DENDERA BLOODBATH ci trascina fra le viscere violente di ASCARIASIS (Album)
Verge Bliss, l'artista dietro il progetto Dendera Bloodbath.
Verge Bliss, l'artista dietro il progetto Dendera Bloodbath.

DENDERA BLOODBATH ci trascina fra le viscere violente di ASCARIASIS (Album)

«Credevi che quelle fossero le parole, quei suoni deliziosi usciti dalle bocche dei tuoi amici? No, le vere parole sono ben più deliziose di quelle. I corpi umani sono parole, miriadi di parole».

Walt Withman, “Un Canto della Terra che ruota”.

Sono dovuta uscire fuori, al freddo, per iniziare a scrivere di “Ascariasis”, il nuovo lavoro di Dendera Bloodbath, progetto dark-noise sperimentale che arriva dalla west coast statunitense. Si tratta di un album completamente indipendente, che abbraccia la filosofia e scelta politica do-it-yourself. Tanto che l’autrice, Verge Bliss, fa suonare la sua arpa e la sua ghironda così come le ha costruite lei, come se l’è fabbricate.
Mentre ascolto queste nove tracce di (di)sturbo, mi ricordo che le parole sono importanti proprio perché non valgono niente.

Dendera Bloodpath svuota i contenuti della vita, nel tentativo fallimentare di restituirne l’autenticità

“Ascariasis” è la malattia dell’ascarid, verme che deposita le uova nell’intestino e che lo perfora. Dendera Bloodbath l’ha fotografato in azione. “Ascariasis” è composto da 9 tracce in cui a suonare sono le interiora. Io non tenterò di descriverle, ammetto di non poterlo fare.
Quello che posso è scrivere. Ho posto quei versi di Walt Withman come linee guida nella prospettiva in cui s’è posto il mio ascolto, sviscerato e catapultato in una feritoia a forma di sincope.
Sembra assurdo, lo so. Che diamine è una forma di sincope? Ecco, la vita lo è. «Quella cosa che ti capita», per intenderci. È lei a essere assurda. Quello che fa Dendera Bloodpath è l’azione artistica di svuotarne i contenuti, nel tentativo inevitabilmente fallimentare di restituirne l’autenticità, «almeno di un intero secondo».

Per farlo, Verge Bliss, sceglie il suono sintetico. L’esperibilità che passa dall’orecchio getta il sentire in un movimento che oscilla tra attesa e reazione, il cui monito comune si trova nel tremore. Distribuito su cassetta e in edizione limitata dall’etichetta Ho.Gravi.Malattie, “Ascariasis” non è per tutti. La stessa Ho.Gravi.Malattie non è per tutti. Sorta dalla volontà del fu giornalista musicale e attuale musicista noise HgM, ha raccolto 13 concept album che associano diverse malattie alla produzione musicale. Citando il suo creatore «dalla maggior parte della popolazione mondiale viene schifata ed etichettata come musica triste e deprimente o rumore, non sapendo che anche loro ogni giorno sono sommersi da tonnellate di noise ambientali, dai rumori delle auto finendo agli sfiati della caffettiera Moka. Solo che non se ne rendono conto».

Per tutto “Ascariasis” si immagina una furia corrosiva che si muove perché ha fame.

L’ottavo capitolo è “Ascariasis”. Siamo dentro un’infezione intestinale. È buio, lo stesso buio che il solo mezzo radiofonico ha il potere di inscenare. Ci si muove con gli occhi. Pure se chiusi, dentro si muovono. Il microcosmo brulica di immagini segate. Sanno di legno bruciato, scorticato, levigato. La musica è estrema, cupa. Vuole che sia senza cuore e, a momenti, ci riesce anche.
L’impiego della ghironda è fondamentale per capire il concept di Dedendra Bloodbath. Con un passato da viola da orbi, la ghirlonda fu anche dei mendicanti, dei vagabondi, dei malati. In “Ascariasis” ha un suono cariato e aspro. È duro, ma riesce a strisciare. Non si capisce quanta polvere mangi, ma non è mai abbastanza. In “Contaminated Soil”, ad esempio, pare una cornamusa lontanissima che arriva sfiatata.
Per tutto il disco si immagina una furia corrosiva che si muove perché ha fame.

“Abdominal swelling and shortness of breath” è l’inizio dello slittamento, è lo stato febbrile.
Si è ancora per strada, persone comuni? No. La porta della socialità si dimentica. Bisogna ascoltarsi. E farlo, pesa. Tensione e macigni ridotti a brandelli, e non si può delegare.
In “Ascaris Lumbricoides”, si sente il mostro che respira. Rallenta. Sta raccogliendo le sue forze, è sul punto di colpire. Se qui ci si figura una caverna subacquea, in “Blockage of the bile duct”, la prospettiva immaginaria è aerea. Alimentata però dalla stessa aria che è musica per le fiammelle del fuoco, quelle virgole ballerine e impertinenti. “Ischemia” è una goccia cinese come l’insonnia in una strada trafficata. “Surgical removal of worms” chiude “Ascariasis”. Dendera Bloodbath ci mette le ossa. Tutto è uno stritolarsi delle «ossa nell’altitudine». La violenza è pura e lapidaria. È l’assassinio, il crimine.

Sono dovuta uscire fuori, al freddo. Dovevo tremare.

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DENDERA BLOODBATH

ASCARIASIS

20 ottobre 2018

Ho.Gravi.Malattie

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