Il primo EP omonimo de LA COLLERA, tra rabbia e melodie pop
La formazione de La Collera, band milanese nata nel 2017.
La formazione de La Collera, band milanese nata nel 2017.

Il primo EP omonimo de LA COLLERA, tra rabbia e melodie pop

L a copertina di "La Collera" primo ep omonimo della band milanese.

Nel bel mezzo di una discografia che riscrive in continuazione il significato e le intenzioni del genere indie, La Collera pubblica il primo EP omonimo. Perfettamente in bilico tra la scuola dell’indie pop contemporaneo e un certo gusto indie internazionale dello scorso decennio, “La Collera” è un lavoro semplice eppure caratteristico. La band milanese formata da Giovanni Casalucci (voce), Giannandrea Forestieri (chitarra); Alessandro Pisu (basso) e Enrico Buttafuoco (batteria) presenta un EP personale e che ancora non strizza l’occhio al pop delle major. Se il rischio è quello di non avere un facile successo, è anche vero che qui si crea un’identità.

Quello che La Collera ha deciso per il proprio esordio è allora un biglietto di presentazione che sia in grado di mostrare tutte le loro capacità. “La Collera” è un disco naturale e sincero che non è comunque mai banale. Merito sicuramente anche della produzione artistica di Manuele Fusaroli e Michele Guberti che optano per degli arrangiamenti minimali ma vincenti. Ma anche i testi de La Collera non sono da meno, rinunciando al nonsense tanto in voga senza cadere però nella retorica e giocando spesso con il contrasto melodico. Insomma capacità che spesso appartengono ad artisti più navigati e che i quattro non si lasciano sfuggire.

Il primo EP omonimo de La Collera è perfettamente in bilico tra la scuola dell’indie pop contemporaneo e un certo gusto indie internazionale dello scorso decennio

Così “Certi Posti Sono Fatti per Sentirsi Soli” funziona proprio per lo stridere con classe delle melodie pop e il testo accigliato. Mentre un sound più vivo si fa avanti in “Una Cosa Di Poco Conto”. Non sono da meno “Una Nuova Bugia” e soprattutto “La Macchina Del Veleno”. Melodie romantiche che richiamano i Baustelle, come spunti più energici della nostra miglior scuola indie. Una malinconia che non è cupa e una rabbia che non grida. La Collera confeziona un EP che finisce davvero troppo presto e speriamo che non sia stato solo una piccola apparizione. In fin dei conti “le cose belle devono essere divorate”.