DYLAN: "Cliccando invio volevo capire se il gioco valesse la candela"
Il giovane artista Dylan in uno scatto promozionale.
Il giovane artista Dylan in uno scatto promozionale.

DYLAN: “Cliccando invio volevo capire se il gioco valesse la candela”

Dylan, è un vero piacere darti il benvenuto sulle nostre pagine! Noi di Music.it siamo soliti chiedere all’artista un aneddoto imbarazzante legato alla propria carriera musicale. Quale è il tuo?

Ciao a tutti. Una volta stavo suonando ad una sagra in un paesino vicino a dove vivo. Ero ancora agli inizi ed il mio repertorio era praticamente tutto composto da canzoni di genere “triste”. Ad un certo punto una signora si è alzata, è venuta vicino a me e mi ha detto: “Questa è una sagra non un funerale”. Non ho né suonato né cantato per una settimana ahaha.

Nel corso del tempo, quali sono state le principali variazioni subite dalla tua musica e quali sono gli album che hanno segnato e lasciato un’impronta lungo il tuo percorso musicale?

È da quando ho 6 anni che suono il pianoforte da autodidatta. Sono cresciuto ascoltando Giulio Einaudi, Giovanni Allevi e Yiruma. Loro mi hanno spinto ad esercitarmi, volevo assolutamente imparare le loro composizioni. Poi, un giorno come un altro, su YouTube ho scoperto l’artista Niccolò Moriconi. Per esattezza ho ascoltato “Giusy”, uno dei suoi primi pezzi con la Honiro Label. Col passare del tempo mi sono proprio fissato e praticamente mi sono imparato a memoria tutti e tre i suoi album. È grazie a questi artisti che ho iniziato a scrivere e creare i miei primi pezzi.

Raccontaci della tua esperienza a X Factor Italia 2020. È stata una tua decisione partecipare? Lo rifaresti di nuovo? È un’avventura che consiglieresti agli artisti che come te credono e vogliono fare musica?

L’esperienza di X Factor è stata la più bella della mia vita. Ho deciso io di iscrivermi a febbraio, preso da forti dubbi riguardo al mio sogno di fare della musica la mia vita. È stata un’occasione capitata a pennello in un periodo dove non vedevo speranze, in cui ero perso. Mettendo in dubbio la possibilità di essere un artista, mettevo in dubbio una grande parte di me stesso. Mi è sempre piaciuto scrivere, mi è sempre piaciuto cantare. Solo che vedere tutti quegli sforzi, tutti quei soldi messi da parte per andare in studio, tutte quelle corse dopo lavoro per poter trovare due o tre minuti in più per scrivere, non valere nulla mi faceva sentire come se stessi cadendo in una voragine di tristezza. Cliccando invio in quella domanda di partecipazione volevo capire se il gioco valesse la candela.

Sei stato coraggioso, hai fatto molto bene!

Non mi aspettavo niente ma allo stesso tempo, nel profondo, ci speravo immensamente. Appena arrivò la chiamata del pre-casting ero felice, a tal punto che sembrava avessi già vinto. Poco dopo, senza neanche accorgermene, ero già alle audizioni. Durante il viaggio in macchina inizialmente ero euforico, non mi sembrava vero, poi però i dubbi cominciarono a salire e la paura nacque assieme ad esse. Pensavo a quanti ragazzi erano lì ad inseguire il proprio sogno e a quanti di quelli avevano avuto una preparazione molto più vasta rispetto alla mia. Ho avuto paura ed ho fatto pure fatica a dormire quella notte. Il giorno dopo c’era il soundcheck. Ho adorato quella giornata. Ho fatto molte più amicizie di quanto mi aspettassi, ero lì nel mio mondo pieno di musica e di arte.

Un sogno divenuto realtà!

Ero sotto i riflettori ed ero fiero di quello che stavo facendo, per la prima volta in vita mia. Per fortuna sono tornato a casa con quattro sì. Mi sembrava tutto surreale. Sono stato davanti ai 4 giudici per 15 minuti ma mi sono sembrati 30 secondi. Avevo fatto colpo, era andato tutto come avevo sperato. Non è durata molto ma mi sono tenuto stretto quei momenti che mi ricorderò per sempre. Sicuramente lo rifarei, e chissà magari tra qualche anno potrei anche pensare di partecipare di nuovo.

Nel tuo nuovo singolo “Non mi basta” canti: «Non mi basta più, io voglio di più per me». Cosa ricordi del momento e della situazione in cui hai cominciato a pensare e a scrivere questo brano? Al giorno d’oggi credi già di sapere cosa è quel “più” che fa per te e che desideri?

Il pezzo è nato dopo una dura separazione con una ragazza a cui tenevo molto che, dopo mesi di relazione, ha voluto di punto in bianco chiudere senza neanche dare un motivo preciso. Ci ho messo giorni a realizzare. Pensavo: “Ma com’è possibile? Davvero è finita in questo modo?”. Non capivo cosa avessi fatto di male. Non capivo perché lei che mi ha sempre dimostrato di essere presente e di volermi tutto d’un tratto non volesse più. Sono caduto a terra come vetro. Così inizia la canzone. Ed è esattamente così che mi sono sentito. Fragile come vetro. Mi sono diviso in mille pezzi. Pensavo a come passavamo le giornate e quanto apparentemente stavamo bene. Il mondo sembrava nostro. Ma tutto è svanito e come autodifesa ho fatto svanire i suoi ricordi. Li ho fatti diventare cenere.

Poi cos’è successo?

Poi ho scoperto che in realtà era perché aveva trovato un altro ragazzo. Un ragazzo che dopo mesi l’ha lasciata in un modo simile a come aveva fatto lei con me. Un ragazzo che le ha fatto del male. Tutto questo non mi sembrava normale. Io le avrei dato il mondo e lei ha scelto uno che alla fine l’ha ferita. Certo non poteva saperlo, ma nella mia rabbia ho voluto mettere nel pezzo questo concetto di karma. C’erano certi giorni che non riuscivo a mangiare quindi mi sfogavo con carta e penna. Ho messo nel pezzo i miei pensieri, le mie domande, le mie paure ma soprattutto tutte le emozioni che provavo in quel momento. Mi sentivo oppresso. Molti mi chiedevano come mai fosse finita. Cosa fosse successo. Mi sentivo come dentro una morsa. Come in mezzo a due pareti che si stringevano sempre di più e mi lasciavano da solo, al buio.

Hai reso perfettamente l’idea.

Mi chiedevo come stesse lei, quando stava con me e già usciva con un altro. Come fa una persona a tradire? Come fa una persona a prendere così tanto in giro un’altra che la ama. Alla fine ho lasciato intendere che ne sono uscito e che non sto più male per la nostra storia. Non mi bastava più quell’amore che speravo tornasse, volevo di più, per me. E fortunatamente ho trovato tutto quello che avevo sempre desiderato. La ragazza che è accanto a me ora, ma questo non c’entra con “Non mi basta”.

Quanto credi sia importante, nell’era dei social, tornare a possedere il linguaggio, oltre che un preciso contenuto?

Credo sia molto importante perché avere una buona conoscenza lessicale consente di esprimere al meglio (a parole) ciò che si prova, e quindi ciò che si vuole comunicare.

Chi sarà Dylan tra venti anni? Sogni nel cassetto?

Un artista di fama mondiale ahahahha (spero di essere un artista affermato almeno in Italia).
Un altro sogno che ho sempre avuto è fare l’astronauta, vorrei andare nello spazio, sulla Luna e anche su Marte

Cosa c’è nel tuo futuro, e soprattutto, quando potremmo stringere un tuo album tra le mani?

Il mio obiettivo principale nel mio prossimo futuro è di migliorare tecnicamente e migliorare la presenza su un palco. Scrivere, scrivere e scrivere. Il mio progetto è cercare di diventare un artista affermato come già detto. Voglio far sentire la mia musica. E, cosa che ripeto sempre, voglio vivere di musica. Questo è il mio progetto. Spero di riuscire entro marzo dell’anno prossimo a completare il mio primo album.

Dylan, purtroppo siamo arrivati ai saluti, ma il finale spetta a te. Saluta i lettori con una citazione o, se preferisci, con una frase tratta dalle tue canzoni! Grazie per il tempo che ci hai dedicato e a presto!!!

Grazie mille per l’opportunità!! Vi voglio salutare con un frammento di testo che mi rappresenta dell’ultimo pezzo di Ultimo: «Non posso più permetterlo, devo alzarmi e accendere, non scriverò la musica ma vita della gente. Io sento una missione e ti giuro che andrò a meta, cantare in pieno inverno, per dar la primavera. Io la vita la prendo com’è».
Ciao a tutti!