CANTO, la nuova realtà di MARCELLO ALLULLI E GIOVANNI CECCARELLI
Marcello Allulli e Giovanni Ceccarelli in uno scatto promozionale.
Marcello Allulli e Giovanni Ceccarelli in uno scatto promozionale.

CANTO, la nuova realtà di MARCELLO ALLULLI E GIOVANNI CECCARELLI

“Canto” disorienta, confonde, coinvolge e trascina. Questo è l’effetto del nuovo album del sassofonista Marcello Allulli e il pianista Giovanni Ceccarelli, presentato il 17 giugno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Due musicisti, esploratori di emozioni e di atmosfere, raccontano le proprie esperienze attraverso la loro musica, in un viaggio transnazionale ed immersivo.

Una performance unica in un luogo già adibito alla bellezza che, in questo caso, non basta ammirare con gli occhi: coinvolge tutti i sensi. Il pubblico che ha circondato il duo durante l’esibizione era entusiasta nel vedere come la musica si fondeva con le opere pittoriche sullo sfondo, un po’ come se prendessero vita. La musica non si può toccare, ne vedere, eppure trasporta in posti lontani dalla nostra realtà; fa vedere ciò che l’occhio ignora e fa sentire molto di più di quello che l’orecchio può percepire.

Un luogo inusuale per assistere ad un concerto, ma perfetto per “Canto”, otto brani, dalle diverse sfumature che guardano oltre i confini, ampliano i propri orizzonti. Come una barca in mezzo al mare, che freme in balia dei venti, l’ascoltatore viene dolcemente trasportato dalle onde sonore. Questo è ciò che è arrivato nell’ascolto del soave e malinconico brano “Una serata sbagliata/amuleto”, che vede anche la presenza del violoncellista Alessandro Muller.

Marcello Allulli e Giovanni Ceccarelli, due esploratori di emozioni che danno vita a “Canto”, una personale e variegata esperienza sonora.

Un’atmosfera che sfiora la magia, una storia raccontata da Marcello Allulli con il suo sax e dal pianista Giovanni Ceccarelli, quella di “Edele”. Nessuna parola, ciascun ascoltatore è stato libero di poter fare il proprio viaggio, di ascoltare la propria storia. “Canto” è anche sperimentazione e ricerca: il pianista nel brano “Namibia” ha giocato con il suo strumento, usato come percussione, e richiamato suoni e ritmi dal sapore africano. Così come anche il coinvolgente “Damasco”, che rievoca sonorità medio-orientali, nel ricordo di un Paese martoriato dalla guerra.

Una pluralità di suoni e di colori, un viaggio reso possibile soprattutto attraverso l’interazione che si è creata tra i musicisti ed il pubblico. Marcello Allulli e Giovanni Ceccarelli sono riusciti a catturare l’attenzione di un pubblico di visitatori e condurli, tutti sulla stessa barca, alla scoperta di terre lontane. All’immancabile richiesta del bis, i due musicisti hanno risposto con “Canzone per il maestro”, brano composto dallo stesso sassofonista.

Incredibile come, pur essendo circondati da persone, l’essenzialità e la perfezione nel suono dei singoli strumenti sembrano avvolgere e isolare dalla realtà chi l’ascolta. L’album “Canto” è un’esperienza personale e soggettiva che Marcello Allulli e Giovanni Ceccarelli hanno regalato a ciascun ascoltatore, per poter farla propria.