Ciao Riccardo Inge, noi di Music.it siamo contenti di presentarti ai nostri lettori! Raccontaci un segreto inconfessabile su di te! Attenzione però, vogliamo qualcosa che non hai mai detto prima!
Durante la recita di terza elementare mi diedero la parte di Polifemo per un musical sull’”Odissea”, con canzoni famose della musica italiana rivisitate per raccontare la storia di Ulisse. Fu l’inizio della mia carriera da cantante!
Hai un animo diviso a metà: sei un ingegnere ma anche un cantautore. Ti riconosci più come artista sul palco, o dietro ad una scrivania piena di fogli e calcolatrici?
Sarebbe quasi scontato dire artista, ma in realtà dipende. Ci sono tante situazioni dove prevale più l’animo ‘quadrato’ e razionale rispetto a quello fantasioso. Forse a volte vorrei avere meno paura del mio lato più artistico che nasconde diversi angoli un po’ oscuri. Mi piacerebbe riuscire a trovare un equilibrio che possa permettermi di sfruttare un’ambivalenza che io vedo al momento come un grosso potenziale senza controllo. Non so se riuscirò mai a trovare una soluzione, ma continuo a cercare.
Il singolo uscito il 18 ottobre, “Metropolitana”, affronta la tematica della comunicazione digitale. Credi siamo una generazione di sociopatici in un mondo social?
Eh, purtroppo sì. Io stesso soffro di un attaccamento compulsivo ai cellulari. Come artista, inoltre, sono praticamente obbligato a rimanere collegato tramite i social, che sono fonte di contatto, collaborazione e condivisione continua con gli altri utenti. Il problema è il tempo da dedicare, decisamente esagerato per poter cercare di ottenere risultati.
Siamo arrivati quasi al punto che se non esisti sui social, non esisti nella vita reale. Inoltre tutti al giorno d’oggi pensano di essere Influencer. A proposito, ho scritto una canzone sul tema che uscirà a breve – super anticipazione.
Del buono dobbiamo pur trovarlo in questa tecnologia. Come suggerisce Riccardo Inge di utilizzarla per darle una funzione costruttiva?
Io sono pro-tecnologia. Basterebbe usarla con più buon senso, limitandone l’abuso. Ogni giorno mi rendo conto di quanto tempo perda attaccato ai social e ai cellulari. Ma nonostante ciò, continuo ogni giorno imperterrito a ripetere sempre le stesse cose. Sarebbe bello riuscire a prendersi del tempo senza disturbi ‘social’ per ricaricare le batterie e poter apprezzare e utilizzare meglio la tecnologia che abbiamo a disposizione.
Fai parte di “Officine Buone”, un’associazione che promuove la musica negli ospedali. Parlami di questa esperienza meravigliosa e di come la musica aiuti le persone.
La musica nasce per far stare bene e per emozionare. Sono gli ingredienti perfetti per essere un elemento vincente negli ospedali. Officine Buone è un’organizzazione fantastica che permette di unire l’utile al dilettevole: organizza piccoli eventi negli ospedali dove i pazienti sono chiamati a giudicare come in un talent gli artisti che si esibiscono. Fare del bene, facendo musica. Al termine stagionale della manifestazione, i più votati sono premiati con un live in un club di fronte ad esperti del settore musicale. Un’esperienza meravigliosa che cerco sempre di rivivere in pieno ogni volta che posso.
Credi che un giorno abbandonerai il tuo lavoro da ingegnere per dedicarti solo alla sfera artistica?
Ci ho pensato tante volte, ma onestamente credo sia molto difficile (ecco la parte razionale). Sicuramente mi piacerebbe se potessi dedicare tutto il mio tempo alla musica e a questo progetto, ma per farlo dovrebbe esserci anche solo un minima parvenza di sostenibilità economica. Mai dire mai, però, nella vita: molto spesso un futuro irrealistico può cambiare radicalmente da un giorno a un altro. Al momento diciamo che il lavoro da ingegnere è essenziale per finanziare la sfera artistica su cui negli anni ho investito tanto di tasca mia pur di pubblicare le mie canzoni.
Chiudiamo questa interessante chiacchiera con Riccardo Inge a modo tuo: riempi le ultime righe come ritieni opportuno!
Credo fermamente che ci sia del buono nella mia musica che propongo e in questo progetto. È la mia presunzione. È quel qualcosa che non sai spiegare a parole, ma che spero possa conquistare proprio te che stai leggendo le mie parole in questo articolo. Ciao!