Ciao Serena Mente! Benvenuta su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio e raccontaci un aneddoto divertente, e se vogliamo imbarazzante, che ti ha colpita particolarmente, e che sia legato alle tante e importanti esperienze che ti hanno vista esibirti su numerosi, importanti palcoscenici. Niente che si sappia già, eh?
Ciao a tutti! Ce ne sarebbero così tanti che ho difficoltà a sceglierne uno!!! Diversi anni fa, andai a fare un concerto in Calabria; quella sera c’erano davvero tantissime persone ed io ero gasatissima. Inizio a cantare felicissima ed entusiasta ma ad un certo punto, a metà di una canzone, andò via la luce e tutto si spense, compreso microfono e strumentazione. Un secondo di panico.. Che faccio? Mi dico “The Show must go on”, allora salto giù dal palco e inizio a fare il giro degli spalti, cercando di coinvolgere il pubblico e di farlo cantare. Terrorizzata dal pensiero “sarà una genialata oppure un totale fallimento?”, indugiai solo un secondo ma fortunatamente il pubblico iniziò ad assecondarmi battendo le mani e cantando a squarciagola con me! Giusto in tempo per far tornare la luce e far ripartire lo show! Si può dire… fortuna??
Ripartiamo da capo: come hai scoperto di avere una vena che volesse nutrirsi di musica?
Bella domanda, diciamo che fin da piccola appena sentivo qualche canzone alla radio iniziavo muovermi a tempo di musica, cercando di imitare i suoni che sentivo. I miei genitori erano molto giovani quando sono arrivata, quindi ho avuto la fortuna di farmi tantissimi viaggi con loro, in auto soprattutto. Avevo più o meno 3 anni e i miei ascoltavano le cassette dei loro gruppi preferiti, come i Pink Floyd, Dire Straits, Deep Purple, Queen, Nomadi o Vasco Rossi. Io canticchiavo sempre, anche senza sapere le parole, ma solo quando sentivo la voce di Freddie Mercury mi scatenavo davvero. Questo è stato un po’ il motivo che ha spinto i miei a farmi fare qualche attività che avesse avuto a che fare con la musica, tipo danza e negli anni successivi ad iscrivermi in una scuola di musica in cui ho iniziato a studiare pianoforte, violino, chitarra, canto.. Volevo fare tutto!
Il tuo è un percorso che incrocia lo studio della musica allo studio e pratica delle arti performative. Qual è il contributo che ritieni più prezioso per la tua formazione artistica giunto a te grazie allo studio?
Oltre agli studi specifici di musica, fare un’accademia di teatro e recitazione credo sia stata una delle scelte più belle e fortunate che io potessi fare. Nonostante io sembri molto espansiva e burlona, stare sul palco mi provocava un po’ di timore, considerata la mia inconfessabile timidezza e insicurezza. E’ stata proprio l’accademia che mi ha aiutata a gestire meglio il palco, a farlo diventare una mia forza.
E si riflette nel tuo modo di esprimerti con la musica suppongo.
Sì. Calcare le scene come attrice mi ha aiutato molto anche nel modo di interpretare i brani e di gestire le emozioni che ora cerco di veicolare attraverso la mia musica e le mie storie. Questo ha fatto si che io non considerassi la musica e la performance musicale solo come un atto per mettere in mostra le qualità o le doti che uno si ritrova naturalmente o dopo tanti anni di studio, ma cantare per me è diventato un mezzo per voler trasmettere qualcosa, le emozioni che passano attraverso la musica e le parole, quelle emozioni che provo anche io mentre canto e che mi piace condividere con gli altri. Sicuramente devo al teatro molto più di quanto penso.
Parliamo di influenze. Chi sono i tuoi artisti-guida?
Come accennavo prima, c’è un’artista che più di tutti ha dato il via a questo mio desiderio, ed è Freddie Mercury. Mi ricordo ancora il momento esatto in cui, guardando in televisione le esibizioni dei Queen io pensai “Da grande voglio fare quello che fanno loro”, e avevo solo 3 anni.
Ovviamente le mie influenze artistiche vengono da tante altre parti e, ad oggi, credo che artisti italiani come Lucio Battisti, Niccolò Fabi, Bungaro, Max Gazzè, Fiorella Mannoia, Negramaro o i miei artisti preferiti come Stevie Wonder, Sting, Ella Fitzgerald, Joni Mitchell, Lady Gaga abbiano influito molto sulla musica che scrivo oltre a quella che mi piace ascoltare. Elencati tutti insieme, mi fa un pò strano accostare nomi con stili così disparati, eppure tutti raccontano a modo loro delle storie che per me sono state pane quotidiano delle mia maturazione artistica.
“Ma anche no” è il tuo primo singolo solista. Da dove arriva, com’è nato?
Quando iniziai a comporre i miei primi pezzi ero davvero molto insicura e non pensavo di essere all’altezza di raccontare il mondo attraverso il mio punto di vista. In quel momento studiavo con Stefano Scatozza, grandissima persona ed artista inestimabile a cui devo molto, e facendo un po’ di giochi ed esercizi di composizione mi disse di sfruttare le esperienze avute in passato cercando di trarre un insegnamento da ciò che viviamo, senza dover per forza raggiungere uno standard musicale che tutti si aspettavano da una cantautrice, un po’ come dire “ok faccio come mi pare”.
Ti sei messa in gioco, dunque.
Quindi un gioco, un esperimento. Di esperienze amorose finite male ne avevo avute anche troppe ma tutte mi riportavano ad un unico messaggio “ama di più te stessa e scegli la tua vita per prima, perché gli altri non lo possono fare per te”. Ci ho messo un po’ di tempo per cercare di far diventare questo messaggio una canzone con cui poter dire al mondo “io non ho tempo di stare male, oggi scelgo io e scelgo me e voi dovreste fare lo stesso”. Un’anno dopo, più o meno, è nata “Ma Anche No” e tuttora mi diverte tantissimo cantarla perché è un po’ come esorcizzare tutte le esperienze negative e trarne nuova forza.
Nel mese di settembre dovrebbe uscire il tuo primo EP, il debutto discografico ufficiale di Serena Mente, cantante e cantautrice. Cosa puoi dirci a riguardo?
Sono felice, sono dannatamente felice. E’ un passo che non credevo possibile e il fatto che sia interamente frutto delle mie fatiche, dei miei studi, delle mie esperienze mi rende davvero orgogliosa. E grata.. Sono grata a tutte le persone che ci sono sempre state e a quelle che mi hanno aiutata perché sono loro che mi hanno dato modo di credere ancora di più in quello che facevo, nei miei sogni, nei miei racconti. Questo EP rappresenta davvero tutta me stessa, dalla Serena allegra e spensierata, a quella più matura e adulta, Serena che fa dell’ironia il suo punto di forza ma che non ha più paura di versare qualche lacrima. “Leggera” sono io, il modo in cui cerco di affrontare la vita, il messaggio che voglio trasmettere e dentro quelle canzoni c’è tutto un mondo che spero di condividere il più a lungo possibile.
Vorrei ci nominassi cinque album fondamentali per te.
- “Made in Heaven” dei Queen, pubblicato dopo la morte di Freddie Mercury, è stato il primo vinile che i miei genitori mi regalarono. Oggi per me è una reliquia. Avevo 8 anni e lo ascoltavo tutti i giorni.
- “Images and Words” dei Dream Theater, da cui è partita tutta la mia vena rock metal adolescenziale!
- “Gli spari sopra” di Vasco Rossi. Mi ricorda la mia infanzia e i viaggi con i miei genitori, e soprattutto l’amore che ho per loro.
- “Born this way”di Lady Gaga, amore e odio continuo per lei. Mi ritrovo molto nelle sue canzoni e nel suo modo così atipico di raccontare le sue esperienze.
- “Una somma di piccole cose” di Niccolò Fabi, che continua ad insegnarmi quanto la vita e l’esistenza intera siano poesia.
Progetti in cantiere?
Oltre ad avere la fortuna di comporre le musiche per il teatro e quindi avere la possibilità di vedere andare in scena le mie canzoni con degli spettacoli prossimi al debutto, probabilmente la cosa più prossima alla pubblicazione sarà il secondo videoclip di un altro brano tratto dal mio primo EP. Ancora non ho date ne niente di stabilito ma l’idea è di farlo uscire a fine autunno! Oltre a questo, in cantiere c’è già il secondo album: idee nuove, idee già sviluppate, canzoni da svecchiare e vediamo cosa ci porta questa strada.
Abbiamo finito. Augurandoti un grande in bocca al lupo per l’EP, lascio a te le ultime righe. A presto!
Grazie mille a voi per vostra gentilezza!