Benvenuto Limbrunire! È un piacere averti su Music.it e siamo molto curiosi di conoscerti. Raccontaci un aneddoto divertente accaduto durante questo tuo percorso musicale!
Ciao ragazzi, piacere mio di conoscervi e grazie per avermi interpellato. Ce ne sono diversi, ma di primo acchito ricordo un episodio in particolare accaduto durante un concerto. Solitamente sull’ultimo brano salto giù dal palco per avere un contatto più diretto con il pubblico. Una sera durante l’ennesimo salto il cavo del microfono, rimasto intrappolato tra le aste ed i monitor, si è staccato dal microfono senza che me ne accorgessi. Mi resi conto dopo qualche secondo del fattaccio, guardando le facce attonite di chi mi stava di fronte. Quando ho recuperato il cavo ormai era troppo tardi, il brano era finito e la voce in quell’ultimo inciso non pervenuta. Mi ha ricordato molto la scena di Forrest Gump durante il discorso celebrativo dei reduci del Vietnam a Central Park.
In quale momento della tua vita hai deciso di dedicarti attivamente alla musica?
Quando ho capito che non potevo farne a meno, quando ho realizzato che la parola hobby accostata alla parola Musica era alquanto stretta. In termini di tempo si parla di anni ormai, credo più di quindici, mese in più, giorno in meno!
Limbrunire, un cantautore italiano dalla poetica che oscilla tra gioia e disperazione. Quali sono stati i tuoi maestri di riferimento?
Citarli tutti sarebbe impossibile, non posso fare a meno di nominare Fabrizio De Andrè, Ivano Fossati, Lucio Battisti e Pasquale Panella, Franco Battiato, Max Manfredi e Fabio Ilaqua.
Cosa significa per Limbrunire essere un cantatore oggi, ai tempi dei social?
Significa essere costantemente in bilico ed essere predisposti a dedicare una fetta del proprio tempo a quest’aspetto che alle volte si discosta dall’argomento principale, la musica. Trovo la sfera social alquanto interessante se usata con raziocinio e parsimonia, è un affresco da cui trarre ispirazione, un habitat ideale per chi vuol esser conosciuto e riconosciuto. Si viaggia ad alta velocità, i tempi morti sono raramente concessi, ci sono pro e contro come in tutte le cose insomma, occorre esser bravi a giocare le carte della curiosità anche in quell’ambito.
Il tuo nuovo singolo “Ho-oponopono” nasce dalla fusione tra il synth-pop e l’italo-disco, e questo lo rende molto danzereccio. Credi che sia possibile fare musica d’autore da ballare?
Assolutamente, almeno io ci sto provando, ed anche nei prossimi brani ci sarà sempre questa combo. Credo fortemente nelle parole, i testi per me sono fondamentali, allo stesso tempo amo veder muovere i fondoschiena, chi si lascia andare allontanando per un momento l’alone opaco dei pensieri.
La tua musica sembra richiamare un nostalgico sound anni ’80 ma il testo del tuo nuovo singolo tratta di temi molto attuali. Quale messaggio vuoi comunicare ai tuoi ascoltatori?
Non prediligo svelare le carte, sostengo la tesi inerente alle diverse chiavi di lettura, nel caso in cui ve ne fossero perché mi appaga ed incuriosisce maggiormente. «Scrivo canzoni proprio perché non ho bisogno di spiegarle», Fabrizio De Andrè docet. Alla fine anche questo è un messaggio
Parliamo del titolo: come nasce l’idea di “Ho-oponopono”? A quale significato possiamo associarlo?
“Ho-Oponopono” è un mantra o metodo hawainano basato su quattro semplici concetti: “Mi dispiace, Perdonami, Ti Amo e Grazie!” È un metodo improntato sul pensiero e la forza del perdono, ovvero, secondo gli yogi hawaiani tutto ciò che pensiamo inevitabilmente si manifesta positivamente o negativamente anche sul nostro corpo. Mi piaceva particolarmente la sua fonetica oltre che la semantica in sé ed il fatto che sia una parola ed un metodo ancora di nicchia nella cultura europea.
Cosa ti riserva il futuro? Già stai pensando a nuovi singoli da lanciare?
Certo, a breve uscirà un nuovo singolo con relativo videoclip e poi chissà… Ci sono diversi brani nel cassetto pronti per un immediato album ma stiamo valutando alcune variabili. Spero comunque di riprendere il prima possibile l’attività live che poi è l’apogeo del piacere di chi fa questo mestiere o di chi prova a farlo.
Siamo arrivati al termine della nostra intervista. Limbrunire ti ringraziamo per essere stato con noi e queste ultime righe sono per te, saluta i lettori!
Un saluto ed un abbraccio sincero a tutti coloro i quali hanno appena finito di leggermi, vi aspetto davanti al palco per stringervi uno ad uno. Un plauso invece a voi di Music.it che con passione viscerale date visibilità e merito agli sforzi di noi dannati cantastorie. Vi voglio bene!