Non si sente parlare spesso di Caparezza. E quando succede, c’è quasi sempre un album di mezzo. In questo periodo il rapper pugliese sta usufruendo de “La Cittadella degli Artisti” a Molfetta per registrare parte del nuovo album.
«Sono contento di aver potuto registrare una parte del mio nuovo disco in un luogo della mia città e soprattutto di aver abitato con la mia musica uno spazio culturale “dimenticato” in questo momento storico»
Il lockdown ha creato così una nuova opportunità: con la chiusura di cinema e teatri La Cittadella, una struttura di 1600 metri quadri divisa su due piani, è rimasta inagibile al pubblico, permettendo così a Caparezza di usufruire dello spazio cittadino “dimenticato” per via delle restrizioni. Al suo interno è presente uno studio di registrazione con i fonici che collaborano con Caparezza da molto tempo. Il Laboratorio Urbano del Comune di Molfetta è stato inaugurato nel 2017 ed è gestito da un’Ati che ha come capofila la Cooperativa Kismet con la collaborazione e il supporto logistico di Teatri di Bari.
«Questo luogo ci ha permesso di fare delle registrazioni di ensemble e anche delle batterie in tutta sicurezza, mantenendo il giusto distanziamento. Chiaramente tutti i professionisti coinvolti nel progetto hanno effettuato il tampone prima di iniziare a lavorare insieme»
La sfida è quella di riuscire ad abitare i luoghi della Cittadella giornalmente, ha spiegato Michele Depalo responsabile della Cittadella. «Un’iniezione di speranza in questo periodo buio». In fin dei conti siamo tutti “prigionieri” di questa situazione, e chi meglio di Caparezza, dopo l’ultimo album “Prisoner 709” del 2017, poteva tirar fuori il meglio possibile? Il rapper ha concluso sottolineando il suo legame con la città in cui è nato.
«Io amo e sono molto legato alla mia città. Non ho mai sentito la necessità di spostarmi per via del mio mestiere. I dischi si possono fare benissimo anche in Puglia. E alla Cittadella di Molfetta ho trovato una professionalità impeccabile»