L'artista Roberta Lidia De Stefano in uno scatto promozionale di Serena Serrani.
L'artista Roberta Lidia De Stefano in uno scatto promozionale di Serena Serrani.

ROBERTA LIDIA DE STEFANO: “C’è un humus molto vasto che fermenta e mescola le carte e i generi”

Ciao Roberta Lidia De Stefano, è un vero piacere darti il benvenuto su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio con un tuo ricordo: racconta ai lettori un aneddoto imbarazzante accaduto durante il tuo percorso musicale!

Premetto che il mio percorso musicale sino ad ora è stato molto legato al teatro e allo spettacolo dal vivo, ma a pensarci bene c’è un episodio di quando avevo 18 anni ed ero andata a Roma per le selezioni del premio “Mia Martini nuove proposte per l’Europa”, che mi va di condividere: mi mancavano un compito e un’interrogazione in matematica prima degli esami di maturità e ricordo che mi telefonò la professoressa per chiedermi dove fossi e dirmi che stavo mettendo a rischio la mia pagella, per via di quelle assenze… in quel momento in albergo provai imbarazzo per la sua gentilezza nell’avermi voluto cercare e per il mio totale disinteresse alle sue sollecitazioni. Volevo restare lì.

Quale credi che sia il ruolo attuale della cantautrice nella nostra società e facendo riferimento alla tua esperienza: quanto spazio viene dato alle donne nel mondo musicale?

C’è un bellissimo mondo emergente di cantautrici della mia generazione, cantautrici “pure”, che fanno musica che devi saper suonare e averci talento e tecnica per cantare; musiciste che io stimo molto come Cristiana Verardo o Sara Romano tra le altre… ma anche nuovissime generazioni… validissime sia come poetesse, che come musiciste. Magari vengono dal teatro, dalla performance, dal rap o dalla filosofia, c’è chi si sente più musicista o più cantante o più poeta. Chi è più romantica, chi più politica… c’è un humus insomma molto vasto che fermenta e mescola le carte e i generi. Io trovo questo atteggiamento molto sano, di respiro internazionale; credo sia un grande segnale di apertura, che toglie i confini anche tra le arti e le unisce liberamente.

Lo credo e lo spero anche io!

Se pensiamo che alle donne era proibito leggere, che erano costrette a scrivere e dipingere sotto pseudonimo… possiamo anche capire perché vediamo e sentiamo tantissime interpreti straordinarie, ma poche autrici. Per Cantautrici io intendo donne come Nada (su tutte), artiste che hanno un percorso di libertà molto articolato e personale sia nella scrittura che nella musica. La stimo molto, trovo il suo percorso molto notevole e che si sia evoluta nel tempo. Ma coraggio! Siamo qui anche per questo! Abbiamo tempo.

Che valore ha la musica nella tua vita? Segui anche altre passioni?

Io sono cresciuta in una famiglia dove cantano tutt* e sono tutt* intonatissim*. Mio padre suona la chitarra, mio zio l’organetto; mia nonna, mia zia, mia madre, mia sorella cantano tutte! Essendo calabrese sono cresciuta a “pane e musica popolare del sud”. Ho iniziato a studiare pianoforte a 8 anni, ho studiato per gli esami in conservatorio da privatista fino a 16 anni, ma poi ho sempre pensato che quello non fosse il mio posto, cioè che la musica mi accompagnasse in un percorso diverso: più totale, di attrice, di performer, di comica ed effettivamente è un po’ così… ma perché non andare fino in fondo seriamente anche in questo? Avevo un po’ paura perché è faticoso, ma avendo del tempo, le energie e voilà…

Hai fatto bene: perseverare sempre!

Cerco sempre di ascoltarmi e di sentire il “luogo che voglio abitare” ed è complicato per me, perché sento di avere un’“identità migrante” da tanti punti di vista, quindi mi sento sempre in tanti luoghi contemporaneamente. Ho imparato a fare pace con questo… questa sono io e amo quello che faccio e non mi voglio precludere alcuna strada. E non mi passerà mai la voglia di fare quello che amo e che mi fa sentire “nel posto mio”.

Parlaci del tuo nuovo singolo “IoDecidio”: un “omicidio pop” simbolico, contro il femminicidio e la violenza di genere. In quale particolare momento della tua vita nasce questa canzone? Cosa ti ha spinto a scrivere questo brano?

La canzone è nata più o meno di getto, iniziando a scrivere il testo una notte di novembre a Napoli. Sono da sempre molto sensibile e attiva sulle tematiche di genere e contro la violenza, volevo scrivere qualcosa per il 25 novembre, la triste ricorrenza della “giornata mondiale contro la violenza sulle donne” e mi sono detta: “se fosse una canzone”? Avevo i miei strumenti musicali e quel testo si è sposato perfettamente alla musica. Dopo tre giorni pieni di lavoro sul brano, grazie alle spinte e alla disponibilità di amiche e amici, mi sono decisa a fare le cose sul serio, e lì abbiamo investito più tempo, e non da sola ovviamente… Ho già altri pezzi che comporranno il concept album “STEREO-TIPE”, a marzo uscirà il secondo singolo che si chiama “TUTTA”, non anticipo la tematica che tratta nello specifico per non spoilerare…

Hai mai pensato di andare in un talent? Cosa pensi della musica televisiva?

Penso di non essere una persona snob. Non credo nella divinizzazione della televisione, ma è un mezzo che ti dà molta visibilità e sarei un’ipocrita se dicessi che la visibilità non è importante nel nostro lavoro. Cerco di essere coerente nelle scelte dove è possibile. Ma per il resto siamo noi che diamo dignità al lavoro. Per me più del mezzo, conta il come. Ormai i mezzi sono talmente mescolati, che è davvero difficile stare fuori dal mondo. Non mi piace essere troppo radicale nelle mie scelte e mi contraddico molto facilmente. Anche se non l’ho mai fatto, non escludo la partecipazione ad un talent. La musica per me si divide in bella e brutta e la distinzione la fa il gusto. È tutto sempre molto soggettivo.

Sono d’accordo con te, il gusto è soggettivo…

Poi se parliamo di generi e ci addentriamo nella difficoltà di esecuzione, nella musica colta, nel jazz… insomma si apre un mondo… ma anche dei concerti di Glenn Gould per dire… se non lì avesse ripresi la tv, non ne avremmo traccia; per non parlare del fatto che lui soffriva di attacchi di panico e da un certo punto in poi non ha più fatto concerti; solo studio. Non me la sento nonostante tutto, di demonizzare la tecnologia. Non ce la faccio!

Quand’è stata l’ultima volta che la vita ti ha sorpresa? Qual è, invece, la tua più grande paura?

La vita è una continua sorpresa, e questa cosa può essere spaventosa.

“IoDecidio”anticipa l’album “Stero-tipe”. Cosa poi dirci a riguardo, cosa dovranno aspettarsi i tuoi ascoltatori e quanto dovremmo attendere prima dell’uscita?

Come ti accennavo prima, avrò i miei impegni in teatro quindi potrò permettermi di far uscire un brano al mese. Sono 9 brani più una sorpresa ahahah! I temi saranno gli stereotipi, come si intuisce, da un punto di vista femminile, il mio. È un album politico-poetico, che mette l’accento sulle discriminazioni e sulle disuguaglianze socio-culturali, tra le persone. A marzo esce “Tutta”!

Roberta Lidia De Stefano, io ti ringrazio per essere stato con noi. La nostra intervista è giunta al termine, ma l’ultima parola va a te per aggiungere ciò che vuoi! Ciao, a presto e rimaniamo in attesa del tuo album!!!!

Posso dirti grazie Giulia Massarelli. E dire grazie per me non è scontato. Non do mai per scontato nulla per indole, neppure tutto l’affetto e il calore delle persone che seguono il mio lavoro da anni. Sono onorata di ricevere gradimenti da professioniste e professionisti che stimo. Da persone generose che vivono certi traguardi altrui con gioia e partecipazione. Io posso solo ricambiare cercando di tenere sempre alta l’asticella, andando avanti, vivendo forte la mia arte.

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