Benvenuti Orca tra le nostre pagine. Togliamo ogni indugio e iniziamo subito col chiedervi qualcosa di vostro da raccontarci, che non troveremmo nelle biografie ufficiali.
Combattiamo ogni istante, ogni prova, ogni live, ogni video, con la sensazione di dover andare oltre, di ibridare maggiormente i generi, i ritmi, gli ambienti sonori. Trasformare ogni istante il nostro concetto di musica, mettere un intero mondo dentro ogni canzone è quello che cerchiamo di fare in ogni nostro progetto.
“Estinzione” è un album forte, che arriva come un pugno in faccia costringendoci a un viaggio all’interno delle nostre coscienze. Come si elabora un percorso di questo tipo senza rimanerne incastrati?
Non si elabora. Se si rimane incastrati abbiamo ottenuto il massimo di ciò che cerchiamo. Le nostre esperienze quotidiane ci portano a pensare che la coscienza e l’Io interiore siano ormai considerati materiale obsoleto, fuori moda, nulla più di un vezzo intellettuale. Niente di più sbagliato: l’essere umano è profondamente deviato, pericoloso, instabile ed egoista. Senza una coscienza forte ed abituata all’autoanalisi arriva inevitabilmente a distruggere ciò che lo circonda.
Lo definireste un album pessimista?
Lo definiamo un album realista. Se l’uomo non esistesse la terra sarebbe in equilibrio prefetto.
Dai testi e da alcuni movimenti musicali mi sono balenati in mente i Verdena e Il Teatro Degli Orrori. Mi sbaglio?
Sono band che lavorano con i loro testi e con i loro suoni sulla coscienza umana, senza cercare scappatoie né alleggerimenti. Il pubblico è libero di sentire ciò che vuole nella nostra musica. Ma è un grande complimento citare due tra i pochi artisti italiani che hanno scelto di non scendere a compromessi.
Il vostro genere non si esaurisce nel classico rock alternativo italiano, ma si muove su più piani, passando anche per il metal e l’elettronica. Quali sono i vostri artisti internazionali di riferimento?
The Bug, Tool, Boris, Jesu, Mike Patton, Vatican Shadow, Mogwai, Envy, Russian Circles, Amenra.
Come vi ponete nei confronti di un pubblico italiano ormai assuefatto ai talent show e all’indie-pop, così tanto lontani da voi per tematiche e impianti sonori?
Suoniamo, stiamo meglio quando lo facciamo, condividiamo la nostra esperienza e conosciamo grandi persone. Per il resto le lamentele sono inutili. Siamo consapevoli di essere molto lontani sia dal concetto di musica del momento che dal grande pubblico.
È davvero l’estinzione che augurate al genere umano o è più una provocazione?
Noi non auguriamo nulla. L’approccio del disco è quasi scientifico: le conseguenze del modo di vivere attuale sono l’estinzione emotiva, psicologica e infine fisica.
Orca, utilizzate l’ultima domanda come uno spazio libero da riempire con ciò che volete.
Se non sei pronto ad ammettere agli altri, neppure in via ipotetica, che la maggior parte delle cose che immagini contengano qualcosa di terribile,allora non puoi ammetterlo neanche a te stesso. Ciò che pensi prima o poi rischi di farlo. Dovresti rallentare, fermarti, riaprirti e mettere tutto costantemente in discussione.