Oggi Zucchero compie 64 anni. Al secolo Adelmo Fornaciari, il blues man italiano si è imposto nel nostro panorama musicale grazie alla sua voce unica e i suoi testi provocatori. Ma i più giovani forse non ricorderanno alcune delle hit che l’hanno portato a essere amato dal suo vasto pubblico. Ripercorriamo insieme una carriera fatta di canzoni che hanno fatto la storia della Canzone e altre che forse non hanno ricevuto il plauso che avrebbero meritato.
L’esordio di Zucchero al Festival di Castrocaro
Nato a Ronconcesi (Reggio Emilia) il 25 settembre 1955, Zucchero vive l’infanzia tra Forte dei Marmi (Lucca) e Avenza (Massa e Carrara). Inizia a militare in alcune band già da adolescente. Ma solo più tardi, a metà del suo percorso universitario in Veterinaria, decide di dedicarsi anima e corpo alla musica. Dopo aver fondato un manciata di complessi R’n’B, esordisce come solista al Festival di Castrocaro nel 1981. Vince con “Canto te”. Il primo posto è un ex aequo con Fiordaliso e la sua “Scappa via”. In gara anche Eros Ramazzotti e Stefano Sani, per cui Zucchero scriverà “Lisa”, in gara l’anno successivo al Festival di Sanremo.
Il primo grande successo con il singolo “Donne”
Dopo un primo album deludente dal punto di vista delle vendite e due partecipazioni all’evento sanremese, Zucchero decide di volare via dall’Italia alla ricerca di un sound più personale. A San Francisco, in California, conosce Corrado Rustici, suo futuro produttore, con cui inizia a scrivere il secondo album. Questa volta è libero di abbracciare le sonorità che ama. Soul e blues confluiscono in “Zucchero & The Randy Jackson Band”, il seguito di “Un po’ di Zucchero”. Il singolo che anticipa l’album diventa un successo radiofonico. Si tratta di “Donne”, canzone che Zucchero abbandonerà per una lunga fase della sua carriera per la sua leggerezza.
Il sodalizio artistico tra Zucchero e Gino Paoli
Nonostante le vendite di “Donne”, l’album non ha il successo sperato. Nel 1986, Zuccherro arriva penultimo al Festival di Sanremo con “Canzone triste”. Inizia la collaborazione con il produttore Michele Torpedine, che gli concede una terza occasione discografica per riscattarsi. Gino Paoli decide di scrivere una canzone per quello che diventerà il suo pupillo. Si tratta di “Come il sole all’improvviso”. I due collaboreranno spesso nel corso degli anni. Nasce “Rispetto”, il nuovo album di Zucchero. In questo periodo il cantante si avvicina anche a Vasco Rossi, già diventato un pilastro del rock italiano.
La depressione e il successo internazionale
Zucchero attraverso un brutto periodo. La separazione con la prima moglie è imminente. Per esorcizzare la depressione, incide “Blue’s” e lo fa uscire nel 1987. L’album venderà oltre 1 milione e mezzo di copie e verrà premiato come disco dell’anno al Festivalbar. “Senza una donna” diventa il suo più grande successo internazionale, grazie anche al duetto con Paul Young. In “Blue’s” sono presenti alcuni dei brani più famosi del cantante, come “Con le mani”, “Hey man” e “Una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica”. La vera perla dell’album rimane però “Dune Mosse”, che conquista il trombettista Miles David, che decide di collaborare con Zucchero per una nuova versione del brano. Grazie alla leg internazionale del “Blue’s Tour”, il cantante italiano apre alcuni concerti del suo idolo, Joe Cocker.
“Oro, incenso e birra”: la consacrazione
Nel 1989 arriva “Oro, incenso e birra”, il quinto album di Zucchero. Rimane a lungo l’album italiano più venduto al mondo, con oltre 8 milioni di copie. Tra i brani di quello che viene considerato il capolavoro del cantante reggiano figurano “Overdose (d’amore)”, “Madre dolcissima”, “Diavolo in me”. “Diamante”, il cui è testo è scritto da Francesco De Gregori, racconta dell’Emilia martoriata dal Dopoguerra ed è dedicata alla nonna di Zucchero. “A Wonderful World” è suonata da Eric Clapton, mentre “Libera l’amore” è suonata da Ennio Morricone. Il blues man italiano è diventato ormai un big tra i big, ricevendo la consacrazione di critica, pubblico e colleghi.
Zucchero e Luciano Pavarotti uniscono le forze
Nel 1992 un esordiente Andrea Bocelli incide la parte tenorile della demo di una nuova canzone di Zucchero. Si tratta di “Miserere”, che verrà poi incisa insieme al re del belcanto Luciano Pavarotti. Il singolo mette insieme lirica e musica leggera. È un mix finora inedito, e lo stesso tenore ha reticenze riguardo la collaborazione. Il grande successo di pubblico lo convincerà però a organizzare il “Pavarotti & Friends”, concerto di beneficenza con grandi nomi del pop, del rock e dell’opera. Tra i coristi di “Miserere”, l’album che prende il nome del fortunato singolo, anche una giovane Giorgia. Nel 2001 Zucchero scriverà per lei “Di sole e d’azzurro”.
Il sound di Zucchero tra Italia e USA
Nel 1995 Zucchero incide a New Orleans “Spirito DiVino”, caratterizzato da un sound che rappresenta un’ottima sintesi tra il soul e la canzone d’autore italiana, con incursioni nel funk. Come la celeberrima “Per colpa di chi?”, il cui riff caratteristico è ispirato a “Calling Elvis” dei Dire Straits. L’album venderà oltre 3 milioni di copie in Italia. Nella track-list sono presenti anche la ballata “Così Celeste”, utilizzata per anni nelle pubblicità natalizie dei prodotti Sapori, e “Il Volo”. A chiudere l’album c’è una canzone scritta da Jovanotti, “Alleluja”.
Zucchero, papà dolce e diavolo scatenato
Il successo di Zucchero non sembra volersi arrestare. Il cantante italiano è ormai una celebrità internazionale, e collabora con i più grandi colleghi del mondo, come Bono degli U2 e Sting. “Bluesugar”, dedicato al suo terzogenito, esce nel 1998. Il tour per promuovere l’album lo porterà a esibirsi in 131 date. Mentre è all’estero fa uscire “Overdose d’amore / The ballads”, una raccolta con le sue canzoni più dolci. Nel 2001 è autore di “Luce (Tramonti a nord est)” di Elisa e “Di sole e d’azzurro” di Giorgia, prima e seconda classificata al Festival di Sanremo. È l’anno di “Shake” che contiene i successi “Baila” e “Sento le campane”, dal ritmo scatenato e danzereccio.
Le grandi collaborazioni e la svolta pop
Nel 2004 Zucchero ospita un concerto evento alla Royal Albert Hall per promuovere il nuovo “Zu & Co.”, una speciale raccolta di brani ripensati e reinterpretati con grandi star internazionali. Due anni dopo registra Hollywood “Fly”, dal quale vengono estratti due tormentoni estivi, “Bacco Perbacco” e “Un kilo”, che vede la partecipazione di Questlove, batterista dei The Roots. È un album decisamente pop, con i ritmi latini di “Cuba libre” e la ballata romantica, scritta da Ivano Fossati, “È delicato”. Nel 2011 pubblica “Chocabeck”, concept album su una giornata domenicale nella Pianura Padana. Il singolo più famoso è “Vedo nero”. Zucchero pubblica anche la sua autobiografia “Il suono della domenica – Il romanzo della mia vita”.
Il ritorno alle origini dopo le sperimentazioni
È il 2012, e Zucchero decide di riscoprire le origini della propria musica. Ma il viaggio lo porta inaspettatamente verso sonorità latine. Dopo New Orleans, California e Messico, approda a Cuba per registrare “La sesión cubana”, con inediti, riarrangiamenti e cover. Nel 2016 pubblica “Black Cat”, un ritorno alla musica d’autore e al genere che l’ha reso famoso dopo le sperimentazioni dei tre album precedenti. Collabora con Mark Knopfler per “Ci si arrende”, la cui versione inglese è affidata ancora una volta alla penna di Bono. Per trainare il disco in Italia viene scelto invece “Partigiano reggiano”. Quest’anno Zucchero ha festeggiato i 30 anni di “Oro, incenso e birra”. L’8 novembre uscirà il suo nuovo singolo di inediti, che promette di essere un ennesimo capolavoro blues, “D.O.C.”.