TAURED: l’omonimo disco d’esordio suona post-rock e leggende sci-fi
La band varesina in uno scatto
La band varesina in uno scatto

TAURED: l’omonimo disco d’esordio suona post-rock e leggende sci-fi

Il post-rock torna ancora nella scena underground italiana con “Taured”, il primo album della band di Varese che si presenta con una decisa identità artistica e sonora. I rimandi ad artisti come Cloudkicker ed Intronaut, pg.lost, If These Trees Could Talk e Jakob si percepiscono in modo distinto. Tuttavia elementi noise, etnici e propri di sonorità più heavy, come violenti riff distorti, sono ben fusi nel crogiolo sonico dei Taured. Oltre a mischiare doom e psichedelia alla matrice post-rock, la band unisce un’aura di mistero e sci-fi raccontando in ogni brano una storia inspiegabile, una leggenda proveniente degli angoli più disparati del pianeta. “Taured” è uno statuario album di sei brani. I pezzo spesso superano gli otto minuti di lunghezza e si evolvono in modo fluido in sezioni che si contrastano a livello dinamico.

“Taured” si può collocare nel panorama post-rock strumentale, ma l’ispirazione presa dalle ambientazioni fantascientifiche aggiunge un tocco di freschezza ad un genere già vastamente esplorato

La prima traccia, “Lake Vostok”, apre il disco con segnali radio e riff di chitarra disorientanti. Non mancano gli elementi psichedelici, noise e di derivazione grunge. Segue “The Man From Taured”, un brano incalzante in cui il mistero dell’uomo di Taured viene presentato con timpani martellanti e riverberi. In “Monolith” si uniscono all’organico il didjeridoo di Valerio Antonini, percussioni e voci etniche che vengono poi sovrastati dalla violenza delle chitarre. In “Fairies Circles” domina la velocità, fino ad arrivare a batterie blast e bassi distorti. Il penultimo brano “Wardenclyffe – Tunguska”, racconta l’esplosione siberiana in un crescendo di intenzione, noise e psichedelia. “Taured” si chiude con “The Strange Case of P.F. Zanfretta”, in cui si notano i monologhi in italiano ed un finale potente.

Nonostante si possa collocare senza problemi nel panorama post-rock strumentale, l’ispirazione presa dalle ambientazioni fantascientifiche aggiunge un tocco di freschezza ad un genere già vastamente esplorato. Le sonorità del disco, inoltre, ricordano spesso ed in modo piacevole quelle di band della scena progressive come Mastodon e Tool, specialmente nel brano conclusivo dell’album. Per concludere, i Taured escono con un lavoro ben fatto. Qualche accortezza in più poteva essere riposta in fase di produzione, ma va tenuto in considerazione che si tratta pur sempre di un album d’esordio. Ci auguriamo che la band varesina sia già al lavoro per un follow-up, e che le storie sci-fi non siano finite qui.