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UnFauno: introspezione e autenticità

Fauno Lami, in arte UnFauno, non passa inosservato con il suo brano dal titolo “Che cazzo ci faccio qui?”. Il pezzo, sincero, profondo ma allo stesso tempo leggero, è nato durante una serata fuori, come la maggior parte delle sue creazioni artistiche. Parla di un’ emozione che si prova sia in mezzo alle persone ma anche da soli, trovandosi in luoghi ameni o in mezzo a persone che non ci conoscono. UnFauno ci dice che la motivazione va ricercata dentro a chi si sente così e che rappresenta la necessità dover cambiare qualcosa nella propria vita, senza pretendere che siano gli altri a modificare il loro modo di essere.

Se potesse scegliere un potere opterebbe per quello di dimenticare le emozioni negative e poter vivere ogni volta dei nuovi inizi positivi.

“Che cazzo ci faccio qui?”

Frizzante ma onesta, questa produzione musicale è stata affidata ad Axel Legit, ( n.d.r lavora con artisti come Ariete, Psicologi) ed è una traccia che rimane impressa. Una poesia, se letta piano, che racconta di un momento in cui l’artista si è sentito a disagio e desiderava scappare.

Ci spiega che le migliori canzoni sono trasversali, possono parlare di un amato o un’amata o essere riferite a un dio, a un’entità spirituale e nel caso di questa canzone, UnFauno vuole scappare sia verso qualcuno che lo capisce ma anche verso una pace più divina.

Dice di sè di essere un uomo in continua ricerca interiore, cosa che a volte lo spinge ad allontanarsi da vecchi pattern.

Nel testo scrive “Dante ha visto demoni ma ha creduto nell’amore”, secondo l’artista ,infatti, più c’è assenza d’amore e più ci sarà richiesta dello stesso, anche in un’epoca come la nostra, basata sui numeri e sulla materialità, in cui si va sempre più verso la prevalenza dei robot, anche se non sono loro a spaventarlo ma gli uomini che li guideranno.

Social Network e finzione

Per l’artista stiamo dando troppa importanza alla nostra apparenza sui social, le esperienze ormai vengono fatte per essere viste su Instagram e per ottenere approvazione virtuale, estraniandosi dalla realtà e creandosi un alter ego. É questo tipo di visione ad averlo spinto a scegliere il nome d’arte il più simile possibile al suo nome, per non discostarsi troppo dalla sua vera identità e mettersi a nudo per chi è veramente.

Ha vissuto per un periodo in una comunità spirituale, tornando a casa molto arricchito interiormente. Con il consiglio che ci lascia, di scrivere su carta 100 desideri, ci dice che ci accorgeremo che abbiamo già tantissimo e che non serve molto altro nella vita, sicuro non le lamentele.

Ci saluta in radio ricordandoci che il 1 luglio si esibirà al Traffic di Roma e noi di Music.it saremo lì presenti, a cantare a squarciagola “ Che cazzo ci faccio qui?”

Giulia Marceca