicità e alla libertà. Questo è il vero messaggio che voglio mandare attraverso questo brano e spero di riuscire, nel mio piccolo, a far arrivare alle persone che lo ascoltano tutta la carica e la determinazione che ho cercato di esprimere in “Helium”.
Cosa ti spinge a scegliere di cantare in inglese? Sogni di varcare presto i confini nazionali?
Fin da quando ho iniziato a comporre, l’ho sempre fatto in lingua inglese. Sono sempre stata affascinata dalla musica internazionale e, avendola ascoltata sempre molto, ho assorbito alcuni meccanismi compositivi che rendono la mia musica molto ritmica. L’inglese, essendo appunto una lingua più ritmica, si adatta meglio alle mie melodie. Ho iniziato solo recentemente ad approcciarmi alla scrittura in lingua italiana perché non mi sentivo completa come artista. Sentivo che mancava una parte importante della mia identità. Perciò, pubblicando un singolo in entrambe le lingue, ho cercato di mostrare la mia versatilità e la mia personalità artistica nella maniera più completa possibile. Il sogno di varcare i confini nazionali è sempre presente, ma per ora l’aspetto che è più importante per me è solamente quello di non avere vincoli espressivi.
Quale pensi sia l’ostacolo più grande che incontrano i ragazzi che, come te, vogliono fare musica?
Il mondo della musica oggi sta cambiando moltissimo, è in rivoluzione. Come in ogni momento di innovazione, vi sono aspetti positivi e negativi, che però possono lasciare l’artista in balia di un mondo che non ha più delle regole chiare e che presuppone che egli sia a volte più che artista, tutt’altro (un bravo influencer, un promotore di sé stesso, un personaggio….). Credo perciò che uno degli ostacoli maggiori per i giovani artisti sia quello di comprendere i meccanismi di questo nuovo scenario, per poi capire come muoversi efficacemente nell’industria musicale. Uno dei rischi inoltre in cui ci si può imbattere oggi proprio per questo motivo, soprattutto all’inizio della propria carriera, è quello di creare musica cercando di imitare gli altri e pensando solamente alla vendibilità del prodotto. Spesso si punta tutto sulla moda e sull’immagine, snaturando la propria anima e risultando poco credibili.
Se dovessi immaginarti una collaborazione, quali sono i primi nomi che ti verrebbero in mente?
Uno degli artisti del panorama italiano con cui vorrei collaborare in un duetto è Mahmood, perché ha una voce molto particolare e ha un sound che credo si possa amalgamare bene con il mio. Nel panorama estero invece, per gli stessi motivi, per me sarebbe un onore collaborare con Sam Smith.
Hai un sogno nel cassetto? Condividilo con noi!
Il mio sogno è quello crescere come artista, arrivando magari a fare tournée in tutta Italia, e perché no, se devo sognare in grande anche nel mondo. Inoltre il mio sogno è quello di passare più tempo possibile a comporre e registrare le mie canzoni, perché quando sono in studio di registrazione sento di essere esattamente dove dovrei e trovo una felicità e pace indescrivibili.
La nostra chiacchiera termina qui, riempi le ultime righe come vuoi! Ciao!
Vorrei ringraziarvi tanto e dire ai giovani musicisti di non arrendersi mai, ma di seguire le proprie passioni con costanza, umiltà e dedizione, studiando e arricchendosi il più possibile.