Ciao Artura! Benvenuti sulle pagine di Music.it! Cominciamo subito con la nostra domanda di rito. Qual è l’aneddoto più strano, scabroso, imbarazzante che vi sia capitato di vivere insieme e che vi leghi alla musica?
Il Cane: Presentarsi ad un concerto dub in un locale decisamente importante, e fare un concerto senza il basso, perché il bassista è scomparso la mattina del concerto. Con ovvio risentimento di tutto il locale, ma decisamente anche molta comprensione e pazienza.
Come avete vissuto questa quarantena? Siete stati attivi musicalmente, avete riflettuto sul da farsi? Insomma, come va?
Il Cane: Calcolando che nella vita sopravvivo registrando, mixando e producendo band di ogni forma colore. Bloccandosi con la quarantena l’ accesso di essere umani alla mia cuccia studio, ho passato 40 giorni da solo con Artura ( la gatta di casa) dedicandomi alla scrittura e registrazione del terzo disco degli Artura. Fedeli alla linea, un disco all’anno.
Gli Artura sono Matteo Dainese, aka Il Cane, Cristiano Deison, aka Mercì Mercì, Tommaso Casasola ed ora Dj Cic.1. Ecco: vorrei ci raccontaste il vostro incontro e la storia di questa creatura, progetto, collettivo che è, appunto, Artura.
Il Cane: Io e Deison siamo più vicini di età. Ci siamo conosciuti nel ’92 per poi ritrovarci a suonare in band come Meathead. Tommy l’ho incrociato a metà 2000 perché suonava con i Film da Fuga prodotti da Davide Massiussi di Moscow. Già dietro il mixer sul primo disco del Cane su Tempesta e altri miei progetti. Carlo Dj Cic.1. lo conosco da un paio di anni, di vista da sempre. Suona nei locali mettendo musica diversa, armato di Technics e orge di 45 giri da collezione. Il primo disco, “Drone”, nasce dalla voglia di scrivere musica uscendo un pochino dalla struttura della forma canzone e soprattutto della voce. Come spesso mi succede, è nato partendo dalle batterie e poche linee di piano elettrico, incrociate da tutti i rumori e suoni del Deison. Da questo meeting darkofilo rumoristico nasce il coinvolgimento di Tommy: screcciate e filtrate nello space echo.
“Massive Scratch Scenario” è uscito lo scorso Settembre. Come nacque, quale la modalità di composizione o l’ampio spazio relegato allo Space Echo?
Il Cane: Quando il tuo strumento base è una batteria, scrivere dei pattern usando direttamente dei delay analogici è un approccio alla scrittura che esiste da sempre, ma sicuramente che cambia gli spazi e i ruoli di tutti i partecipanti, oltre che la pasta del suono. Nel secondo disco è arrivata la voce; ho scritto dei testi, li ho fatti tradurre in svariate lingue da amici sparsi per il globo, per poi creare dei campioni e farli sfrecciare con i vinili dal Cic. Passando anche tutto il suo groove nel delay analogico, come appunto tutte le tracce del disco, la guerra di ripetizioni, ha decisamente cambiato l’insieme, creando un equilibrio molto ricco ma anche molto fragile.
Il fatto di aver realizzato un disco che approccia all’elettronica diversamente, direi, dai consueti approcci, è dovuta a un’esigenza o è il risultato di una sinergia naturale?
Il Cane: Credo entrambe le cose, sicuramente parte da un esigenza misto curiosità, per poi trasformarsi in qualcosa di emozionante, decisamente più organico e comunque spesso sempre diverso.
Mi sembra di intuire che la produzione della vostra musica voglia stimolare un sentire a 360 gradi. Parlo dell’attenzione rivolta a una ricerca che non sia solo musicale e quindi di sperimentazione, ma che anche riguardi l’immagine e lo sviluppo dell’immagine attraverso il video. Volete parlarcene?
In “Drone”, la protagonista/regista dei video e autrice dello scatto della copertina è Mara Masarotti. La sua necessità era girare il mondo filmandolo con un Drone. Il mio intervento è avvenuto nel montaggio del primo video di “Estranei”, girato in Islanda per poi semplificarsi completamente in “Artengo” e “Rojo”, perché nascono dalla voglia di giocare con il piano sequenza. Nel secondo disco “MSS” ho passato dei mesi fra Danimarca, Belino e Palma di Maiorca, armato di go pro e filmando lunghi piani sequenza. Come il primo singolo “Smell”. L’ ultimo video “Koko” ha un percorso diverso perché è diretto e filmato dal friulano Enrico Qualizza; Il bisogno effettivo è quello di far capire al pubblico cosa siano gli Artura dal vivo. Dunque, io ho registrato la band dal vivo ed Enrico ha filmato e diretto le immagini. Un’unica take audio video senza tagli e magheggi.
Nominate cinque dischi che vi uniscono e su cui vi trovate d’accordo.
Dunque provenendo tutti e quattro da mondi musicali ed età ed esperienze molto diverse, personalmente non ho idea di quali siano i dischi che ci piacciano e soprattutto che possano essere una fonte d ‘ispirazione collettiva per gli Artura. Ad es. essendo un ex metallaro cresciuto negli anni ’90 a pane ed Helmet o Prong, mi piacciono molto i Battles, e certe cose ritmiche mi ispirano nella scrittura degli Artura, ma sono più che certo che Dj.cic1 e Tommaso non sappiano chi siano, e anche se li conoscessero, decisamente non è pane per i loro denti e maggior ragione, non ci accomunano nella scrittura della roba. Forse quando eravamo più giovani era decisamente tutto più facile, i generi erano chiari, c’erano i metallari, i paninari, i punk, i freakettoni.
Quali sono i progetti di Artura, ora che la musica si trova intrappolata nel vortice di un’emergenza in cui è saltata fuori, finalmente, la necessità di doverla salvare e tirare fuori?
Chiudere il terzo disco, fare un video, coordinarci con la New Model label di Govind e capire come affrontare il problema live, magari partendo dalla nostra zona, cercando di aiutare le realtà locali, gli spazi, inevitabilmente completamente in difficoltà.
Abbiamo concluso. Prima di salutarvi, vi ringrazio e vi domando di concludere voi quest’intervista con un pensiero che possa stimolare i nostri lettori. A presto!
Se vi piace la musica e vi fa stare bene, in qualsiasi termine, anche come anti depressivo, nei limiti e nella voglia, supportatela. Grazie a voi e a tutti i lettori.