BAITS: Pubblicheremo ''Never Enough'', diventeremo ricchi e famosi, e poi moriremo
I BAITS in una foto promozionale.
I BAITS in una foto promozionale.

BAITS: “Pubblicheremo NEVER ENOUGH, diventeremo ricchi e famosi, e poi moriremo”

Fanno il loro esordio sulle pagine di Music.It gli austriaci BAITS, prossimi alla pubblicazione del loro album ”Never Enough” , in uscita a Gennaio. Ciao ragazzi, ci dovete immediatamente raccontare un aneddoto divertente e imbarazzante capitatovi durante la vostra carriera:

Sonja: Non è stato molto divertente ma è stato sicuramente una scena impressionante. Durante un tour, mentre suonavamo ad uno show ad Amburgo, il nostro vecchio bassista Maurizio è caduto dal suo amplificatore mentre cazzeggiava sul palco e abbiamo dovuto portarlo all’Ospedale dopo aver visto il bianco dell’osso (della sua gamba NDR). Si è preso 12 punti di sutura sulla gamba e due sulla lingua, che si è morso cadendo. Il giorno dopo siamo andati in ospedale per un controllo, poi abbiamo guidato per 7 ore di fila sino a Rotterdam per suonare ad un altro concerto, su una barca. Concerto a cui ha partecipato anche Maurizio, da seduto. Quello è stato uno dei numeri più pazzi che abbiamo mai fatto.

Ok, adesso che abbiamo rotto il ghiaccio iniziamo a parlare di voi, come e quando sono nati i BAITS?

S: i Baits sono stati formati originariamente da Miguel e Javier Palacios (chitarra e batteria), Maurizio Massaro (basso) e da me come un side project, nel 2014. Gli altri si sono ritrasferiti in spagna nel 2016, nel frattempo Christopher si è unito a noi come seconda chitarra e io ho voluto far diventare questa band il mio impegno principale. Fazo (batteria) è entrato nella formazione nel 2019. Julian, il nostro nuovo bassista, si è unito alla band quest’estate. Questa line-up è parecchio ”fresh”!

Ho adorato le vostre canzoni sin dal primo momento che vi ho scoperto. Se ho analizzato bene il vostro sound suonate un originale mix di grunge e punk, con spruzzate di pop, beach music e shoegaze, tutto accompagnato dalla voce catchy e graffiante di Sonja. Quali sono le principali influenze dei singoli membri dei BAITS?

S: Sono cresciuta  con l’originaria MTV e mio fratello mi ha introdotto al rock pesante. Ovviamente sono stata conquistata dai Nirvana e da altre band del nord-est americano, così come dal punk rock del 77′. Amo anche i The Beatles, così come amo nuove band come i Mozes and The Fistborn o i Big Thief.

Fazo: All’interno della band siamo tutti appassionati di musica  ”guitar-based”. Personalmente ho un enorme background nel DIY punk e mi immergo, letteralmente, nell’hardcore e nel metal. Adoro anche l’hip hop e la pop music in generale. Attualmente adoro artisti come Gulch, Chainwip, 36Mafia e Will Joseph Cook.

Christopher: Sono stato influenzato dagli At The Drive-In, dai Fugazi, dai Turbostaat, da Stevie Ray Vaughan, da Jimi Hendrix e da un sacco di musica 60s e 70s, così come dalla colonna sonora del videogioco “Tony Hawk Pro Skater”, lol.

Julian: Quando ero un teen-ager ho ascoltato il 90s emo e lo screamo di artisti come Saetia, PG99 e i Sunny Day Real Estate. Il mio modo di suonare il basso è influenzato da molte band punk come gli Unwound e gli At The Drive-In. Adoro il lo-fi indie, come quello dei Guided By Voices o dei Neutral Milk Hotel.

Come funziona il vostro processo produttivo? come salta fuori l’idea di una canzone dei Baits e come viene completata?

F: il 90% delle volte Sonja registra a casa la demo grezza di una canzone, a cui ognuno aggiunge il proprio contributo. Quando a tutti piace la canzone, la proviamo e registriamo la fottuta (canzone NDR) nella nostra base, lo studio di registrazioneLW Sonics.

Sonja: E lì Fazo  fa la sua magia alla produzione e rifinisce la canzone finché non suona come vogliamo.

Qual’è il vostro setup? Con che strumenti, amplificatori ed effetti i Baits salgono sul palco?

C: Suono con un piccolo Fender Blues Deluxe, come chitarre una Fender Stratocastero una Reverend JetstreamCome pedali uso il clone di un Klon Pedal, un Fuzzbender, un Super Hard-On, uno Strymon Flint e un Carbon Copy.

F: Suono un drumkit SGC con dei piatti Meindl, bacchette 2B Vic Firth.

J: uso unFender Jazz Bass; come effetti Zvex Fuzzfactory e un clone Sansampche entrano in una testata Markbass, che ho preso in prestito dal nostro fonico, lol.

S: Suono una Fender Mustang Specialsu un Fender Hotrod Deluxe, un Tube Screamer customizzato, insieme a un fuzz custom, un RAT, un BOSS Analog Delaye qualche volta un Freeze Pedal. Per la voce adoro aggiungere un pizzico di riverbero.

Mi piace il lato visuale del progetto BAITS, dai meme ai video promozionali in stile vapor-wave sino ad arrivare al video musicale in stile 8-bit per il vostro singolo: ”Shed Your Skin”. Quanto tempo ed energie investite su questo aspetto? come reagisce la vostra fanbase?

C: Grazie mille. Quando  trovo un meme che potrebbe adattarsi bene ai BAITS, lo edito. Tutti i nostri video ufficiali: ”Coming After Me”, ”Amy”, ”Shed Your Skin” e ”What’s On Your Mind” sono perlopiù ”fatti in casa ” con l’aiuto di qualche amico. Fortunatamente lavoro nell’industria cinematografica, quindi ho accesso alla roba che ci serve per le nostre produzioni video.

F: Ci vuole un enorme quantità di tempo per questo tipo di creatività, anche solo per fare un meme. Comunque la risposta positiva dei fans, che ci rimandano meme a tema BAITS, ci incoraggia e ci fa capire che vale la pena investire tempo ed energie. Nel 2020 è importante saper utilizzare al meglio i social media, quindi sfruttiamo questo tipo di comunicazione e allo stesso tempo ne usufruiamo.

Avete un sacco di esperienza in materia live, avendo suonato per tutta l’Europa, com’è la vita in tour per i BAITS?

S: Siamo stati parecchio in giro per l’Europa: dall’Ungheria alla Germania passando ai Paesi Bassi, anche in Italia. Abbiamo principalmente suonato in piccoli show e in spazi autogestiti, concerti organizzati da amici o da persone che ci hanno visti live e hanno voluto farci suonare. Ho organizzato la maggior parte dei tour da sola, solo recentemente abbiamo cominciato a lavorare con un manager, anche lui con un solido background DIY.

Come vi siete trovati in Italia? come vi accolto il pubblico del nostro paese?

S: In Italia abbiamo  suonato in due concerti, uno dei migliori e uno dei peggiori della nostra carriera. Il primo sulla cima di una montagna, in un piccolo bar che dava sul Lago di Garda, subito dopo abbiamo pernottato nella splendida casa di un’artista locale, dove ci è stato servito del cibo squisito e un vino fantastico (Valpolicella Superiore!), in generale una splendida esperienza. Ma il giorno dopo abbiamo suonato da qualche parte nei pressi di Modena, un ora prima dello spettacolo è arrivato il promoter dicendoci che avremmo dovuto dormire sul palco dove avremmo suonato, perché non c’era nessuno che ci potesse ospitare. Siamo arrivati nel cortile di un bar e lì ci ha accolto un triliardo di zanzare, che ci hanno mangiato vivi. Allora abbiamo deciso di guidare sino a casa dopo lo show.

È la prima volta che possiamo intervistare una band austriaca, com’è lo stato della scena musicale del vostro paese? è facile per un gruppo indie, rock o di qualsiasi altro genere emergere? E’ facile fare le solite cose che permettono a una band di esistere? come riuscire a essere ascoltati da una vasta platea, registrare, suonare dal vivo in festival e locali?

F: La scena musicale austriaca è parecchio in forma, ci sono un sacco di cose che stanno succedendo al suo interno in questo momento. Ci sono delle grandi band come i Land of Ooo  o i My Ugly Clementine. Certo, parliamo di un piccolo paese, l’accesso a media classici come radio o tv è molto limitato. E’ veramente difficile riuscire a farsi inserire nelle chart dell’unica stazione radio alternativa. Però stiamo andando bene, suonando come band di spalla nei club più grossi negli ultimi anni, le band austriache sono sono state notate dai media stranieri, come voi di Music.it.

S: A volte ho la sensazione che quello che diventa popolare sia una cosa controllata da vecchi uomini bianchi, che sono influenzati da altri uomini che posseggono le labels e dirigono lo show. Mi sono sentita un pochino frustrata sin da quando ho iniziato a suonare.

Cosa prevede il futuro per i BAITS?

F: Diventeremo ricchi e famosi, e poi moriremo.

J: 
Hai presente quelle band che suonano per migliaia di live e rimangono comunque coi piedi per terra? Bene, questo non accadrà ai BAITS!

S: Finalmente il 29 Gennaio 2021 faremo uscire il nostro primo album: ”Never Enough”, da lì in poi la strada per conquistare il mondo sarà spianata!

Ok, vi salutiamo e vi auguriamo il meglio, vi lasciamo anche uno spazio per dire quello che volete ai vostri presenti e futuri fans italiani!

S (in un perfetto italiano) : Ciao rega! Grazie per aver letto questa intervista per ascoltare la nostra musica. Speriamo di poter suonare presto in Italia e di potervi incontrare di persona. Vi auguro il meglio, state al sicuro e seguiteci su Spotify! Ci vediamo!