Il traduttore di trap The André in uno scatto di Ilario Botti.
Il traduttore di trap The André in uno scatto di Ilario Botti.

THE ANDRÉ: “L’incapacità di scrivere musica nuova uccide la musica”

Ciao The André, benvenuto su Music.it! Inizia col raccontarci un aneddoto imbarazzante di cui sei stato protagonista. Qualcosa che ci aiuti a demitizzare un pochino l’aura con cui di solito avvolgiamo gli artisti.

Ero a Cantautoradio, il programma di Morgan su radio 2. C’è anche un Franco Mussida che, dopo qualche ora che siamo lì, mi tende un libro dicendo che l’ha scritto lui e se mi va di leggerlo vorrebbe conoscere il mio parere. Io lo ringrazio, faccio per mettere il libro nello zaino. Lui ride e dice: «Intendevo se hai voglia di comprarlo, quella copia non te la posso regalare». Ahi, dura terra, perché non ti apristi?

Chi era The André prima di diventare The André? Come ti sei avvicinato alla musica?

Era un neo ingegnere ambientale senza lavoro. La musica l’ho sempre ascoltata, ma ho cominciato a suonarla solo raggiunti i dieci anni di età, componendo dei Lied sulla mia bontempi.

A proposito di demitizzazione e di domande che ti avranno fatto altre 1000 volte: come è nata l’idea di far incontrare lo stile di Fabrizio De André con i contenuti delle canzoni di oggi?

È una gigantesca operazione commerciale che coinvolge Francesco Facchinetti, Flavio Briatore e i poteri forti. Mi hanno chiesto di rendere appetibile la musica trap anche al pubblico più maturo.

Se oggi Faber fosse vivo, cosa penserebbe della trap e dell’indie pop?

Non mi permetterei mai di mettere parole non sue in bocca al Maestro.

Si dice che le cover uccidano la musica. Sei d’accordo con quest’affermazione? Perché?

Non penso, i migliori direttori d’orchestra del mondo eseguono quasi solo cover. Al massimo è l’incapacità di scrivere musica nuova che uccide la musica.

A proposito, qual è il concerto cui The André non potrebbe mai assentarsi?

Al proprio, perché se non c’è lui non inizia.

Se dovessi utilizzare una metafora ‘professionistica’, a cosa paragoneresti il tuo modo di fare musica? 

Meretrice.

A quasi un anno dall’uscita di “Themagogia”, qual è stata la risposta del pubblico?

Si, oppure no, a seconda dei gusti. Oppure blasfemo. Blasfemo molto spesso.

A proposito di pubblico, nel breve termine hai in mente un altro tour? Oppure ti metterai a lavorare a qualcosa di nuovo da farci ascoltare?

Potrei stupirvi e fare entrambe le cose.

Siamo alla conclusione. Scegli dei versi per salutare i nostri lettori e i tuoi ascoltatori. Ciao The André!

Eheu fugaces Postume, Postume / labuntur anni.

(N.D.R. Orazio, Ode II, 14)

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