Leo Gassmann ha fatto “Strike” tra le nuove proposte dell’ultimo Festival di Sanremo. Con il brano “Vai bene così” ha incoraggiato i giovani e gli adulti a vivere anche il fallimento come un momento di crescita personale. Bisogna sempre ricordare che per costruire il proprio futuro, rischiare è il segreto.
Alla vittoria sanremese è seguita la pubblicazione del suo primo album “Strike”, che lo vede in giro per tutta la nostra penisola. L’instore tour gli permette di incontrare da vicino chi l’ha iniziato a seguire l’anno scorso ad X-Factor e chi, invece, si è avvicinato alla sua musica durante la settimana di Sanremo 2020.
Leo Gassmann con “Strike” mette in luce la potenza vocale e una scrittura aderente
Un primo esordio che comprende tredici tracce. Ascoltarle di seguito è un po’ come entrare nei pensieri di Leo Gassmann. Un ragazzo, di sicuro, giovane e talentuoso eppure molto deciso nel percorrere la propria carriera a piccoli passi. Strafare non è sua abitudine. “Strike” mette in luce la potenza vocale e una scrittura aderente alla sua età. Avrebbe potuto decidere di affiancarsi e di affidarsi ad autori già noti con la certezza di far breccia nel mondo radiofonico e, invece, ci mette la sua penna. Per un primo album, è più che giusto.
All’interno delle canzoni ritornano tanti riferimenti letterari e l’ideale di Leo Gassmann di ciò che significa, per lui, essere un “Cantautore”. Inoltre, nei brani cambiano spesso anche l’attitudine e il mood. In “Strike” si passa dall’ascolto di pure ballade come “Cosa sarà di noi?” e “Mr. Fonda” a canzoni più ritmate tra cui “Maleducato” e “Fiumicino”. In fin dei conti, Leo Gassmann va bene così. Sicuramente, crescerà e rimarrà nel tempo.