Da poco è uscito il nuovo lavoro di Ilaria Pilar Patassini, dal titolo “Luna in Ariete”. Un lavoro ricco di dolcezza ed eleganza scritto dall’autrice romana, che abbiamo recensito in maniera decisamente positiva. Proprio l’album infatti ci ha portato ad incontrarla durante il suo firmacopie presso una delle librerie Feltrinelli di Roma dove, dopo un’esibizione, Ilaria ci ha concesso qualche minuto del suo tempo, tra una foto e un autografo, per parlarci di lei e del suo lavoro.
Un’intervista insolita ma spontanea, seduti sulla scalinata della libreria e immersi in un’ambiente assolutamente ricco di musica, tra libri e dischi, abbiamo passato qualche minuto cercando di scoprire qualcosa in più sulla sua vita e sul suo disco. Ovviamente non potevamo esimerci dal capire come nasce per Ilaria la passione per la musica, che la ha portata fino ad oggi.
«A un certo punto mi sono resa conto che faceva parte di tutte le mie giornate, il canto»
«Ho iniziato a cantare prima di parlare. Quando è così è come avere un braccio o una gamba, non lo prendi in considerazione, non te ne accorgi. Poi a un certo punto mi sono resa conto che faceva parte di tutte le mie giornate. C’era una magia, ho scoperto di avere una vocazione, che se vuoi è anche una croce no?» Sembra paradossale come, mentre ci racconta della sua vocazione, ci fa presente che nei suoi sogni inizialmente non si palesava di voler fare la cantante, ma piuttosto l’attrice o la scrittrice.
Dopo aver quindi capito come Ilaria sia legata alla musica, e averci spiegato che comunque la sua è una voglia estrema di comunicare, di avere un rapporto con il pubblico, che sia da attrice come sognava, o da cantante, abbiamo iniziato a parlare del nuovo album. Ci siamo chiesti quali fossero le principali differenze dal suo ultimo album all’attuale “Luna in Ariete” e la risposta non poteva essere più semplice e diretta. Ilaria è sicuramente una donna dalle idee chiare.
«Questo disco rappresenta un po’ una liberazione e la chiusura di un cerchio»
«L’ultimo album era un album sostanzialmente da interprete, io ho firmato tre brani ma fondamentalmente grandi artisti hanno scritto per me. Questo disco è decisamente più mio, firmato per intero da me e se vuoi, riprende più il mio secondo disco che non il mio ultimo. Rappresenta un po’ una liberazione e la chiusura di un cerchio. C’è tutto di diverso ma alla fine non c’è nulla di diverso»
Parlando di cerchi chiusi e fine di percorsi, ovviamente ci siamo chiesti se però “Luna in Ariete” non potesse rappresentare anche l’inizio di un nuovo percorso, e anche in questo caso la risposta è stata positiva:
«Per me la musica non può essere un sottofondo»
«Assolutamente si, ci sono molti brani che sono rimasti fuori dall’album. Io funziono così: mi carico a molla, sono molto curiosa, ad esempio non riesco a stare senza leggere. Stranamente riesco però a stare senza musica, perché per me non può essere un sottofondo, i miei ascolti sono sempre impegnati. Se una cosa mi folgora posso ascoltarla anche 20 o 30 volte di seguito»
Ascoltando queste parole vengono in mente tantissimi brani che è capitato di ascoltare fino allo sfinimento, quei brani che ti fanno pensare “questo è il più bel brano che abbia mai ascoltato” e quindi i siamo chiesti quali fossero questi brani per Ilaria specialmente nei suoi ultimi ascolti.
«Tra gli artisti italiani, sono rimasta folgorata da La Rappresentante Di Lista, con il brano “Questo Corpo”»
«Forse negli ultimi anni, questa sensazione l’ho un po’ provata con l’ultimo di Leonard Cohen, ma parlando di artisti giovani sono rimasta impressionata da Billie Heilish, veramente pazzesca, proprio brava. Di italiani invece, proprio nello specifico una canzone e un video, di parecchio tempo fa: La rappresentante di lista con il brano “Questo Corpo” che è fantastico e Veronica Lucchesi è una cantante strepitosa»
Siamo assolutamente d’accordo con le parole e le preferenze di Ilaria che dimostra di avere anche una fortissima apertura mentale rispetto alla musica e i generi, spaziando dal cantautorato all’elettronica e l’inide. Parlando di altri artisti, le diciamo che ascoltando il suo album ci sono venuti alla mente tanti grandi nomi. Dalla grinta di Irene Grandi alla scrittura di Fabrizio De Andrè con tonalità tra Carmen Consoli e Mia Martini. Ovviamente potremo aver sbagliato tutto, ma ci chiediamo se questi autori facciano parte della sua cultura musicale.
«Sono cresciuta a pane e cantautori»
«Ricordate benissimo. Parlavo ieri con una persona che probabilmente era l’assistente di Mia Martini che mi ha raccontato molto cose. Io credo che Mia Martini sia stata la più grande interprete italiana. Perché non può esserci interpretazione senza sofferenza. È stata molto grande per tutto ciò che è riuscita a fare e costruire nonostante l’abbiano massacrata in una maniera vergognosa. Per De Andrè vale lo stesso, sono cresciuta a pane e cantautori quindi da Lucio Dalla a Paolo Conte che per me è inarrivabile».
Dobbiamo chiudere l’intervista anche se vorremmo continuare a parlare con Ilaria Pilar Patassini per ore. Ma la libreria sta chiudendo, le serrande iniziano ad abbassarsi ed è ora di andare a casa. Riusciamo comunque a ricamarci altri due minuti per parlare del suo ultimo album e della curiosità del nome del lavoro e di quanto la gravidanza abbia influito su di esso.
«Passo dopo passo sono riuscita a mettere in pratica tutte le mie idee»
«Il nome era già stato scelto prima. Ma in effetti pensandoci un Luna in effetti c’è, una rotondità c’è. Dopodiché devo dire, gli ormoni fanno delle cose strane – ride –. Hai tantissime cose in testa e dici: “Adesso dove le metto?”. Erano tutte cose urgenti e incredibilmente passo dopo passo le ho messe in pratica tutte. Non so neanche io come ho fatto. Quando si ha la fortuna di avere una gravidanza bella e positiva di energia ne hai a pacchi. Spesso si tratta la gravidanza come una malattia, ora, ci sono purtroppo dei casi in cui bisogna stare a letto. Ma nella maggior parte dei casi, ovviamente le donne devono essere coccolate, accudite e bisogna fare attenzione, ma sono dei leoni!».
Ancora una volta siamo perfettamente d’accordo con Ilaria e intanto arriva il momento dei saluti.