Prosegue con non poche difficoltà il caso di Britney Spears. Ormai è sempre più difficile distinguere il limite tra la presa in ostaggio e la tutela necessaria da parte di James Spears. Il padre della cantante è, infatti, suo tutore legale e finanziario. Sam Ingham, l’avvocato della popstar trentottenne, durante l’ultima udienza sembra abbia rincarato la dose. Il suo rappresentante di fronte alla legge l’ha descritta come “una paziente in coma”. Dunque, incapace di prestare la dovuta attenzione alla questione giuridica della tutela, che ha sollevato negli anni il poderoso movimento #freebritney.
All’udienza di mercoledì, Britney Spears e il suo avvocato si sarebbero dovuti presentare con una dichiarazione riguardante la sua tutela con la firma della pop star statunitense. Il giudice ha chiesto al legale della voce di “Toxic” perché il documento non fosse stato firmato. A quel punto TMZ, sito americano che ha riportato questa piattaforma, riporta la bruciante dichiarazione dell’avvocato. Ma ci sono anche altre novità che complicano il quadro personale di Britney Spears.
Sam Ingham: «Britney Spears non vuole più esibirsi»
Eppure James Spears ha tutta l’intenzione di rimettere in piedi la carriera della figlia. Non sono pervenute in alcun modo le volontà di Britney Spears a riguardo. Avrebbe dovuto firmare una dichiarazione in cui sarebbe stata chiamata in causa circa il suo stesso futuro. In modo che non sia soltanto la volontà di James Spears a contare, ma anche quella della popstar medesima.
Tuttavia, questo foglio non è stato firmato. Che sia una strategia da parte di Britney Spears e del suo legale per far venire allo scoperto la prigionia dorata in cui il padre la tiene rinchiusa da tanti anni? In fondo, se non si dichiara in grado di poter firmare una semplice dichiarazione di co-tutela di se stessa, perché dovrebbe essere in grado di salire di nuovo su un palco di fronte a migliaia di fan.