Si sa, a volte il successo porta anche critiche poco costruttive e fatte senza alcuna ragione o senso di esistere. È il caso di Simone Pillon, che si è lasciato andare in commenti assurdi nei confronti dell’abbigliamento della band romana. Commenti che perdono di significato sotto ogni punto di vista e che servono su un piatto d’argento la risposta secca ed elegante dei Måneskin.
Infatti direttamente dalla pagina Facebook del politico leghista parte la critica:
«Mi piacerebbe sapere quanta carriera potrebbe fare una band che si ispirasse alle radici cristiane d’Europa, o che inneggiasse alla difesa della vita dal concepimento o che prendesse a tema la lotta alla droga»
Simone Pillon
Ma se il commento si fosse limitato a questo, che già di per se risulta assurdo, forse saremmo potuti andare oltre senza dare adito alla faccenda. Pensare che nel 2021 ci si ritrovi ancora a fare commenti simili è quasi una regressione al medioevo, ma infondo siamo quel paese d’Europa che ha bocciato il ddl Zan, quello che, per citare Fedez, alla recita del parlamento Europeo, interpreta il cespuglio. Ma, come detto poco fa, avremmo potuto limitarci a ignorare tale commento, se non fosse andato oltre, criticando anche l’abbigliamento della band, che ormai fa parte dei personaggi tanto quanto la musica.
«I Måneskin a Budapest, davanti a un impettito presentatore in kilt (deve aver confuso gli Scoti con gli Ungari), con tanto di performer (maschietto) in culottes e giarrettiere, ricevono gli MTVEMA. Tra poco arriveremo al reggiseno da uomo. Ovviamente, una volta preso il microfono, non possono esimersi dal piagnisteo per la sonora bocciatura del ddlZan»
Simone Pillon
Insomma, evviva la libertà d’espressione e evviva la libertà di pensiero. Però nessuno nega la possibilità a Pillon di investire tempo e denaro nella produzione del gruppo dei suoi sogni. Il settore musicale è in crisi e le band faticano troppo spesso a trovare i mezzi per farsi strada, quindi gli consigliamo di investire in un progetto simile se crede che possa fare la differenza. Infatti il commento ancora non finisce qui ma da a tutti una lezione di musica, storia contemporanea e stile:
«È facile andare secondo la corrente del politicamente corr(o)tto. Da giovani che si dicono alternativi e ribelli mi sarei aspettato qualcosa di diverso, che so, sul palco in smoking i maschietti e in abito da sera la signorina, con tanto di dichiarazioni tipo “I bambini hanno il diritto di avere una mamma e un papà”. Allora sì che avremmo visto qualcosa di davvero dirompente. Certo, si sarebbero scordati i premi e gli applausi del mainstream, ma avrebbero dimostrato di essere davvero fuori dagli schemi. Invece è sempre la solita solfa»
Simone Pillon
Grazie per questo Oscar. Quindi, considerati tutti i commenti del caso e le critiche distruttive, il cantante dei Måneskin sicuramente non avrà dormito la notte, riflettendo sul grave reato commesso e sulla poca originalità dei contenuti del discorso fatto poco prima sul palco. Ovviamente no, e di questo siamo grati. La risposta è stata immediata e decisamente elegante, per citare qualcuno: “alternativo e ribelle”. Damiano si limita a pubblicare una foto del vestito incriminato, scrivendo poco sotto: “La prossima volta mi vestirò con completo e paPillon“. e noi ci aspettiamo che lo faccia devvero!