Dopo le indegne dichiarazioni al convegno “Covid-19 in Italia, tra informazione, scienza e diritti”, Andrea Bocelli è tornato nuovamente sull’argomento a seguito della valanga di critiche ricevute dal web. Il tenore ha deciso di chiedere scusa alla rete, affidando le sue parole a un video postato in rete:
«Da sempre mi sono speso per combattere la sofferenza e l’ho fatto anche recentemente con l’avvento di questa sciagurata pandemia, come molti sanno.
Perciò se il mio intervento al Senato ha generato sofferenza, di questo io chiedo sinceramente scusa, perché proprio non era nelle mie intenzioni.
Così come nelle mie intenzioni non era di offendere chi dal Covid è stato colpito.
Del resto, come sapete, la mia famiglia non è stata risparmiata dal virus: siamo stati tutti quanti contagiati e tutti abbiamo temuto il peggio; perché nessuno può conoscere l’andamento di una malattia come questa, che è ancora oggi sconosciuta.
Lo scopo del mio intervento al Senato era quello di sperare in un prossimo futuro in cui i bambini soprattutto, possano ritrovare la normalità, possano sperare di vivere “da bambini”, giocando tra loro, abbracciandosi, come devono fare i bambini per poter crescere sani e sereni.Questo solo era il senso del mio intervento ed a tutti quelli che a causa del modo in cui mi sono espresso e dalle mie parole hanno trovato ragioni per sentirsi offesi o hanno sofferto per quello che ho detto, a loro chiedo sinceramente scusa, perché le mie intenzioni erano tutt’altre, erano esattamente il contrario»
Il pentimento dopo la pioggia di insulti
Questo pentimento e queste scuse arrivano dopo la pioggia di insulti che Andrea Bocelli si è visto piovere addosso dagli utenti della rete. Dopo la partecipazione al convegno al Senato, infatti, i profili social del tenore sono stati letteralmente presi d’assalto dai fan di tutto il mondo che hanno riversato in rete la propria rabbia. Tra chi ha difeso (l’indifendibile) e chi ci è andato giù troppo pesante, la storia del negazionismo è piovuta addosso ad Andrea Bocelli come un macigno. A poco è servito questo pentimento perché, come al solito, le scuse sembrano peggio del fatto stesso.
Con la vecchia scusa del “sono stato frainteso”, qui nel Belpaese la gente crede di poter avere il diritto di dire e fare tutto ciò che vuole. Andrea Bocelli è solo l’ultimo dei vai personaggi che ha provato ad affidarsi a questa strategia; ovviamente, in piena emergenza sanitaria le persone più colpite dal virus non ci stanno ad essere prese dai fondelli.
Abbiamo detto che l’italiano medio ha una memoria storica oscenamente breve. Proprio per questo, alla fine della pandemia, probabilmente nessuno ricorderà le parole sconsiderate di Andrea Bocelli. Ma sarebbe opportuno iniziare a prendere le distanze da questi personaggi che continuano a negare la gravità della situazione, soprattutto a fronte del numero di morti e contagi che, almeno in America, è ancora elevatissimo.
Cosa è successo ad Andrea Bocelli?
Cosa è successo ad Andrea Bocelli? Perché diventare un negazionista del Covid? Ma soprattutto, perché un suicidio mediatico del genere? Il tenore sin dagli esordi è stato sempre visto come un artista avvolto da una sorta di aura di purezza e castità assoluta. Vuoi per il suo carattere di solito molto mite, vuoi per il suo handicap, Andrea Bocelli era l’ultima persona che ci saremmo aspettati di includere nel girone dei negazionisti.
Che sia l’ennesima vittima di un sistema di informazioni “fai da te” che spinge le menti più “deboli” a dare per buono qualsiasi oscenità legge in rete? Eppure Andrea Bocelli dovrebbe avere una certa cultura e il populismo più bieco di certa politica non dovrebbe attecchire in una mente come la sua. Non sappiamo cosa sia passato per la testa del tenore lo scorso lunedì a quel convegno così denso di menti eccelse. Non lo sappiamo proprio.
L’unica cosa certa è che queste lacrime di coccodrillo sembrano peggio delle affermazioni stesse.
Dire un cazzata, può capitare a tutti, chiedere scusa e invocare il perdono, nella convinzione di far passare per stupidi gli altri… Beh, questa è cosa più grave. Vorremmo chiudere con le parole di un vero intellettuale del nostro tempo che, poco prima della sua scomparsa, parlò di come è cambiata la comunicazione negli ultimi anni.
«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli […] Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità»
Umberto Eco.