Gli Acheronte son pronti a traghettare i lettori di Music.it. Phobos, ideatore del progetto, è qui con noi oggi!. Vediamo di lasciare subito il segno. Racconta uno dei momenti più strani e particolari accaduto agli Acheronte. Sii originali!
Ciao, qui Phobos. Non so se può essere considerato strano, ma di certo è abbastanza esilarante. Stavamo rientrando dal live in Svizzera e un’impostazione errata del navigatore ci stava portando a morire tra le Alpi. Senza considerare che era dicembre e le strade dislocate erano abbastanza impraticabili. Alla fine,capito che qualcosa non andava, abbiamo perso un botto di tempo per tornare indietro. Fortunatamente ci siamo rimessi nella direzione giusta.
Quando si sono formati gli Acheronte? In che modo le vostre anime sono entrate in contatto?
Ci siamo formati agli inizi del 2010, iniziando quasi tutto per caso. Era già qualche mese che provavo qualche tentativo di mettere su una band con i pochi personaggi che il panorama della mia città offriva. Dopo vari tentativi miseramente falliti sono riuscito a impostare la prima formazione Acheronte.
Acheronte è un nome molto importante e famoso. Perché proprio questo nome?
La mitologia ci è sempre piaciuta. L’abbiamo scelto per quel che rappresenta.
Artisti che vi hanno guidato fino a oggi?
Ci siamo ispirati ai classici del black metal. Impossibile non citare band come Mayhem o Marduk.
“Son of no God” è il vostro ultimo album. È lui Caronte? È con lui che volete traghettare gli ascoltatori?
Senza togliere nulla al nostro primo album, in cui abbiamo avuto un po’ di problemi per via del nostro ex batterista, direi che è il nostro lavoro di punta. Non vorrei, tuttavia, etichettarlo come Caronte, bensì come un viaggio senza ritorno sull’Acheronte.
Vi sentite cambiati rispetto ai precedenti lavori?
Sì, lo siamo. Gli anni passano, le motivazioni cambiano e l’ingresso del nuovo batterista ci ha cambiati. È impossibile rimanere sempre uguali nel corso del tempo. E lo riterrei anche abbastanza palloso.
Cosa sfornerete per noi nel futuro prossimo? Nuovi singoli o progetti addirittura?
Ora ci stiamo concentrando sui live. Più avanti inizieremo a provare un po’ di materiale nuovo, che sarà tanto uguale quanto diverso vista la formazione a 3. Se mi stai chiedendo se ho altri obiettivi da “Son of no God” in poi, per adesso posso risponderti solo di no.
Come vedi la scena black metal in Italia?
Personalmente non credo che ci sia una scena black metal in Italia. Il pubblico va sempre a diminuire, e di conseguenza diminuiscono i posti dove poter suonare. Sono consapevole che ci sono persone che nel loro piccolo portano avanti, con serietà, un discorso musicale o di organizzazione di eventi. Può piacere o no, ma meritevole sempre e comunque del massimo rispetto. Poi ci sono personaggi da circo, ma quelli li troviamo un po’ ovunque.
Ringrazio Phobos degli Acheronte per avermi trasportato sulle sue parole. Le ultime righe sono per te, saluta i lettori!
Grazie per lo spazio che ci avete concesso, continuate a seguirci.