Velocità, grinta, rumore e sperimentazione sono gli ingredienti che fanno di “Resistenze Elettriche” un album senza precedenti, dove a contare non è il tempo ma la storia. Stiamo parlando di un concept album che la band Lo ZOO di Berlino ha pensato per il vinile. Infatti “Resistenze Elettriche” presenta due lati ben distinti, ma ciò che invece permea tutti i brani è l’evidente presenza di un particolare chiaroscuro. Sia nei suoni che nei sentimenti l’oscurità e la cupezza del basso di Diego Pettinelli si intreccia con il piano elettrico suonato da Andrea Pettinelli; il tutto è amalgamato dalla batteria suonata da Massimiliano Bergo ed è così che si trovano gli equilibri sonori tra l’avanguardia anni ’70 e il post-rock contemporaneo.
In “Resistenze Elettriche” passato e presente si incontrano in una musica minimale e dinamica che oscilla tra sospesi momenti melodici ed esuberanti esplosioni sonore. Ci troviamo di fronte a una formazione dall’impatto rock con soli tre strumenti che non prevedono né la voce né la chitarra. Il tutto è ancora più interessante perché per metà del disco Lo ZOO di Berlino collabora con Patrizio Fariselli, storico pianista e tastierista degli Area. Un disco politico ed interamente strumentale dove la sperimentazione sembra spingersi verso una ricerca raffinata dei timbri e dello sviluppo di sempre nuovi modi espressivi.
“Resistenze Elettriche” è il concept album del trio Lo ZOO di Berlino dove velocità, grinta e rumore si fondono in un’esplosione sonora.
La prima parte del disco racchiude le registrazioni dal vivo del mini tour in Emilia Romagna presso i luoghi della Resistenza, in occasione del progetto “Materiale Resistente 2.0”. È in questa prima parte che il gruppo insieme al suo mentore Patrizio Fariselli si lascia andare ad elettriche e futuristiche improvvisazioni, partendo dai temi di alcuni classici del repertorio degli Area. Il quarto brano “Aria” chiude la parte dal vivo: dopo i primi brani che vedono rompere l’atmosfera da un turbine di rumori e di scatti fulminei, questo brano solleva un clima di riflessione e lascia l’ascoltatore sospeso e pensoso: infatti è un brano dedicato ai caduti della Resistenza. Prima di tuffarsi nella seconda parte formata da inediti di Lo ZOO di Berlino, rigorosamente strumentali, è consigliabile una pausa.
Questo perché ci si ritrova subito immersi nella turbolenta e caotica musica futurista di “De Waiting War (from Pratella’s War)” dove la sezione ritmica di basso e batteria è accompagnata dal Theremin e dagli “intonarumori” di Luigi Russolo suonati dalla tastiera. A chiudere questa seconda parte è una personale rielaborazione funk rock di “Bella Ciao”, il tema più classico della Resistenza italiana.
Lo ZOO di Berlino nella classica versione trio, con “Resistenze Elettriche” vuole rompere gli schemi: distruzione, mistero ed atmosfere psichedeliche intrappolano l’ascoltatore. Sicuramente è un album che richiede più ascolti, una maggiore consapevolezza e una predisposizione alla musica hard rock.