DANIELA VICALE: " Spegniamo più schermi ed accediamo più cuori"
Daniela Vicale in uno scatto promozionale.
Daniela Vicale in uno scatto promozionale.

DANIELA VICALE: ” Spegniamo più schermi ed accediamo più cuori”

Siamo felici di presentarti ai nostri lettori, Daniela Vicale! Iniziamo raccontando un aneddoto curioso e divertente su di te! Stupiscici!

Ciao a tutti. Allora, la prima cosa che mi salta in mente risale a quando cominciai a registrare i miei brani in studio, qualche anno fa. Appena sei mesi prima, avevo messo al mondo la mia prima bimba. Essendo troppo piccola per lasciarla a casa decisi, in quell’occasione (forse rischiando un po’), di portarla con me. Con grande stupore di tutti i presenti, durante le registrazioni rimase in silenzio, ad ascoltare, serenamente seduta ai miei piedi.

È appena uscito “A Schermo Spento”, dove racconti della tua avversione ai social. Tu non li utilizzi? Come artista non ti tornano utili?

Bella domanda! Intanto, comincio nel precisare che il testo non è una mia composizione ma di Monia Ridolfi, cilentana verace, anche lei cantante con la quale ho avuto il piacere, anni fa, di condividere una bellissima esperienza musicale. Ti posso assicurare che lei è davvero una delle poche persone che utilizza i social sporadicamente. Monia è un’amante della natura, degli animali, del suo meraviglioso Cilento e delle lunghe chiacchierate, soprattutto quelle spensierate fatte con gli amici di sempre, magari davanti lo scoppiettio di un camino sorseggiando un buon bicchiere di vino. Il suo testo rispecchia perfettamente la sua personalità. Infatti, subito dopo averlo letto, l’ho preso come esempio da seguire.

Penso che dovremo farlo un po’ tutti.

Chiarisco subito nel dire che ognuno è libero di vivere la propria vita come crede, e certamente c’è chi utilizza, come faccio io, questi mezzi di comunicazione per poter promuovere la propria arte o, addirittura, chi ci ha creato dei veri e propri business. Oddio, va bene anche il momento di svago e la condivisione di post simpatici, o scambiare una parola con un amico ritrovato a distanza di anni proprio grazie a Facebook, ma quello che dico è di farlo con moderazione, altrimenti si rischia una vera e propria dipendenza.

Per esempio?

Trovo triste (e parlo per esperienza vissuta) che, durante una cena al ristorante, un’intera famiglia resti seduta al proprio tavolo senza rivolgersi una parola, le loro teste chine sullo schermo del cellulare, in attesa della portata da fagocitare frettolosamente e poi riprendere la conversazione virtuale lasciata in sospeso. E questo è solo uno dei tanti esempi, ma potrei fartene infiniti simili. Credo che sia questo il pensiero dell’autrice, ovvero non permettere che questi potenti e accattivanti mezzi di comunicazione diventino un ologramma della vita reale.

Daniela Vicale tu sei una cantautrice, nei tuoi testi ami riportare esperienze personali?

Assolutamente sì, ma non solo quelle. Capita anche di ascoltare e scrivere di vicende altrui o di fatti di cronaca, proprio come nei brani che fanno parte del mio album che uscirà a breve. I testi delle mie canzoni spaziano, si passa dal raccontare le continue divergenze politiche alle tanto temute “malelingue”, dall’emozione unica che ho provato con la nascita di mia figlia al sentirsi libera di poter scegliere della propria vita.

Nella nostra società, dove tutto corre e quasi si perde il contatto con la realtà, pensi sia più difficile trovare la giusta ispirazione per scrivere canzoni che raccontino qualcosa di profondo?

A dire il vero, per lo scrittore vige la retorica che più si soffre più vi è ispirazione. Io non sono d’accordo. Tutto dipende dagli stati d’animo, dal pensiero di chi scrive testi e compone musica. Se sono ricchi di esperienza e sentimento, l’ispirazione la si trova anche in piccoli dettagli, a prescindere dalla vita frenetica che viviamo e, sicuramente, il brano che nascerà non cadrà nella banalità. Vedi, spesso alcuni addetti ai lavori mi dicono che scrivo testi troppo semplici, ma io sono una cantautrice pop, e con questo credo di aver detto tutto.

Domanda a bruciapelo per Daniela Vicale: faresti mai un talent?

Sì, senza esitazioni. Sarebbe pur sempre un’esperienza, mi arricchirebbe sotto tanti aspetti, conoscerei persone con le quali potermi confrontare o ricevere utilissimi consigli dagli addetti ai lavori, anche se credo che il miglior “talent” sia il cantare e suonare live dove ti trovi a stretto contatto con il pubblico, magari, per chi ha la possibilità, di farlo all’estero, studiare e sperimentarsi senza mollare.

Sei sempre te stessa, oppure ti piace avere un personaggio che si discosti da ciò che sei realmente?

No, nessun personaggio. Semplicemente me stessa, sempre e per sempre Daniela Vicale, ancor di più quando parte la musica e comincio a cantare!

La nostra chiacchiera termina qui, lascio le ultime righe alla  fantasia di Daniela Vicale! Ciao!

Intanto, grazie per l’intervista! Spero che “A schermo spento” possa realmente aiutare e farci riflettere su quanto sia importante la condivisione, il confronto, il guardarsi negli occhi, ma anche a farci riscoprire che la vita reale è viverla. Spegniamo più schermi ed accediamo più cuori che, sicuramente, ne trarremo solo vantaggi.