Un momento singolare, di staticità forzata, quotidianità ripetuta e visione circoscritta, quello che siamo chiamati a vivere. L’immaginario che possiamo costruirci sopra e intorno, però, è immenso. Quale strumento potente come la musica può offrirci le più spaziali coordinate per decollare verso altri confini e oltre le mura di casa?
Allacciate le cinture, si parla di “Take Off and Landing”, un prodotto di lunghi viaggi e attese copiose, lievi partenze e bruschi atterraggi. Un progetto di Tommaso Vecchio, in arte TUM, precedentemente attivo con i Pocket Chestnut, band milanese che ha solcato i palchi di festival nostrani come Ypsigrock o Mi Ami.
Il singolo “Darker” ha anticipato l’uscita di “Take Off and Landing”; la traccia è figlia di un viaggio a Mumbai, snodo cardine dell’intero album. È infatti durante questa parentesi orientale che TUM, colpito da incontri particolari, si dedica alla stesura dell’opera con in mano un ukelele. “Darker” è anche il primo dei dieci brani che compongono un viaggio sonoro di circa trentacinque minuti. I set che hanno ospitato la composizione di “Take Off and Landing” sono aerei che hanno sorvolato sopra la Thailandia, il Marocco, la Lapponia, il Giappone.
Tommaso, racchiude sensazioni estranianti, odori orientali e sapori agrodolci, dentro “Take Off and Landing”, insieme alle persone che con lui si celano dietro TUM
E la nostra mente si riempie già di esotismo (etimologicamente: di posti lontani, forestieri). Dell’indie rock degli Wilco fino agli echi risuonanti dei Flaming Lips, si riempiono invece così le nostre orecchie. Definito anche vicino a Nick Cave e gli Eels. Il risultato è un eterogeneo e dettagliato spettro che oscilla dal folk al blues attraverso numerose sfaccettature tendenti all’indie. Tanto quanto sono variegati e ricolmi di ricche esperienze, i viaggi che ti porti dentro e che cadono nelle canzoni.
Atterrato in Italia, Tommaso, racchiude sensazioni estranianti, odori orientali e sapori agrodolci, dentro “Take Off and Landing”, insieme alle persone che con lui si celano dietro TUM. Il grande paradosso che circonda l’opera è anche quello di essere stato scritto e pensato tra metropoli di milioni di abitanti e montagne sperdute, ed essere stato prodotto in un piccolo studio della Brianza. Insomma, che il viaggio sia con voi, e grazie per aver volato con TUM.