Ciao Tarsia, benvenuta su Music.it! Rompiamo subito il ghiaccio: racconta ai lettori un singolare episodio, accaduto durante la tua carriera musicale che non scorderai mai per l’imbarazzo!
Ciao a voi! Un episodio che ancora mi fa ridere moltissimo, risale a qualche anno fa. Vado a fare uno dei miei classici concertini in un localino romano, arrivo all’orario previsto per il soundcheck, entro nel locale dicendo ai dipendenti che avrei dovuto suonare lì la sera. Inizio a montare il tutto, mi sistemo, ma noto degli sguardi perplessi, decido anche di ordinare uno spritz e attendo direttive per fare il mio soundcheck. Resto li per circa una quarantina di minuti, fino a quando mi squilla il telefono, era il proprietario del locale in cui avrei dovuto suonare. Era molto nervoso, ed io che sorseggiavo il mio aperitivo serenamente gli rispondo che io sono già pronta e aspetto solo che mi diano l’ok per provare.
Non dirci che…
Esattamente, ero in un altro locale! Mi sono vergognata come un cane, ho preso la mia roba, smontato e siamo andati via. Non mi avevano specificato il numero civico, ho visto un locale e ci sono entrata dentro, i ragazzi del bar, mi hanno offerto lo Spritz alla fine, non so se per pena o per simpatia.
Parlaci di te e delle tue prime influenze musicali. Come e cosa ti ha avvicinata al mondo della musica?
Ho iniziato a cantare sin da piccolissima, ascoltando i dischi di mio padre. Lui amava Pino Daniele, la soul music, il funk e credo che sia stato proprio questo sound che scandiva le mie giornate a farmi appassionare alla musica. Poi nel mio percorso ho scoperto vari artisti che sono diventati per me dei punti di riferimento: Amy Winehouse, Erykah Badu, Lucio Dalla e una lunga lista.
Cosa vuol dire essere una cantautrice oggi in Italia?
Sarebbe bello se in Italia venisse dato più spazio alla musica originale, ma anche a generi e sonorità diverse, la maggior parte delle volte che mi capita di accendere la radio, sento sempre le stesse cose e questo mi dispiace, perché conosco molti cantautori e cantautrici bravissimi che meriterebbero più spazio. Io nel mio piccolo cerco di portare avanti il mio progetto, credendo in ciò che faccio e cercando di trovare e mischiare sempre nuove sonorità.
In quale particolare momento della tua vita nasce il singolo “Passi”? Cosa significa per te questo brano?
“Passi” è nata in un momento difficile della mia vita, stavo attraversando un periodo tragico ma ad un certo punto ho capito che passo dopo passo, portandomi dietro tutte le esperienze, tutti i ricordi, avrei trovato la forza per andare avanti. Questa canzone rappresenta un po’ la mia rinascita, è il primo singolo di un album che non vedo l’ora che esca fuori e possa arrivare a quanta più gente possibile.
Se dovessi definire questo singolo con un colore, quale sarebbe?
Sarebbe il verde, con tutte le sue sfumature. Il colore degli alberi, resistenti e legati alle radici. Rappresenta inoltre il colore della vita che continua e si rinnova, segno di equilibrio e di crescita, ed è poi il colore della speranza che non muore mai.
C’è un momento della giornata o un luogo particolare che prediligi per scrivere?
Non c’è un momento preciso, se non quello in cui riesco ad esprimere i miei pensieri e a concentrarmi sulla mia creatività. Mi piace essere da sola, rilassata, davanti al mio pianoforte o con il mio ukulele. Senz’altro quando mi trovo in un bel posto, traggo sempre ispirazione da ciò che ho attorno, quindi posso essere ovunque, in qualsiasi momento, ma mi piace molto scrivere a casa mia in Basilicata.
Cosa bolle in pentola? Un nuovo album in arrivo? Vuoi darci qualche anticipazione?
Sì, il mio album è in lavorazione. Sarà un album tutto suonato dal vivo, in presa diretta, come si faceva in passato. Adoro essere in studio con i miei amici musicisti, riuscire a creare quella magia che è la spinta e il motivo per il quale ho deciso di fare questo lavoro. Ciò che posso anticiparvi è che ogni brano ha una sua storia e un suo mondo sonoro, sarà un crossover tra generi. Non vedo l’ora che possiate ascoltarlo.
Prossimamente, con chi ti piacerebbe condividere il palco?
Mi piacerebbe condividere il palco con diversi artisti, come con tanti musicisti che ho avuto il piacere di ascoltare e stimare. Se dovessi farti qualche nome ti direi, Fabio Concato, Ornella Vanoni, ma anche Brunori Sas, Tosca e una lunga lista.
Tarsia, grazie per essere stata con noi. La nostra intervista è giunta al termine ma l’ultima parola va a te: saluta i lettori come meglio preferisci. Ciao e a presto!
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