PAMELA D'AMICO: "È un onore condurre la storica trasmissione Rai BRASIL"
Pamela D'Amico in uno scatto promozionale.
Pamela D'Amico in uno scatto promozionale.

PAMELA D’AMICO: “È un onore condurre la storica trasmissione Rai BRASIL”

Ciao Pamela D’Amico! Raccontaci qualche episodio divertente legato alla tua carriera. Noi di Music.it iniziamo le nostre interviste con un sorriso d’apertura.

Ciao a tutta la redazione di Music.it! La cosa più divertente è accaduta ad un mio live di musica brasiliana. Ai saluti post concerto, una donna nel pubblico molto appassionata all’ascolto, con tutta sicurezza mi dice: “Che meraviglia la bossanova, io ho sempre adorato la lingua… spagnola!”. Ed io ho risposto al microfono: “Anche io adoro la musica spagnola… peccato non averla cantata stasera!”. Momento epico, i colori del viso della signora credo abbiano attraversato tutte le sfumature del rosso (ride, ndr).

Il 19 settembre 2020 è uscita la tua versione italo brasiliana di “La notte”, celebre canzone di Arisa. L’idea di mischiare lingua italiana e portoghese ti è venuta in mente al primo ascolto?

L’alchimia che si crea tra la lingua italiana e portoghese ha qualcosa di magico, e moltissimi brani italiani in Brasile hanno riscosso un enorme successo, tra cui “La Notte”. Sono anni che mi diverto ad adattare brani brasiliani in italiano e il contrario e il risultato è sempre sorprendente… La lingua portoghese ti accarezza, ti tocca l’anima… A “Radio2 Brasil”, appunto, ho la responsabilità e l’immenso onore di riproporre anche tutti i brani brasiliani che hanno avuto enorme successo in Italia attraverso le grandi voci di Mina, Ornella Vanoni, Sergio Endrigo, Fiorella Mannoia.

Un esempio?

Ad esempio il brano di Chico Buarque dal titolo originale “A Banda“ portato al successo in Italia da Mina, “La Banda“. È stato un divertimento per me creare nei testi il giusto mix tra italiano e portoghese e li ho cantati rigorosamente tutti in due lingue! Piccola curiosità: sono stata la prima in Italia a riproporre tutto questo repertorio in due lingue… un bel lavoro impegnativo e favoloso, mi sono divertita tantissimo!

Il viaggio fa parte della tua stessa personalità. Fra l’Abruzzo e Salvador de Bahia, da Berlino fino in Russia, hai vissuto tante vite diverse. Musicalmente, quanto ha influito sulla tua personalità artistica questo lungo girovagare?

Dico sempre che ogni viaggio mi ha cambiato: il fatto stesso di partire, e farlo con l’obiettivo di muovere le emozioni attraverso la mia voce, è stato sempre motivo di grande eccitazione. Musicalmente ho assorbito ad ogni viaggio tutto quello che ho potuto: le percussioni brasiliane le ho studiate a Bahia in Brasile; in Russia e in Armenia ho imparato a cantare in queste due difficili lingue; l’electro-brazil l’ho scoperta e suonata a Berlino… e amo moltissimo anche la musica popolare, i dialetti le sfumature che esistono agli angoli del Pianeta che puoi cogliere soltanto andando e vivendo con e attraverso gli occhi dei popoli.

Studio delle tecnica e viaggi: un mix per essere artisti?

Le strade, gli odori, la gente sono tutte vitamine nutrienti insostituibili per chi fa l’artista nella vita… ho sempre cercato di unire lo studio sui libri e nelle scuole con i viaggi e le jam session! Devo tutto al mio coraggio di partire e alla curiosità di scoprire gente, lingue, luoghi, e tradizioni: la contaminazione è il dono più grande che ho ereditato dal Brasile che, come tutti sanno, è un mix di tantissime razze. Diciamo che l’apertura al mondo mi gira nelle vene… Il viaggio più bello? Quello dentro di me mentre canto… lì posso toccare davvero altri mondi!

Da agosto conduci su Radio RAI 2 “Brasil” insieme a Max De Tomassi. In un solo colpo hai confluito amore per la cultura brasiliana e il divertimento di fare radio. Raccontaci di questa esperienza.

Per me l’approdo migliore dopo anni di lavoro e impegno nella cultura brasiliana, trovarmi a condurre la storica trasmissione Rai: “Brasil” è un riconoscimento di cui vado davvero fiera! L’apertura dell’azienda Rai al mondo brasiliano mi ha entusiasmato ed essere chiamata a rappresentare l’unione tra l’Italia e il Brasile mi ha onorato tantissimo! Con Max de Tomassi, storico conduttore Rai, abbiamo creato una squadra ad Asiago davvero vincente. “Brasil” è un gioiellino di cui andare fieri!

Un’esperienza che ti entusiasma…

Ho imparato a godermi il viaggio, non solo la partenza e l’arrivo, ma ogni attimo di ogni puntata, di ogni notte spesa a prepararla, di ogni nota cantata in diretta, di ogni risata. Ho imparato a godermi l’emozione nata con le nostre interviste ai grandi artisti che rappresentano l’Italia e il Brasile: Bungaro, Mario Biondi, Mario Venuti, la giovane Gaia Gozzi fino ad arrivare all’immenso Caetano Veloso. E il cammino è ancora lungo… io quando sono davanti ad un microfono e ad un pubblico sono davvero me stessa e trovo naturale parlare, presentare e cantare. Proprio come un viaggio, è bello perché non sai cosa accadrà dopo o domani, e il bello è proprio questo! Questo lavoro è un’avventura continua…

A proposito della giovane Gaia Gozzi, ti piacerebbe realizzare un brano con lei?

La dolcissima Gaia Gozzi l’abbiamo intervistata a “Radio2 Brasil”: lei mi piace molto, la trovo vera e piena di talento. Le ho detto poi in privato una frase che mi è uscita spontanea: “andiamo avanti così Gaia, stiamo cambiando la storia brasiliana in Italia!” Quindi la risposta è certo, chissà che non ci sia già in cantiere una di queste sorprese… io sono una sempre in movimento e soprattutto innamorata delle collaborazioni!

Spazi dalla radio, la tv, il cinema e la musica. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Amo esprimere me stessa in tutte le forme d’arte, sicuramente il canto è la mia vibrazione originale, e la conduzione è nelle mie corde: canto e conduzione insieme sono le due attività che mi hanno dato più soddisfazione! Mi sento molto camaleontica e il fuoco del mio segno Sagittario mi spinge a mettermi sempre in gioco. Sto scrivendo canzoni nuove, sono chiusa in studio a scrivere, suonare e registrare e sto lavorando all’uscita di un nuovo disco ma è l’unica cosa che posso dire… Intanto su tutte le piattaforme è uscito il mio secondo singolo in due lingue “La mia storia tra le dita“ di Gianluca Grignani, e a breve ci sarà anche un terzo: “Detalhes” di Roberto Carlos cantata a metà tra la sua e la versione di Ornella Vanoni “Dettagli”.

Spazio alle novità insomma!

Mi avete visto fare tutto: cantare, recitare, condurre, e non mi avete mai visto ballare! Magari una trasmissione dove cimentarmi nel canto e ballo sarebbe una nuova sfida e un nuovo stimolo per me… perché no! Penso che non mi farebbe paura il ballo… sono mezza brasiliana!

Chi meglio di te può spiegare e definire il significato del termine “saudade”. Un misto tra nostalgia e malinconia?

La saudade brasiliana in realtà è intraducibile nel suo significato profondo, ed è una parola un po’ abusata. Consiglio a tutti, quando sarà possibile, di andare in Brasile e “sentire“ con la propria pelle e con il cuore, il profumo di questa “saudade“… È la nostalgia per la mancanza di qualcuno, ma sempre con la speranza di un nuovo sorriso e un nuovo sole. Infatti tutti sanno che i brasiliani sono un popolo allegro e gioioso ma pieno di contrasti emotivi che nutrono poi la musica sempre così densa di emozioni profonde. Io ho un rispetto reverenziale nei confronti della saudade perché questa rappresenta l’anima stessa di un popolo che mi appartiene profondamente e ispira la mia arte.

Saudade come sentimento presente e quotidiano…

Io metto saudade in ogni nota, in ogni respiro e mi nutro delle persone che amo e anche della loro assenza. Assenza che fa nascere la poesia viscerale dei testi e le interpretazioni sentite e vissute. Metto tutte le mie emozioni dentro la musica. A dirla con le parole del grande poeta Vinicius de Moraes «ma se vuoi dare a un samba la bellezza, hai bisogno di un poco di tristezza sennò non è bello un samba, no…“…  “Samba è la tristezza fatta danza, tristezza che ha sempre la speranza di non essere triste prima o poi” … “una donna deve avere qualcosa in più della bellezza , qualcosa che piange, qualcosa che ha malinconia»…

È strano pensare che parliamo del popolo più allegro della Terra! Ecco, appunto, senza tristezza non può esistere allegria: samba è tristezza, gioia e speranza. È imparare a danzare sotto la pioggia.

Bene, la nostra intervista è terminata. Puoi usare questo spazio finale per salutare il nostro pubblico e fare qualche domanda.

Saluto tutta la redazione di Music.it. Ringrazio il mio ufficio stampa Tommaso Martinelli, tutto il pubblico e.. vi chiedo: che emozione vi suscita la musica brasiliana? Avete anche voi un mix di allegria e tristezza nella vostra vita? Forse questo Paese verde oro oltre l’Oceano Atlantico ha in comune con noi molto più di quello che pensiamo… seguitemi e ve lo farò scoprire!