Renza Castelli, benvenuta su Music.it! È un vero piacere averti sulle nostre pagine! Raccontaci di te, qualcosa di insolito o imbarazzante accaduto durante la tua carriera musicale!
Ciao ragazzi! Beh, sarebbero tanti gli episodi bizzarri accaduti finora; mi viene in mente quando sono volata per terra da uno sgabello che si è rotto mentre cantavo, esattamente nel punto più drammatico e struggente di una canzone di Alicia Keys, con me a terra a cantare imperterrita come se niente fosse!
Quando hai capito di voler fare musica e quanto è stato importante il supporto della tua famiglia durante questo percorso?
Come dico spesso, la musica mi è caduta in braccio. Non è stato “fin da piccola” un sogno nel cassetto ma è come se fosse un destino già scritto. Mio fratello mi regalò una chitarra quando avevo dieci anni dicendomi che sarebbe stato importante avere la musica nella mia vita: da lì, tra alti e bassi e momenti di stop musicale, a vent’anni ho ritrovato una dimensione che mi ha permesso di poter iniziare a pensare seriamente che potesse diventare, oltre che il mio grande amore, il mio lavoro. La mia famiglia, o meglio mia madre, è stata ed è fondamentale nel mio cammino. Silenziosa e attenta non ha mai messo in dubbio niente e mi supporta con grande ammirazione.
Quali sono state le tue prime influenze musicali e come sono variate nel corso del tempo?
Da ragazzina ho letteralmente sfasciato le cassette di mia mamma registrando direttamente dalla radio le canzoni che passavano e che non sapevo come poter fermare nel tempo. Ho iniziato con Tina Turner, Anastacia, e nel corso del tempo non ho mancato di esplorare ogni genere o artista che potesse arricchire il mio bagaglio
“La libertà” è il tuo primo singolo estratto dall’album d’esordio che uscirà in inverno. Cosa significa per te essere liberi e come nasce questo brano?
Essere liberi per me vuol dire riuscire ad accettarsi, a guardarsi e accettarsi per quello che siamo, per migliorarsi sempre di più e non avere rimpianti. È un brano che è nato da solo, è uscito quasi nuotando nell’aria, come se fosse già pronto e aspettasse solo di essere afferrato e portato sulla terra.
Cosa puoi anticiparci dell’album e da quanto tempo stai lavorando a questo progetto? Ma soprattutto, cosa rappresenta per te questa importante tappa della tua carriera?
L’album che uscirà in inverno sarà un concentrato di sensazioni, storie di vita ed emozioni universali. Sicuramente è una tappa importante e fondamentale per questo mestiere che ho deciso di intraprendere. Dopo tante porte chiuse in faccia, difficoltà, imprevisti finalmente posso dire di essere felice per quelle che sta per accadere. Ah, il 24 luglio è uscito il mio secondo singolo “Sai che c’è”, che farà parte dell’album.
Prova ad associare la tua musica ad un profumo: di quale essenza sarebbe?
Salmastro.
Hai partecipato a X-Factor all’edizione del 2018. Cosa ti ha spinta a candidarti e cosa ti è rimasto di questa esperienza?
In realtà la mia partecipazione ad X-Factor è stata fortuita. Non volevo andare, fui spronata da una persona che mi mise la pulce nell’orecchio e io cedetti alla curiosità. Con mia grande sorpresa e dopo ore e giorni passati tra selezioni, spostamenti e attese, direi che è andata molto bene e, anzi, oltre le mie aspettative. Sicuramente la cosa più importante che conservo di questa esperienza è che “presto e bene stanno insieme”. Non è vero che non è possibile fare presto e fare bene, si può fare, a patto che ci siano determinazione e forza di volontà.
In futuro, con chi ti piacerebbe condividere il palco?
Un sacco di artisti se potessi… sognare è gratis! Sicuramente Cesare Cremonini, Fabri Fibra, Diodato, potrei continuare all’infinito però questo è il mio podio dei tre preferiti.
Renza Castelli, le nostre domande sono terminate ed io ti ringrazio per averci concesso un po’ del tuo tempo. Le ultime righe sono per te, puoi aggiungere ciò che vuoi e salutare i lettori e lettrici di Music.it. Ciao!
Un saluto a voi e un augurio affinché possiamo sempre tutti ascoltarci di più e guardare avanti con entusiasmo, come se non avessimo ancora visto niente e fosse tutto da scoprire, senza paura. Del resto, «le cose peggiori le abbiamo già passate». Un abbraccio, Renza.