CAPABRÒ: "Sul palco ci sentiamo completamente a nostro agio, più che in studio"
Una divertente immagine dei Capabrò
Una divertente immagine dei Capabrò

CAPABRÒ: “Sul palco ci sentiamo completamente a nostro agio, più che in studio”

Ciao Capabrò, benvenuti su Music.it. In linea con il vostro stile, iniziamo l’intervista con un sorriso, chiedendovi di raccontarci un aneddoto divertente legato alla vostra carriera.

Ciao Music.it, grazie! Una volta abbiamo fatto 400 kilometri di strada per suonare davanti a sei persone, palesemente disturbate dalla nostra performance.

Siete una band fuori dal comune, istrionica. Come potreste definire la vostra musica, o meglio ancora, le vostre performance?

Grazie per l’aggettivo, ci rispecchia molto. La definizione migliore della nostra musica l’ha data Roberto Bonfanti (artista e scrittore) in un articolo di un paio di anni fa. Ci è piaciuta molto e la citiamo testualmente: «Marcette sghembe, filastrocche surreali, valzer istrionici e canzoni trascinanti stracolme di ironia e condite da intermezzi teatrali sono la formula scelta dal trio per provare a raccontare la propria visione del mondo e dei rapporti umani in modo giocoso e irriverente. Servono talento e intelligenza per raccontare la realtà e gli uomini con un sorriso: i Capabrò, senza prendersi troppo sul serio, ci riescono in modo genuino con un gioco di richiami musicali e teatrali divertente e sinceramente divertito.»

Vi sentite più a vostro agio registrando in studio, o quando siete liberi di scorrazzare su un palco?

Sicuramente sul palco. Il primo album “Musicanormale” non è altro che un “best of” dei brani che da qualche anno eseguivamo già in concerto. È stata senz’altro una bella esperienza anche trasformare le nostre hit in un prodotto più “imbellettato” e fruibile a casa o sotto la doccia piuttosto che sotto al palco.

A chi di voi è venuto in mente il nome Capabrò e cosa rappresenta?

È stato votato all’unanimità tra le varie opzioni che avevamo. Era quello più “impersonale” di tutti e ci dava la possibilità di fare tutto quello che volevamo senza etichettarci troppo. Rappresenta semplicemente l’acronimo delle iniziali dei cognomi dei membri fondatori della band: CarnaliPantaloni, Bròcani

I vostri live sono un mix tra musica, teatro e interazione con il pubblico. Gli innumerevoli spettacoli che avete alle spalle dimostrano che la gente ha voglia, nonostante tutto, di divertirsi?

Dipende dalle situazioni. Generalmente dopo la seconda pinta di birra hanno tutti voglia. Alcol a parte, l’ambiente del live è molto diverso da quello della musica da ascolto. Abbiamo notato che il nostro genere, ironico e scanzonato, vince su un palcoscenico rispetto a tanti altri, mentre fatica di più a collezionare ascolti su Spotify ad esempio. Questo può fornirci spunti per un’analisi sociologica importante. La gente ama divertirsi quando esce di casa, ma in casa sua probabilmente preferisce crogiolarsi nelle sue ansie e frustrazioni. Perché? Boh, il contesto è fondamentale per l’essere umano. Il nostro probabilmente è il palcoscenico. Ma continueremo a fare dischi e sfornare canzoni perché ci piace così. E comunque ai live continuiamo a venderne, nonostante tutto.

Avete diviso il palco con molti grandi artisti italiani, quale occasione, tra tutte, vi ha reso più orgogliosi?

Ci sono tantissimi artisti con cui qualche anno fa non ci saremmo neanche sognati di suonare e poi ci siamo ritrovati sul loro stesso palco. È molto difficile citarne solo uno, ma forse quella che ci ha sorpreso più di tutti è la mitica Rita Pavone. Vederla dimenarsi sul palco con una tale carica alla sua veneranda età ci ha lasciati di stucco e ci ha fatti ben sperare per il nostro futuro da vecchietti della musica. Davvero un’energia impressionante. Poi, è stata molto contenta di sapere che nel nostro repertorio abbiamo una personalissima versione del suo intramontabile “Ballo del mattone”. Tra gli altri artisti, anche Simone Cristicchi ci ha lasciato un ricordo umano oltre che artistico. Abbiamo passato una serata insieme a parlare e raccontarci barzellette nel post-concerto ed è veramente un tipo trasparente ed esilarante. Poi, va beh, ne avremmo altre da raccontare ma magari nella prossima intervista!

Come si sono evoluti i Capabrò dal primo EP del 2014, “Un Passo Avanti”, e il disco del 2018 “Musicanormale”?

Beh, dal primo EP è cambiato tutto, compresa la formazione: Daniele Carnali (uno dei fondatori) ha lasciato la band nel 2015 e da lì il duo PantaloniBròcani ha dato una sferzata decisamente più giocosa e irriverente al progetto. “Un passo avanti” è stato un esperimento per capire che direzione volevamo prendere, ma praticamente oggi dal vivo non eseguiamo più nemmeno uno dei pezzi che ci sono registrati su. “Musicanormale”, invece, è la fotografia più fedele di quello che il progetto rappresenta ad oggi.

Raccontateci il vostro disco. Si può fare musica d’autore anche sbeffeggiando la caotica e incontrollabile frenesia della vita moderna?

Non lo sappiamo se si può fare, ma lo facciamo lo stesso, sempre che la nostra possa essere considerata musica d’autore. Noi, precauzionalmente, preferiamo dire che facciamo “canzonette”. Poi ognuno le prende come vuole. Di sicuro non scriviamo in maniera superficiale. Dietro ogni verso c’è un preciso messaggio e correggiamo le parti testuali decine e decine di volte fino a che non siamo super convinti di quello che abbiamo scritto.

“E Balla!”, molto danzereccio, è il terzo singolo estratto da questo album. Ci sono date fissate in cui seguirvi live per ballare e divertirci con i Capabrò?

“E balla!” è, si, molto danzereccio ma è anche il pezzo più “onirico” e meno “pratico” dell’album in riferimento al testo. E proprio da qui siamo partiti per dare tutta l’ambientazione al videoclip.
Per quanto riguarda i live, è terminato circa un mese fa il MUSICANORMALE EXTRA TOUR, che era l’ultima parentesi live dedicata alla promozione del disco, uscito ormai quasi un anno fa. Ripartiremo sicuramente questa estate con i concerti e qualche novità. Stiamo lavorando a del nuovo materiale e siamo molto contenti di quello che sta uscendo.

Le nostre domande sono terminate, vi salutiamo e ringraziamo per essere stati con noi. Lascio a voi lo spazio per aggiungere ciò che volete e, magari, per fare un saluto ai vostri fan e alle persone che seguono Music.it.

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