Bentrovato Federico… O per meglio dire Unminuto! Apriamo le danze con un qualcosa di non convenzionale, ti va? Svelaci qualcosa di legato alla musica che hai tenuto nascosto fino ad oggi!
In bocca al lupo a voi per questa avventura! Mi vergogno un po’ a dire che in passato ho scritto pezzi con Guitar Pro. Tuttora lo faccio a volte per scrivere dei midi.
Dal 2014 ad oggi sembrano esserci stati diversi cambiamenti. Con il progetto solista Unminuto tenti di addentrarti nel cantautorato italiano, genere che molti ritengono superato, per altri invece un bene inestimabile da salvaguardare…
Ho sempre voluto parlare agli altri, delle vite degli altri, partendo dalla mia personale esperienza. Sono convinto ci sia un filo conduttore, uno spirito del tempo che passa da me e da noi tutti. Cerco di raccontarlo. Non potevo più farlo nascondendo i testi dietro un ammasso confuso di strumenti. Ecco perché ho alleggerito tutto. Anche il nome!
Il tuo ultimo singolo “Felicità” segna un nuovo cambiamento. La musica ti ha fatto trovare la tanto agognata felicità? Il compromesso è necessario per vivere in pace?
“Ognuno di noi combatte una battaglia di cui tu non sai nulla” ha detto qualcuno prima di me. La felicità è quindi nella lotta. Oppure nella rinuncia, nel sottrarsi a questa guerra tra poveri in cui tutti veniamo contaminati dall’ambizione. Sono convinto che la felicità non sia nella posizione sociale, non sia nel denaro, ma in altre cose che ogni tanto ci ricordiamo di cercare. Ci vorrebbe un’educazione alla felicità per tutti.
Il videoclip è stato girato nel museo street art di Tor Marancia. Perché hai deciso proprio quella location? Pensi che l’arte sia importante per la vita quotidiana delle persone?
Mi piace arricchire i significati di una canzone con altre forme di arte o importanti esperienze umane di altro tipo: lo sport, gli studi sul cosmo, un comune medievale ancora intatto o un codice antico. Nel caso specifico, ho cercato la felicità in questa comunità di Tor Marancia che si è vista improvvisamente tra i piedi questi giovani street artists e ha iniziato ad offrire loro ospitalità. Ora, dovunque giri lo sguardo hai qualcosa di bello da vedere. L’arte non risolve i problemi, ma permette di porsi solo i problemi più importanti. L’arte educa.
L’album di esordio di Unminuto dovrebbe uscire alla fine di quest’anno, puoi anticiparci qualcosa?
Ti dico solo che parlerà del senso profondo della natura, quella vivente e quella umana. E pazienza se oggi si parla solo di cretinate post-adolescenziali. Quelle cose passeranno di moda. Comunque ora ho 15 pezzi quasi ultimati e tra questi ne devo scegliere 8. Sto cercando un filo conduttore e mentre lo cerco vengono fuori pezzi ancora più freschi. Aiuto.
Tornerai presto sul palco? Che progetti hai per il futuro? Collaborerai ancora con altri artisti?
Per ora mi sto concentrando sull’arrangiare i brani insieme alla band e a breve inizieremo a lavorare con una produzione. Suoneremo però un inedito per il Festival dei Castelli Romani il 6 luglio.
Piccola curiosità mia: perché “Fedenco”?
Non posso dirlo, scusami!
Pazienza, ci ho provato. Unminuto, grazie per il tempo concesso e per averci permesso di conoscerti meglio! Vuoi aggiungere qualcosa in conclusione?
Fedenco è un Federico visto con occhi appannati.