Giovane gioiello della scena cantautorale italiana, Alessandro Sipolo prende ancora una volta il bagaglio pieno di tutti i suoi viaggi e compone il suo terzo album. “Un Altro Equilibrio” è il naturale proseguimento del percorso che lo aveva visto nascere nel 2013 quando, lasciata la sua Brescia, trascorre un anno tra Cile, Bolivia, Argentina e Perù. Viaggio della durata di un anno che lo ha arricchito sotto il punto di vista umano e artistico e ha fatto in modo di creare una poetica personale e privata. Da tutto questo nasce il primo album “Eppur Bisogna Andare”, prodotto non a caso da Giorgio Cordini, storico chitarrista di Fabrizio De André.
Lo stile infatti è inequivocabilmente quello, a partire dai toni della voce che preferiscono stendersi su registri bassi, lasciando il maggior respiro ai testi. È qui infatti, che Alessandro Sipolo dimostra di aver talento. La sua è una scrittura pura e ben calibrata, dove non mancano riferimenti letterari e continui rimandi storici. “Un Altro Equilibrio”, uscito il 25 gennaio per laPop e Freecom, riassume perfettamente le influenze artistiche di Sipolo e i suoi intenti di artista. Le sue sono infatti canzoni impegnate, inscindibili dalla passione politica che lo contraddistingue e che in “Un Altro Equilibrio” si fa palese.
“Un Altro Equilibrio” riassume perfettamente le influenze artistiche di Alessandro Sipolo e i suoi intenti di artista.
Senza mai dimenticare di star facendo musica e non trattati letterari, Alessandro Sipolo, non rinuncia a ritmi sonori ben curati, che giocano tra il folk più internazionale e tappeti più poetici in linea con la canzone d’autore. D’altronde quell’equilibrio chiamato in causa dal titolo stesso dell’album è anche questo. Una linee sottile, una corda sospesa che si muove al vento, è quella che sorregge Sipolo in questo percorso di artista e di persona. Creando una commistione tra tradizione cantautorale italiana e sonorità più americane, tra privato e universale, amore e politica, piccole storie e grandi classici letterari, nascono le dieci tracce di “Un Altro Equilibrio”.
Le storie che Alessandro Sipolo canta in “Un Altro Equilibrio” sembrano anonime all’orecchio dell’ascoltatore. Lungo il testo però, si iniziano a intravedere quegli scorci della sua poetica che innalzano i protagonisti a testimoni di un era che cambia. In “Dong Van”, un motociclista in viaggio nel Vietnam Settentrionale si immerge in una natura incontaminata, senza nazionalismi, ma un bambino gli scaglia contro un sasso, delimitando ancora una volta una barriera sociale.“Ventotto Giorni e Quattro Ore” è quanto l’atleta Marco Berni ha impiegato per attraversare l’Alaska a piedi. Ma è soprattutto il tempo che lo separa da una società che invece lo ha sempre alienato.
Tra tradizione cantautorale italiana e sonorità più americane, Alessandro Sipolo crea un album in perfetto equilibrio.
“Lo Sciamano Bianco” è lo psicologo italiano che decide di curare un rifugiato maliano in preda a visioni e rimorsi. “La Deriva” è quella di due viaggiatori con l’auto in panne, proprio all’indomani di una rovina ancora più grave come l’elezione di Trump. La title track, che ispira anche la copertina dell’album, prende invece spunto da una foto del padre acrobata di Alessandro Sipolo. In quel giocoso equilibrio delicato si nascondono i suoi personali conflitti, ma anche l’affascinante natura delle contraddizioni. Tra folk e pop, rock e cantautorato, “Un Altro Equilibrio” è allora la ricerca di un nuovo punto di vista, una prospettiva alternativa, né bianco né nero, un sogno a testa in giù.