Giuseppe Vitale mette da parte la sua esperienza con gli U BIT e porta avanti un progetto tutto solista. Nasce così DEUT e quindi il primo EP autoprodotto, “A Running Start”. Ed è subito dal primo ascolto di questi cinque pezzi che ci rendiamo conto di quanto questo lavoro sia possibile solo come solista. Perché DEUT rinuncia alle ricche sonorità synth-rock del precedente progetto, per buttarsi a capofitto in un disco troppo intimo per essere condiviso. Chitarra e voce sono il tappeto sonoro su cui si fonda tutto “A Running Start”, un cantato quasi sussurrato che ha l’elegante timore di esser troppo invadente.
In effetti, tutto “A Running Start” è un accenno di qualcosa, esattamente come suggeriscono il titolo che la copertina del primo ep di DEUT. L’immagine di un uomo fissato sul proprio incedere, come metafora di una condizione esistenziale. Allo stesso tempo, la voglia di congelare con le canzoni, un momento, una sensazione, un’emozione. Ne derivano cinque brani sfumati, che non si prestano a sovrastrutture pesanti e a giudizi affrettati. Con “A Running Start”, DEUT riduce all’osso le canzoni togliendo quello che è più tangibile all’orecchio dell’ascoltatore, per lasciare liberi i pensieri. Tutto questo fa di “A Running Start” un disco semplice ma ricco, istintivo ma coerente.
Chitarra e voce sono il tappeto sonoro su cui si fonda “A Running Start” di DEUT, un cantato quasi sussurrato che ha l’elegante timore di esser troppo invadente
Una bella carta da giocare per DEUT, che riporta alla luce un vecchio stratagemma sempre vincente. Quello di attraversare strade talmente intime, da distruggerne i contorni già labili. Lo specchio nel quale si rifletteva DEUT diventa lo specchio di chiunque legga nelle melodie e nei testi lo stesso fascino del divenire. Un disco in cui la limpidezza degli arrangiamenti è un suggerimento all’ascoltatore. “A Running Start”, dalla prima traccia “Breaking The Law” all’ultima “Last Piece Of You”, si prende il lusso dell’attesa. Chitarra, voce, beat lo-fi e rumori di fondo sono lo sfondo di un incontro intimo in cui l’impazienza dei nostri giorni non è la benvenuta.