Benvenuto Cogito su Music.it. Iniziamo sempre le nostre interviste chiedendo un aneddoto legato alla musica particolarmente significativo. Il tuo qual è?
Ci sono due aneddoti particolarmente significativi. Possono sembrare di poco rilievo ma ripensandoci ora hanno influito particolarmente nel mio percorso musicale. Son due aneddoti legati all’infanzia. I miei nonni hanno un piccolo appartamento in montagna nel Cadore e quando ero bambino raggiungevamo l’appartamento di sera per evitare il traffico. Mio padre durante il viaggio metteva sempre Vasco Rossi. Ricordo che un anno, mentre eravamo quasi arrivati, in mezzo alle luci delle città nelle vallate e ai muri di neve, partì ‘’Generale’’. Questa cosa mi colpì profondamente per la forza che ha quel brano e per il momento in cui capitò, un ricordo che non cancellerò mai.
Beh, davvero forte come ricordo!
Altro aneddoto arriva qualche anno più in là. I miei genitori quando avevo dai 10 ai 13 anni avevano una barca. Mi ricordo che amavo moltissimo mettermi a prua, mentre mio padre sfrecciava sull’acqua, mimando i movimenti che faceva il batterista dei Finley. Tutto questo rigorosamente utilizzando il lettore musicale rubato di nascosto alla mia sorellona. Mi dava un immenso senso di libertà e spensieratezza. Sono stati momenti significativi che forse al momento per l’età non ero stato in grado di capire fino in fondo, ma ancora oggi li ricordo e capisco quanto sono stati importanti per me. La musica è qualcosa che mi fa stare bene.
Perché hai scelto proprio questo nome, “Cogito”?
Prima di iniziare il percorso di cantante, lavorando con l’attuale crew, avevo iniziato a scrivere versi. Era partito tutto come una necessità personale, poi venni a sapere del “Poetry Slam” – una gara di poesia – e decisi di non lasciare questa cosa solamente su fogli bianchi in cameretta. Iniziai così a pubblicare qualche poesia sui social. Sentii il bisogno di avere un nome d’arte che potesse rappresentarmi. Volevo che fosse legato alla scrittura, per far capire a tutti che ciò che scrivo non sono semplici giochi di parole. Sono espressione dei miei pensieri. Sono un pensatore, se così ci si può definire. Arrivò così la folgorazione cartesiana ‘’Cogito ergo sum’’ tradotto ‘’Penso dunque sono’’ ed ecco perché ‘’dunque sono Cogito’’. Un artista che ha la necessità di far pensare e riflettere: a volte in maniera profonda come con ‘’Lucciola’’ e a volte anche nella spensieratezza come in ‘’OrMai’’, l’ultimo singolo uscito.
Sei giovanissimo e proprio per questo hai deciso di buttarti a capofitto in questo sogno che è fare musica. Molti tuoi coetanei scelgono la via dei talent show. Cosa ne pensi? È una strada che potresti prendere in considerazione?
Una domanda a cui è sempre difficile rispondere, soprattutto oggi che abbiamo sia artisti ‘’meteora’’ esplosi nei talent ma poi scomparsi, che artisti che continuano anche dopo. Ci hanno contattato proponendoci di fare i provini per uno dei talent più importanti d’Italia, ma non abbiamo accettato. Per questo momento sentiamo il bisogno di crescere come crew e di consolidare il nostro immaginario e progetto artistico. Sentiamo il bisogno di non aver restrizioni a livello comunicativo e di esser liberi di far tutto quello che ci sentiamo, cosa difficile quando inizi a far talent e a esser spinto molto dalla televisione. Sia chiaro però che non siamo contro i talent, solamente non vogliamo rischiare che il progetto Cogito venga snaturalizzato. Sappiamo che la televisione è ancora uno dei canali più forti per farci conoscere a livello nazionale. Magari non ad un talent ma finisce che cantiamo a Sanremo!
In effetti il tuo nuovo singolo “OrMai” è un invito a tutti gli effetti a lasciarsi andare all’ottimismo che ogni ventenne dovrebbe vivere. Una sorta di Carpe Diem. È così che vivi la tua vita ora?
Sono una persona molto introspettiva ma crescendo ho capito anche quanto sia fondamentale essere ottimisti, credere in quello che si fa e appunto cogliere la palla al balzo. A volte si rischia di pensarci troppo su per poi non agire perdendo tutto quello in cui si era sperato. Ora con la musica come nella vita di tutti i giorni voglio veramente lasciarmi andare, vivendo al più possibile ogni esperienza e dando il massimo! Se l’unico limite è la fine dei giorni credo che a vent’anni sia il momento di lasciarsi andare davvero!
Disco anni Novanta, elettronica e balera tropicale. Da dove nasce l’ispirazione per la musica di “OrMai”?
L’ispirazione per la musica dei ‘’OrMai’’ arriva da un mix di sensazioni mie e del producer con cui lavoro, J. Milli. Sentivamo il bisogno di far quel pezzo spensierato, che fa ballare e che ci fa sorridere sotto un palco. Ultimamente ad esempio ci ha stupito la forza che ha nei suoi brani Cosmo, la capacità di far saltare ed emozionare allo stesso tempo! Una cassa dritta, e allora perché non un po’ di mood samba? Arriverà l’inverno per le canzoni più introspettive, ora c’è il sole e tanti sorrisi. Poi la disco anni ’90 non ha età!
“OrMai” è l’ultimo singolo dopo “Cicca & Caffè”, “Spaiati” e “Lucciola”. Tutti faranno parte dell’Ep finalmente in uscita in autunno. Cosa ci sarà dopo? Un album full length?
Abbiamo già qualcosa fra le mani, ma è ancora presto per parlarne. Vogliamo dare alla gente un vero motivo, qualcosa di forte, perché abbiamo voglia di passare dal lato A dell’Ep al suo lato B. Noi siamo carichi e abbiamo tanta voglia di crescere, lavorare e fare bene. Questo è quello che conta ed arriverà sicuramente l’album full length.
Siamo arrivati alla fine della nostra intervista. Grazie Cogito per essere stato con noi e averci dedicato del tempo. Come da tradizione ti lasciamo l’ultima domanda libera da riempire con quello che vuoi. A presto!
Prima di tutto grazie Music.it! Questo spazio libero lo uso per lanciare un messaggio di incoraggiamento per tutti e anche per me stesso: credete nei vostri sogni e date il massimo perché questi si avverino! Sarà dura e bisognerà fare dei sacrifici ma vedrete che tutto arriva quando ci tieni davvero.