Ciao Carlo Palermo, benvenuto sulle nostre pagine! Come consuetudine, inizio chiedendoti di raccontarci un tuo ricordo, in special modo legato ad uno dei tuoi brani.
Ciao, grazie mille! Allora, un ricordo particolare è legato alla primissima canzone scritta. Ero in biblioteca, studiavo per un esame. Nel silenzio assoluto mi si formò in testa un motivetto e scrissi in dieci minuti un testo. Mollai tutto per correre a casa e provarla con la chitarra; qualche ora dopo la feci ascoltare ad un amico che viveva con me, mi disse entusiasta che gli piaceva. Quello fu il primo stimolo e da allora non mi sono più fermato.
Mi hai detto che hai iniziato ad avvicinarti alla musica quando ancora eri molto piccolo. Quali sono stati gli artisti che hanno accompagnato e ispirato il tuo percorso?
Muse e Queen su tutti. Sono cresciuto con la musica che amava mio padre (Lucio Battisti ed Elvis Presley ad esempio, immancabili) e col pop di fine anni ’90, con particolare affetto per i Lùnapop. Ma quelle due band inglesi mi hanno cambiato la vita. Con loro è esplosa la passione maniacale e il sogno di suonare un giorno su un grande palco. Sono stati per me dei supereroi. Al liceo mi sono poi avvicinato a Fabrizio De André e agli altri immortali del cantautorato italiano, aprendomi un altro mondo, stimolandomi ancor di più. Attualmente ascolto con interesse i Belle and Sebastian, mi piace il fatto che uniscano più generi mantenendo però uno stile riconoscibile.
Il tuo viaggio musicale, almeno per ora, si è fermato sul cantautorato, nonostante la tua collaborazione con altri gruppi. Come mai questa decisione? Cosa ti ha dato in più per diventare la scelta per il tuo primo EP?
Il cantautorato mi ha dato la possibilità di far uscire una parte di me nascosta, che forse neanch’io conoscevo e conosco fino in fondo. Ho sempre lottato contro la timidezza e in questa maniera posso esprimere al meglio chi sono. Probabilmente è stata una necessità e un regalo che ho voluto fare a me stesso.
Le tue canzoni sono rimaste chiuse nelle mura della tua stanza per parecchio tempo. Quando hai deciso che era il momento giusto per presentarle al pubblico?
Quando ho capito che avrebbero potuto funzionare. Ho fatto ascoltare per anni ai miei amici decine di canzoni e nonostante loro mi incoraggiassero io restavo sempre cauto, perché sono molto autocritico, forse eccessivamente. Ma poi quando ho cominciato a credere fortemente in alcune di queste ho varcato quelle mura.
Veniamo al tuo EP, “Corn Flakes“. Quattro tracce registrate con il supporto di diversi altri artisti, con i quali collabori.
Sì, collaboro da più di un anno con gli Aldo (Paolo, Francesco, Giandomenico) e con loro ho arrangiato l’EP. Le tracce cercano di dare tutte un’idea di leggerezza, anche quando parlano di cose non felici. Ho voluto realizzare qualcosa che all’apparenza risultasse semplice, che arrivasse subito. Ma sotto c’è una grande cura, soprattutto negli arrangiamenti, e nulla è lasciato al caso.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro di Carlo Palermo? C’è già qualche progetto in costruzione, come un album ad esempio?
Per un album servirà tempo (e denaro), però sì, quello è il prossimo obiettivo. La strada è ancora lunga e nel frattempo cercherò di prendermi cura del percorso intrapreso, anche assieme alla Sunflower Music Lab, l’etichetta che ha reso “Corn Flakes” un qualcosa di reale, di concreto.
Ti ringrazio per averci fatto compagnia, e ti lascio spazio per dire qualcosa in più che magari è sfuggito.
Ringrazio voi per l’opportunità! Invito tutti ad ascoltare “Corn Flakes”, che è disponibile tra le varie piattaforme come Spotify ed è acquistabile su Amazon e iTunes. Buona estate!