Ci sono volte in cui la musica non vuole essere perfetta. E dopotutto il più delle volte non lo è, perché si sa che la perfezione non esiste mai. La musica, un disco, sono sempre un viaggio nel vero senso della parola. Chi lo scrive, chi lo compone, non lo fa per vantarsene: il suo è un invito all’ipotetico pubblico che decide di percorrere insieme sentieri inediti. Così è “Ascendente”, il nuovo disco de La Metralli, in uscita oggi 6 settembre per Amigdala. Un viaggio stavolta, come suggerisce il titolo, verso l’alto. Verso qualcosa cioè di più nobile, che riesca ad allontanarci il più possibile da quel mare nero che la disumana attualità in cui viviamo.
Allora non contano i dettagli perfezionisti di una post-produzione in grado di confezionare un prodotto esemplare ma privo d’anima. E infatti, “Ascendente” è un disco suonato interamente in studio, senza pre-produzione o post-produzione, senza sintetizzatori o campionamento. Solo strumenti acustici e voce. E tanto trasporto. La Metralli sceglie con “Ascendente” la massima sperimentazione senza però tralasciare alcun dettaglio. La qualità del suono, l’attenzione per i testi e gli arrangiamenti passano da un genere all’altro, facendo della ricchezza uno dei punti più sorprendenti.
La Metralli sceglie con “Ascendente” la massima sperimentazione senza però tralasciare alcun dettaglio
Spontaneo quanto curato, “Ascendente” de La Metralli, arriva facilmente a chi ascolta passando direttamente per le emozioni. Difficile, soprattutto oggi, rimanere impassibili ascoltando “Ascendente”, mentre la nostra crisi sociale attuale ci passa davanti trasformato in note e parole. Così il disco si apre con “Il Sindaco”, che racconta di Domenico Lucano, sindaco di Riace, personalità cardine della crisi europea dei migranti. Mentre “Nero” parla di quell’atmosfera scura che si è affacciata ormai nella nostra politica e che richiama pericolosamente i nostri anni più vergognosi: quelli del fascismo.
Eppure non c’è mai traccia di resa in “Ascendente”. La Metralli instilla delicatezza nel nuovo album attraverso canzoni più ottimiste ma pur sempre vere. “Brecce”, “Elegiaca” e “Quiete” sono il lato opposto della medaglia: la necessità di vedere la bellezza, di ascendere appunto, di trovare la luce. “Ascendente” è una denuncia sociale diretta e poetica allo stesso tempo, libera e liberatoria, che mescola sapientemente tecnica e istinto. Mentre la voce della cantante de La Metralli, Meike Clarelli, trasporta le parole in maniera affascinante, “Ascendente” scruta nell’anima di un Paese addormentato e cerca di risvegliarlo.