“Queer Beauties” è il nuovo disco di Lyre, artista italiana dalla carriera eclettica. A dire il vero questo è il primo EP che apre la strada ad un progetto musicale le cui radici sono tutte da raccontare. Suoni acidi ed un innovativo uso dell’elettronica, sono queste le caratteristiche che possiamo ascoltare fin dalle prime note. L’EP, pubblicato per Pitch The Noise Records, raccoglie al suo interno quattro tracce dallo stile ben marcato e consapevole. Lyre sembra aver maturato questo disco dopo un percorso definito, volto a cercare il proprio stile personale. Il tema centrale vuole essere quello della dualità della persona nella lotta delle parti che compongono il suo io interiore. Un gioco di luci ed ombre tra la parte maschile e femminile che convivono sotto la pelle.
“Queer Beauties” è un disco che prende forma dopo più di dieci anni passati all’estero, tra Edimburgo ed il Regno Unito. Ed è proprio in un ambiente anglosassone che Serena Brindisi, in arte Lyre, ha scelto di fare della musica la sua occupazione principale. La scelta di scrivere in lingua inglese è una decisione giunta naturalmente dopo aver riconosciuto le sue radici nel songwriting britannico. “Queer Beauties” è un disco che vuole spaziare oltre i confini nazionali, spirato dai colossi della musica elettronica come Radiohead, Massive Attack ma anche Depeche Mode. La produzione è stata poi orchestrata dal produttore Giuliano Pascoe che ha conferito ai brani quel notevole senso di discordanza e conflittualità.
Lyre ci parla di “Queer Beauties”: «Una voce scura e irriverente, severa e tagliente, necessariamente distruttiva che si imponesse e portasse avanti il proprio universo ossessivo, come sacerdotessa spietata di un rito antico , necessario»
La proposta di Lyre è indubbiamente audace e non di facile ascolto. A partire dal primo brano “Embers” si coglie l’importanza che l’artista ha voluto dare all’uso di armonie dissonanti. “Mirrors” invece è un brano che esprime a pieno la distanza tra l’uso della voce, elemento protagonista, e il background ritmico e armonico che fa da sfondo alla scena. Nell’insieme i brani suonano molto definiti e puliti, si capisce che alle spalle di questa produzione vi è un lavoro professionale e studiato. Volendo esprimere un mio personale giudizio, in alcuni brani ho trovato le linee vocali eccessivamente presenti e dissonanti. Credo che la formula di Lyre sia decisamente originale ma in cerca ancora di un baricentro. Consiglio a tutti di ascoltare “Queer Beauties” disponibile su tutti i maggiori servizi di streaming.