La notte del 29 febbraio ci ha lasciato Elisabetta Imelio, fondatrice e bassista dei Prozac+ e Sick Tamburo, nei quali era anche cantante. A riportare la notizia, che arriva come un pugno in pieno stomaco, il Messaggero Veneto. L’artista, che si era ammalata di cancro nel 2015, si è spenta a 44 anni a Pordenone.
La malattia di Elibattea Imelio e il brano “La fine della chemio”
Elisabetta Imelio aveva dichiarato pubblicamente la propria lotta contro il tumore al seno, e poi quella al fegato. Durante il periodo in cui veniva sottoposta a operazioni, chemioterapia e altri trattamenti medici che l’hanno accompagnata per molto tempo, Gian Maria Accusani, amico e compagno d’avventure prima nei Prozac+ e poi nei Sick Tamburo, le ha dedicato la canzone “La fine della chemio”.
Elisabetta Imelia: «L’ho ascoltata per la prima volta in macchina, mentre andavo all’ospedale per l’ennesima seduta di chemioterapia: è stato un istante, più potente della chemio, degli antidepressivi, degli incontri con la psicologa e di mille terapie coadiuvanti. Mi è arrivata addosso una bomba d’amore e di speranza, un’energia che mi ha dato gioia, forza e volontà indispensabili per affrontare tutto questo. Adesso io voglio che questo meraviglioso regalo che mi è stato fatto sia di tutti. Voglio che chi sta affrontando il difficile percorso della malattia, possa avere lo stesso aiuto che ho avuto io»
Il brano in questione, contenuto nell’album “Un giorno nuovo”, è stato poi reinterpretato e inciso, “per raggiungere più persone possibili”, con la collaborazione di tanti altri artisti e amici. Parliamo di nomi come Jovanotti, Lo Stato Sociale, Tre Allegri Ragazzi Morti, Manuel Agnelli, Elisa, Samuel, Meg, e Pier Paolo Capovilla. I ricavati sono stati devoluti in parte all’ A.N.D.O.S. di Pordenone, associazione donne operate al seno, e in parte alla squadra di canoa “Donne in Rosa Lago Burida”, donne operate che con il motto “Insieme si vince sempre” combattono la loro lotta attraverso lo sport.
Elisabetta Imelio, Prozac+ e Sick Tamburo
L’avventura di Elisabetta Imelio, Gian Maria Accusani ed Eva Poles iniziò nel ’95 nei Prozac+. “Acido Acida”, album uscito nel ’98, fu il loro trampolino di lancio verso il successo. Contano 5 dischi in studio, utlimo dei quali “Gioia nera” pubblicato nel 2004. Ma quando, nel 2007, il cammino dei Prozac+ si chiuse, Elisabetta Imelio e Gian Maria Accusani, che di rockeggiare avevano ancora tanta voglia, fondarono i Sick Tramburo.
Gli album “Senza Vergogna” del 2014, “Un giorno nuovo” del 2017 e “Paura e l’amore” del 2019 sono stati descritti da Gian Maria Accusani come una effettiva trilogia. Il secondo fu come una liberazione: «È un disco che racconta la battaglia di Elisabetta contro il cancro. È da lì che inizia a intravvedersi una luce che filtra in modo deciso su questo ultimo progetto».
Attraverso l’arte si è provato a esorcizzare il dolore e la sofferenza derivante dalla malattia. I Sick Tamburo sono “passati” anche da noi, proprio con l’ultima opera “Paura e l’amore”. E siamo fieri e onorati di aver dato, anche se in minima parte, il nostro contributo per far conoscere – come se ce ne fosse davvero bisogno – e divulgare le parole aartisti di un calibro del genere.
Il nostro pensiero va a Elisabetta Imelio e ai suoi cari. Il nostro ringraziamento, al tuo coraggio, forza e determinazione. La nostra rabbia, invece, la indirizziamo contro ciò che non è giusto, contro ciò che non possiamo evitare. Ma grazia a te, sappiamo che dobbiamo combattere fino all’ultimo, senza arrenderci. Purtroppo, non abbiamo un sorriso splendido come il tuo da sfoggiare in quei momenti di buio. Ma ripensando al tuo, così puro e genuino, sicuramente troveremo la forza di andare avanti. Ma te lo chiediamo comunque in prestito, per scaldarci il cuore e sentirci meno soli.
«E rimarranno i segni ma sembrerai più bella, il tuo sorriso ha vinto. E le paure quelle, quelle qualche volta, quelle ancora torneranno. Ma si potrà capire. Il tuo sorriso ha vinto»
«Finché il sole si alza, non si muore non si muore». Ti ricorderemo in ogni brano. Perché finché sarai dentro di noi, non andrai mai davvero. Addio guerriera, e grazie.