Noemi, è davvero un piacere averti qui. Ormai abbiamo dato vita ad una tradizione sulla nostra webzine, che consiste nel chiedere agli artisti un aneddoto o una vicenda particolare legati alla musica. Raccontaci qualcosa che nessuno sa!
Qualcosa che non sa nessuno? Quesito difficile! In tanti anni di palcoscenico sono successe davvero tante cose, una volta fui anche gettata in platea. Ero al Teatro Nazionale di Milano e durante i ringraziamenti, tenendoci per mano, con l’eccessivo entusiasmo collettivo, non dosammo bene la spinta e andammo giù di sotto. Non potete immaginare le risate! Parlando strettamente di musica, quello che posso raccontarvi è che, fin da bambina, nell’inseguire questo sogno e cercando di trasformarlo in una professione, mi sono ritrovata da grande ad aver lavorato con artisti incredibilmente forti e appartenenti a diversi ambiti, questo mi ha dato la possibilità di crescere molto professionalmente. La musica, come la vita, è una grande coincidenza che lascia pochissimo spazio al caso!
Parliamo un po’ del passato. Hai avuto moltissime esperienze in ambito musicale, quali sono quelle che ti hanno segnata di più?
I grandi musical sono stati come una palestra, grazie ai loro ritmi oggi possiedo una buona resistenza e forza fisica, nonché controllo della mia emotività. Il ruolo di Lucia, che ho interpretato per “I Promessi Sposi – Opera Moderna”, ha avuto fra le mie esperienze lavorative una posizione di primo piano, ma la maturità artistica l’ho raggiunta in questi ultimi anni con il mio progetto musicale, partecipando alla scrittura delle canzoni e lavorando a stretto contatto con i miei produttori e la casa discografica Maqueta Records, facendo così passi importanti anche a livello internazionale
Immagino che come tutti, anche tu da piccola abbia avuto i tuoi personali miti musicali. Quali sono stati gli artisti che ti hanno ispirata?
Ci sono stati e ci sono ancora oggi artisti che mi hanno dato emozioni forti ed hanno creato in me ispirazione e passione per la musica: David Bowie, Lucio Dalla, Carmen Consoli, Alanis Morissette, Mercedes Sosa, Edith Piaf, Pino Daniele, Joan Baez e per ultimo Damien Rice, a cui ho dedicato una mia personale versione della sua “The Blower’s Daughter” che potete ascoltare e trovare sul mio album “Trasparente” anche su Spotify! Ma sono convinta che per crescere bisogna ascoltare un po’ di tutto.
Attualmente la musica Italiana si sta riprendendo, grazie a molte band indie che si stanno facendo largo anche nel panorama mainstream. Tu cosa ne pensi? Qual è l’attuale situazione che stiamo vivendo?
La mia generazione è quella investita da questo repentino rinnovamento tecnologico. Oggi tutti hanno possibilità di fare musica e non è facile orientarsi nel mercato. La trasformazione e l’innovazione musicale sono in continua evoluzione, ci sono nuove realtà che stanno crescendo tra l’indie e l’elettronica e si stanno creando nuovi generi molto seguiti dai più o meno giovani attraverso le numerose piattaforme web. Fortunatamente la tradizione musicale rimane ed alcune nuove discipline sono entrate a far parte del conservatorio. A mio avviso la musica italiana rimane forte, si rinnova con più difficoltà perché c’è sempre meno spazio per lei, ma fortunatamente resistono ancora palcoscenici importanti come le arene, le piazze e i tantissimi nuovi club dove pubblico e artista s’incontrano, non rimanendo così solo costretti ad un rapporto virtuale.
Hai collaborato con l’ex t.A.T.u. rossa, Lena Katina, raccontaci come è andata. Come hai vissuto questa esperienza e da cosa è nata la vostra collaborazione?
Il colore rosso è stata la parola chiave del mio esordio internazionale. Avere lo stresso produttore ha permesso che si concretizzasse l’idea di farci cantare insieme, avere una bella canzone come “Golden Leaves” ha reso possibile questo incontro musicale fra Italia e Russia. Lena Katina è una bella persona di grande valore artistico e professionale, ho avuto il piacere di duettare con lei oltre che all’Auditorium di Roma, anche all’estero, e sono state sempre forti emozioni, come la prima volta volta che l’ho conosciuta, sul set del videoclip.
Finalmente veniamo al presente. Da poco è uscito il tuo singolo “Il giorno del risveglio”. Vuoi raccontarci quale storia racconta e da cosa nasce?
“Il giorno del risveglio” è un pezzo di cuore, una scarica elettrica, una liberazione. È una canzone che parla di un momento che non vorrei più rivivere, ma che mi ha insegnato a farlo. Quando ti separi da qualcuno che è stato un pilastro nella tua esistenza, il dolore non ti permette di apprezzare subito quello che sei diventata, provi solo un senso di amarezza. Ho avuto l’esigenza di scrivere questa canzone perché lasciarsi non è sempre e necessariamente una sconfitta, ma una tappa fondamentale per andare avanti, e con Fernando Alba abbiamo trovato la musica e le parole giuste.
Nel singolo parli spesso di affrontare le proprie paure. Allora dicci, qual è la fobia più grande di Noemi Smorra?
Non credo che ci sia qualcuno su questa terra che non abbia paura di qualcosa. Io sì, la mia paura è quella di guardarmi allo specchio e non riconoscermi, di non ritrovare il mio solito sguardo. Ho paura di tradire me stessa. Di fobie ne ho più di una, ma sicuramente i ragni sono al primo posto.
Nel video ufficiale del tuo singolo, ti vediamo nelle vesti di una moderna Alice, in un mondo particolarmente cinico. Da dove nasce quest’idea?
L’idea di fare un videoclip portando la favola di Alice nella realtà moderna è della regista Livia Alcalde. La proposta fu concretizzata con l’ausilio della squadra formata da amici professionisti del settore cinematografico con cui ho realizzato altri miei videoclip. La canzone “Il giorno del risveglio” aveva bisogno di un video forte, con immagini che uscissero fuori dagli schemi come del resto la canzone, e infatti i due lavori si sposano meravigliosamente.
Puoi dare ai nostri lettori qualche anticipazione su quello che sarà l’album? Possiamo aspettarci di trovare qualche sorpresa all’interno?
Ci saranno delle sorprese, soprattutto a livello internazionale. Il nuovo album sarà meno romantico del precedente, che cercava dolcezza. In questo verrà fuori il mio carattere ormai formato, il mio graffio. Sono cresciuta molto in questi ultimi tempi e voglio raccontarmi a chi mi segue, esattamente così come sono adesso e Adesso è proprio il titolo di uno fra i miei possibili prossimi singoli.
Noemi, ti ringrazio moltissimo per averci fatto compagnia, e ti lascio tutto lo spazio che vuoi per dire qualcosa, sempre che non ti abbia già annoiata troppo.
Sono io che ringrazio voi per lo spazio che mi avete dedicato! Ringrazio i vostri lettori e i curiosi, auguro a tutti buona musica, sopra e sotto la pelle!