Secondo album per gli Sharks In Your Mouth, dopo l’esordio con il metalcore di “Promises” del 2016, ecco “Sacrilegious”, con un sound decisamente più aggressivo. È un concept che racconta una storia ambientata nel centro Italia nel 1799, in cui i potenti del tempo si uniscono formando una società segreta. Nasce così il primo ordine mondiale, atto all’assoggettamento unificato dei popoli al proprio volere, generando solitudine e depressione, utilizzando infime armi come razzismo e ingiustizie.
A fronteggiare questo nuovo ordine sarà la resistenza, riunita per non soccombere e riconoscibile da lacrime nere dipinte sotto gli occhi in segno di vendetta. Questo simbolo, impresso sui volti dei ribelli, viene descritto in note, nel pezzo strumentale di apertura di “Sacrilegious”, intitolata per l’appunto “Black Tears” (lacrime nere). La storia continua con “The Covenant”, un brano molto ruvido ed incisivo, in cui si esorta la massa ed unirsi all’alleanza, per combattere i soprusi.
Ambientazioni tra l’horror ed il macabro, tra peccatori e assassini, gli Sharks In Your Mouth a difesa dell’alleanza
Melodia e growl si mischiano in un inno ribelle: «Se ti stai arrendendo / Se sei al limite della tua sofferenza / Prendi la mia mano e unisciti all’alleanza». “Sacrilegious”, la title track, chiarisce bene lo scopo dell’alleanza, con la voce di Andrea Pali a conferirne drammaticità, a disegnare lo scenario della nuova guerra. Da queste prime tracce si intuisce il cambio di sound in atto, che con l’arrivo del chitarrista e compositore Valerio Quirini assume connotati più progressive.
Special guest nella traccia “Dethroned”, con gli Sharks In Your Mouth c’è Daniele Gottardo che si esibisce con il suo tapping a otto dita. “Sinner” e “R.I.P.” ci portano in ambientazioni tra l’horror ed il macabro, tra peccatori e assassini, scavando tombe profonde sei piedi per accogliere i malcapitati. Guardandosi alle spalle si vede solo una scia di morte e sangue, in cui il male è libero di operare a suo piacimento, praticamente indisturbato.
“Sacrilegious” non ci lascia respirare un secondo, fila via come un treno
“As Above, So Below” ne è testimone, con incessanti percussioni come a travolgere tutto, ormai rassegnati alla fine, perché la fine è giunta alle porte. La lotta continua, in questa storia, fino ad arrivare al secondo brano strumentale, “Curtains”, che introduce l’ultima traccia del disco, che è un resoconto definitivo. L’ultima lotta, quella più dura, “Fall (The Covenant Part II)”, tra cumuli di macerie e determinazione a vincere la guerra contro il nuovo ordine mondiale.
Certo, alla fine chissà chi la spunterà, ma una cosa è sicura: questo album non ci lascia respirare un secondo, fila via come un treno. A volte riusciamo a rallentare la corsa, per un breve istante, prima che arrivi l’ennesima brusca accelerata, che ci schiaccia contro il muro del suono. Ottimo lavoro, questo degli Sharks In Your Mouth, che con tenacia e grinta bissano il successo del disco d’esordio, ribellandosi all’omologazione a colpi di progressive.