I Palmer Generator e i The Great Saunites presentano “PGTGS”, il loro split album uscito il 2 marzo. I primi sono: Michele, Tommaso e Mattia Palmieri; un padre, suo fratello e suo figlio. Rispettivamente a basso chitarra e batteria.
I The Great Saunites sono: Atrx al basso e alle tastiere, L. Layola ai tamburi e all’elettronica e, eccezionalmente, Paolo Cantù alla chitarra e al clarinetto.
I Palmer Generator, per “Mandrie (Pt.1)” e “Mandrie (Pt.2), presentano un sound tra il rock e la psichedelia. Sonorità trascinanti e ipnotiche, che avvolgono l’ascoltatore e lo “imprigionano” per tutta la durata (decisamente abbondante) dei due brani che compongono il lato A di questo “PGTGS”.
I The Great Saunites nel loro “Zante” presentano un sound che tra psichedelia e atmosfere ossessive e circolari, tiene banco per quasi 18 minuti. Come in una sorta di rituale martellante, questo pezzo sembra quasi una lunga improvvisazione dal carattere noise.
Sicuramente c’è molta affinità tra queste due band. Questo split nasce proprio con l’idea di unire queste due realtà sonore in funzione di un percorso sonoro avvolgente e decisamente particolare. “PGTGS”è un disco impegnativo. È un disco che si avvolge su se stesso e sembra incatenare l’ascoltatore in questi 37 minuti di pura espressività.
“PGTGS” dei Palmer Generator e The Great Saunites è un disco complesso che potrebbe disorientare
Il tutto viene un po’ penalizzato sia dalla lunghezza dei brani che dal loro essere completamente strumentali. Brani come “Mandrie (P.t2)” e “Zante”, i più lunghi del disco, fanno perdere il focus del discorso e possono risultare ridondanti.
Ovviamente stiamo parlando di due generi non semplicissimi ma, in termini di strumentale, sembra che a “PGTGS” manchi un po’ un punto di arrivo. Un momento sonoro o concettuale verso il quale convergere e verso il quale portare un ascoltatore a metà tra l’affascinato e il disorientato.
Sicuramente “PGTGS” ha tante sfumature sonore interessanti che riescono a coinvolgere pienamente l’ascoltatore. Altro punto a favore del disco è questo sound così “opprimente” che sicuramente saprà appassionare gli ascoltatori amanti di un certo tipo di sonorità.
Per quanto riguarda il focus del disco, come abbiamo già detto, è forse il tasto dolente dei Palmer Generator e dei The Great Saunites, assieme alla durata forse eccessiva dei brani. Probabilmente questi ultimi due punti sono una scelta artistica delle due band, il problema è che potrebbero annoiare un certo tipo di ascoltatore e, di conseguenza, allontanarlo dal disco.
Scegliere di registrare uno split non è (quasi) mai una scelta commerciale. È una dimostrazione di rispetto e di stima e la cosa va benissimo così, anche se il risultato non è proprio ottimale. “PGTGS” forse manca un po’ di focus e potrebbe suonare ridondante a tratti, ma ciò non toglie il fatto che ha al suo interno parecchie idee interessanti che meriterebbero di essere approfondite.