Slow Nerve, vi do il benvenuto sulle nostre pagine. Essendo un gruppo decisamente giovane, eviterò la nostra domanda di rito, chiedendovi invece come nasce il vostro percorso musicale, che se non erro va al di là del progetto.
Molto semplicemente il tutto è nato come una qualsiasi storia in cui delle persone trovano una passione comune. Diciamo pure che la musica per noi ha rappresentato e rappresenta un modo di sfogare la vita, di cercare di andare al dì là del velo del quotidiano o comunque di mettersi in gioco per conoscersi e spingersi oltre, ed è questa spinta che ci ha fatto incontrare e ci ha portato alle prime prove, alle prime registrazioni e col tempo alla pubblicazione di questo primo disco in uno studio.
Ho avuto il piacere di poter recensire il vostro primo album, pubblicato pochi mesi fa, notando tantissime influenze e contaminazioni musicali, che spaziano dal folk al post rock…
Parlare di influenze musicali in un progetto ovviamente non è mai facile, lo diventa ancora meno dal momento in cui noi quattro non ci siamo incontrati per interessi musicali affini ma piuttosto per una stessa visione della musica, motivo per cui gli ascolti nel gruppo vanno dal punk alla classica, dall’elettronica all’ambient, dal grunge al jazz, e sarebbe quindi difficile citare gruppi o artisti di riferimento. È per questo stesso motivo che probabilmente all’interno del lavoro si possono percepire diverse influenze e contaminazioni.
“Slow Nerve” è un album particolare, ricco di sonorità e di sperimentazione, con alti e bassi. A me è piaciuta molto la seconda parte dell’album; e so che chiedere ad una madre cosa pensa di suo figlio non è corretto, ma lo farò ugualmente. Come definireste il vostro legame con questo lavoro?
C’è un legame diverso con i vari brani, anche solo per il fatto che sono stati scritti in periodi o in stati d’animo di gruppo e individuali molto differenti. Sicuramente i primi sono stati quelli più sperimentali e quelli in cui la coesione tra noi era più acerba. Grazie a questi si è definito sempre più il nostro sound e la direzione che abbiamo scelto per il progetto. Immaginiamo che l’ascolto di alcune canzoni possa non essere semplice, specialmente per un pubblico non abituato ad alcune sonorità, ma ci siamo divertiti ed espressi senza tendere o cercare compromessi.
Quali sono i vostri programmi per il futuro? Avete in mente di fare promozione live al vostro lavoro oppure vi siete gettati a capofitto in una nuova scrittura?
In programma c’è la possibilità di trasferirsi a Bologna per sperimentare nuovi scenari artistici e musicali. La priorità è portare avanti il nostro disco, nonostante ciò ci dedichiamo costantemente allo sviluppo di nuove idee. Nuovi brani, un nuovo disco? In futuro sicuramente.