LAURA PESCATORI ci conduce nel rock al femminile con RIOT NOT QUIET (Libro)
La scrittrice e speaker Laura Pescatori, autrice della raccolta “Riot Not Quiet”.

LAURA PESCATORI ci conduce nel rock al femminile con RIOT NOT QUIET (Libro)

La prima volta che ascoltai “Non sono una signora” di Loredana Bertè ero poco più che una poppante. Saccheggiando la memoria, rintraccio in quel brano la ragione che mi ha avvicinata seriamente alla musica. Per lo spirito e il beat, la potenza e quella voce meravigliosa. Capivo poco e niente del testo. Del resto, sapevo appena parlare. Perché ve lo racconto? Perché lo sto raccontando anche a me stessa. E non ve lo risparmio, dal momento che leggerete non di un disco, ma di un volume che raccoglie 365 nomi di artiste della musica. Tutte donne provenienti dall’immenso tempio del rock, in cui ognuna ha eretto un preziosissimo altare. Chi con la voce, chi con le dita, chi con le gambe, chi con le braccia. Tutte con il cuore, accomunate dallo Spirito di chi sa che “la guerra non è mai finita”.

Laura Pescatori è autrice e attivista all’interno di una delle poche realtà radiofoniche in FM (ma che vanno anche in streaming sul web) che sono ancora libere, indipendenti e antagoniste: Radio Onda D’urto. Da Brescia Laura Pescatori conduce da circa otto anni la trasmissione “Rebel Girl”, in cui racconta la musica suonata e cantata dalle donne. Quelle che attraverso la musica hanno denunciato il patriarcato, la violenza di genere e il vuoto dell’ottusità che vige dietro questa mostruosità socio-culturale e politica. In due parole: riot grrrl. Ovvero il movimento/fulcro femminista sotterraneo e prettamente punk, che fu la ribellione tutta femmina e cazzuta sorta ad Olympia, nel Washington State (U.S.A.) nei primi ’90 e che appassiona Laura Pescatori. Un movimento che fece innamorare anche Kurt Cobain e che fu pioneristico riguardo la lotta femminista nell’ambiente musicale punk hardcore.

“Riot not quiet – 365 giorni di Rock al femminile” è un contenitore di quelle che Laura Pescatori chiama pillole.

Ebbene, è da questa trasmissione, dalla passione per questa musica, dalla sensibilità e coscienza politica di Laura Pescatori che l’idea del volume ha preso vita.
“Riot not quiet – 365 giorni di Rock al femminile” è una sorta di calendario e contenitore di quelle che l’autrice chiama pillole. Notizie, curiosità, informazioni e ricorrenze che gravitano attorno a ciascuna delle valchirie che popola il volume. Pillola per pillola, giorno dopo giorno, femmina dopo femmina, Laura Pescatori regala nozioni d’immediata ricezione, culminanti tutte col titolo di una canzone.
Una trovata d’impatto e funzionale quella di rendere interattiva la fruizione di “Riot not quiet – 365 giorni di Rock al femminile”. Perché lo spunto nozionistico può essere immediatamente colmato da una risposta emotiva o comunque volta al coinvolgimento sensoriale del lettore. E poi perché, così facendo – presentando un’artista più o meno conosciuta e una sua canzone – l’intento culturale che anima il lavoro è fulfilled.

Perché musica è cultura e ognuna di quelle pillole, nel complesso dell’intero pacchetto, funge da lucina che, illuminandosi, inizia a diradare il buio gretto dell’ignoranza. Giorno dopo giorno, una lampadina alla volta.
Edito per Chinaski Edizioni, “Riot not quiet – 365 giorni di Rock al femminile” si trova in libreria e nelle principali piattaforme digitali. Costa 15 euro. Se proprio non li avete, io ve l’ho detto: Laura Pescatori fa radio.
Detto ciò, vorrei lasciarvi con un invito ispirato da alcune righe dalla giornalista Francesca Romana Elisei.

“Che si trovi il coraggio di abbattere quella parte più comoda e pigra di noi stessi. Che si lotti contro chi ci vuole abili surfisti dell’attualità, propensi al minimo sporcarsi le mani, al non approfondire, al non consumare la suola delle scarpe. Insomma: che viva in ciascuna e ciascuno di noi quello spirito riot che è la miccia della curiosità. È per questo che sceglie. Per questo, pe(n)sa diverso”.