Nato a Parma, Richi Rossini si avvicina al mondo della musica fin da piccolo, grazie al padre ex cantante lirico, compositore e conduttore radiofonico.
Nato a Parma, Richi Rossini si avvicina al mondo della musica fin da piccolo, grazie al padre ex cantante lirico, compositore e conduttore radiofonico.

RICHI ROSSINI: “CECILIA è un brano dedicato al progresso tecnologico”

Diamo il benvenuto a Richi Rossini su Music.it! Non amando troppo gli schemi, iniziamo questa intervista chiedendoti di raccontarci un simpatico aneddoto riguardante la tua carriera, seppur appena iniziata.

Grazie mille per l’intervista. Nonostante io sia emergente nel mercato musicale, ho una lunga carriera live alle spalle. Ad esempio ho suonato due anni in una tribute band di Rino Gaetano e non dimenticherò mai un’estate in Calabria dove ci siamo ritrovati a suonare in un camping nudista. Per un attimo mi sono sentito Richi Rossini a Woodstock nel ’69.

Siamo qui per fare due chiacchiere con te, riguardo il tuo primo singolo, “Cecilia”. Raccontaci un po’ come è nato questo brano, che sappiamo essere dedicato alle nuove e moderne possibilità di ascolto della musica.

Nasce da una discussione accesa con un importante esponente dell’underground genovese, realtà con la quale ho vissuto e condiviso momenti importanti della mia crescita artistica. Siamo partiti dal classico tema “underground vs mainstream”. Da lì mi è nata l’idea di dedicare un brano al progresso tecnologico in ambito musicale. Santa Cecilia è la protettrice dei musicisti e per noi, musica, oggi, significa anche tecnologia, diffusori, sistemi di autoproduzione e tutto ciò che ci consente di portarla sempre con noi. Cosa impossibile fino all’800 dove in pratica vivevamo nel silenzio rispetto ad oggi.

Nasci a Parma, ma per varie vicissitudini giri buona parte dell’Italia, fondendo la musica agli studi in psicologia, che ti sono valsi la laurea. Come riesci a riportare le tematiche dei tuoi studi nella musica?

Ho sempre avuto in mente la figura del form-autore. Colui che utilizza la musica per fare pedagogia. La formazione, come la musica, resta strumento utile per poter dare nuovi punti di vista e indicare nuove serrature, poi sta alla persona decidere se infilare o meno la chiave. Per quanto riguarda la musica stiamo comunque parlando del mezzo di espressione più potente che esista. Essendo il suono una vibrazione, è in grado di arrivare direttamente all’inconscio senza essere razionalizzata. Per questo la musica è in grado di influenzarci così tanto e per lo stesso motivo ha accompagnato e influenzato la nascita di intere sub-culture, vedi John Lennon o Bob Marley.

Nel singolo d’esordio di Richi Rossini, “Cecilia”, troviamo svariate metafore, a sottolineare l’importanza della musica rispetto a problematiche di vita quotidiana. È un aiuto a superare queste difficoltà o la musica è il modo più diretto per alienarsi dai problemi?

Gran bella domanda. Mi ricollego alla risposta di prima. Dipende dal tipo di musica. L’intrattenimento è un’alienazione ma la musica può essere anche un modo per farsi domande profonde e mettersi in gioco come esseri umani. Non è facile oggi scovare artisti che sentano una responsabilità nei confronti delle loro parole. Vedo un momento musicale machiavellico, soprattutto in Italia il fine giustifica i mezzi e in quest’ottica l’intrattenimento vince sulla profondità. Ma piano piano arrivo anche io.

Impossibile non chiederti cosa ne pensi dei social networks come forma di pubblicità per la tua musica. Ti ritieni fortunato o avvantaggiato in questa era così tecnologica, in cui la musica la si può ascoltare ovunque e in ogni momento?

Questo lo trovo un lato meraviglioso della tecnologia. Ben venga riuscire ad auto promuoversi senza necessità di appoggiarsi ad un’agenzia. Stesso discorso per quanto riguarda la possibilità di ascoltare e di produrre musica in ogni dove. Una magia.

Se ti approcciassi per la prima volta a Richi Rossini come se tu fossi un ascoltatore qualunque, dopo aver ascoltato “Cecilia”, quale sarebbe l’aspetto artistico che ti colpirebbe di più?

Sicuramente Il mix tra elettronica, pianoforte e archi e la profondità del messaggio.

Ci piace conoscere i nostri ospiti anche al di fuori dell’ambito artistico. Quali sono i tuoi interessi, nei momenti in cui non sei immerso nella musica?

Formazione e psicologia in primis. Per il resto sono appassionato di politica, gioco a calcetto e quando posso prendo il camper. Ma la mia grande passione nascosta, da dieci anni a questa parte, è stata il poliamore. Una vera e propria filosofia di vita. Il prossimo brano parlerà di questo e farò coming out.

Se ti chiedessi di descrivere Richi Rossini con una citazione celebre, quale sceglieresti?

Il rischio più grande nella vita è non rischiare nulla. Solo chi rischia è libero.

Dopo “Cecilia”, che segna il tuo debutto nel mondo della musica, è lecito aspettarsi a breve un album completo. Hai già qualcosa che bolle in pentola quasi pronto da servire?

“Edenlandia”. Un opera concettuale animata. Un cartone animato musicale in stile “Fantasia” a sfondo psicologico e sociologico. Quattro anni di lavoro. Se incontrassi un discografico che voglia investire in questo progetto entriamo di diritto nella storia dell’arte contemporanea.

È stato un piacere fare due chiacchiere con te. Le nostre domande sono terminate, ti salutiamo e ringraziamo per averci concesso un po’ del tuo tempo. Lascio a te lo spazio per aggiungere ciò che vuoi e, magari, per fare un saluto ai fan di Richi Rossini e alle persone che seguono Music.it.

Ciao ragazzi. Vi voglio ringraziare per le splendide domande. È un piacere ed è facile rispondere quando le interviste sono fatte così bene. Spero di ritrovarvi qui per i prossimi due singoli! Grazie Music.it!

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