DAVE GROHL: "Temevo di non essere abbastanza bravo per i NIRVANA"
Dave Grohl, frontman dei Foo Fighters, durante un concerto al Rock in Rio – Rio de Janerio, 28 settembre 2019.
Dave Grohl, frontman dei Foo Fighters, durante un concerto al Rock in Rio – Rio de Janerio, 28 settembre 2019.

DAVE GROHL: “Temevo di non essere abbastanza bravo per i NIRVANA”

In una recente intervista per Apple Music, Dave Grohl ha parlato del suo ingresso come batterista dei Nirvana e delle sue paure di essere cacciato dalla band perché non abbastanza bravo. I Nirvana in quel periodo avevano cambiato diversi batteristi, cinque per la precisione, e al suo arrivo nel trio di Seattle, l’ormai frontman dei Foo Fighters decise di impegnarsi al massimo per non deludere Kurt Cobain e Krist Novoselic. Nell’intervista si legge:

«Quando sono entrato a far parte dei Nirvana, ero il loro quinto batterista. Avevano avuto una vera e propria squadra di batteristi prima di me e alcuni di loro erano più amici di altri. Io, al contrario, quando sono arrivato non conoscevo affatto Kurt Cobain e Krist Novoselic. Quando ci siamo incontrati per la prima volta e abbiamo iniziato a suonare, fu subito chiaro che tutto funzionasse alla perfezione e il nostro sound era già quello che poi diventò il sound distintivo dei Nirvana. Così ho incontrato questi ragazzi e solo poco tempo dopo, esattamente un anno dopo dal mio ingresso nella band, fu pubblicato Nevermind. Quando il disco uscì, mi sembrò davvero che le cose stessero accadendo troppo velocemente»

Dave Grohl, da “Nevermind” al successo globale

Il resto è storia e da quell’incontro quasi fortuito venne alla luce uno dei dischi fondamentali del rock, “Nevermind” appunto. Dave Grohl è sempre stato un batterista dal tiro formidabile e il suo ingresso nella band ha fatto emergere il suono e le idee che hanno confermato i Nirvana come una delle realtà musicali più importanti dell’epoca.

«Il nostro gruppo divenne ben presto molto famoso ma ciascuna delle band nelle quali avevo suonato in precedenza era composta da amici che conoscevo da molto tempo e quindi avevo qualche sicurezza in più. Al contrario, quando entri a far parte di una band nella quale non conosci nessuno e inizi a fare amicizia con gli altri in quel momento, è grandioso quando suoni musica insieme a loro e inizi davvero a conoscerli, però in ogni caso tra te e loro non c’è un legame personale profondo. Nel frattempo la band riscuote sempre più successo. Così alla fine sei talmente nervoso che rischi o di essere licenziato oppure che tutto si fermi. Io non volevo essere cacciato e così facevo del mio meglio per far sì che la mia esperienza nella band continuasse. Dentro di me, però, provavo questa grande insicurezza e pensavo ‘Non sono abbastanza bravo, troveranno qualcun altro»

La morte di Kurt Cobain e la nascita dei Foo Fighters.

Ovviamente Dave Grohl non è diventato solo il batterista dei Nirvana ma è diventato, col tempo, una vera e propria icona del rock. Il sound dei Nirvana è cambiato e si è sviluppato proprio grazie al contributo di quel giovane batterista che, allo stesso tempo, ha realizzato di poter fare della musica il suo lavoro. Alla scomparsa di Kurt Cobain e allo scioglimento dei Nirvana, Dave Grohl darà vita ai Foo Fighters, registrando da solo tutto il disco d’esordio e dedicandolo proprio ai suoi ex compagni di viaggio.

«Avrei potuto dedicarlo a tante persone ma decisi di dedicarlo a Krist e Kurt. Non so dire se l’esperienza con i Nirvana sia stata la più importante della mia vita. So per certo che oggi non starei qui a parlare con voi se non fosse stato per questa esperienza. Ho imparato così tante cose da Kurt, così come ho imparato così tante cose da Krist. Per me è stato davvero un onore far parte di quella band e quando è finito tutto è stato devastante»

La scomparsa di Kurt Cobain è stato un duro colpo per Dave Grohl e per tutto il mondo della musica. Ancora oggi, confessa l’ex batterista dei Nirvana, di fare fatica ad ascoltare i pezzi registrati con la storica formazione grunge.

«Dopo la morte di Kurt abbiamo vissuto un periodo nel quale volevamo solo nasconderci dal mondo, un mondo che ormai per noi era sottosopra. C’era il dolore, c’era il lutto da superare. Ci riunivamo per stare insieme. Ricordo che io e Krist ci vedevamo solo per assicurarci che stessimo bene. In seguito ho iniziato a ricevere telefonate da persone che mi chiedevano se volessi suonare la batteria con loro o se volessi entrare a far parte della loro band, ma in quel momento io non ci pensavo. In passato, al ritorno da ogni tour, mi mettevo sempre a scrivere e a registrare canzoni per conto mio, ma quell’interesse era svanito. Io non volevo scrivere musica, né tanto meno ascoltarla, figuriamoci unirmi a un’altra band e andare a suonare con loro».

Alla fine Dave Grohl è riuscito a ritrovare la forza e la voglia di fare musica portando alla luce il progetto Foo Fighters e confermandosi come uno dei musicisti più importanti della storia del rock.
Ma senza i Nirvana, senza Kurt Cobain, Krist Novoselic e (dopo) Pat Smear non ci sarebbe stato probabilmente il Dave Grohl che tutti conosciamo. Per questo l’ex batterista resterà per sempre legato a quel periodo e quella band che come poche altre ha saputo descrivere l’ansia e il disagio di una generazione intera.