FILIPPO VILLA esordisce con STORIELLE DISPARI, in undici tracce sognanti
Filippo Villa in concerto
Filippo Villa in concerto, con il suo nuovo album "Storielle Dispari"

FILIPPO VILLA esordisce con STORIELLE DISPARI, in undici tracce sognanti

Il cantautore veronese Filippo Villa esordisce con un interessante album autoprodotto, “Storielle Dispari”. In undici tracce sognanti con dolci venature jazz e sfumature da filastrocca. Dopo aver partecipato alla fase finale del Premio Fabrizio De André, con uno dei brani inserito in questo debut album, il 2019 inizia con stile. La canzone in questione è “Alfista”, una simpatica storia d’amore tra un uomo e la sua auto, sfrecciando tra strade di campagna nelle notti d’estate. L’uomo è talmente inebriato, dal bolide che sta guidando, da non rendersi conto che tutto intorno a lui è una splendida sera di stelle cadenti. L’andamento è dolce e melodioso, quasi un racconto intimo, in cui armoniose note si fondono con la voce di Filippo Villa, a sottolinearne la delicatezza. “Storielle Dispari” continua con “Lo Scatto”, in cui si narrano le gesta del ciclista Pantani ( Il Pirata) e dell’eccentrico tifoso Didi Senft (El Diablo).

Quasi un racconto intimo, in cui armoniose note si fondono con la voce di Filippo Villa

A ritmo di chitarra acustica, ocarina o contrabbasso, il gesto sportivo del campione riesce ad immortalare un momento etereo, che riesce ad ammaliare chi assiste. “La Pazienza Del Bruco” sta nell’attesa che condurrà alla trasformazione in farfalla. Intanto nel tempo intermedio l’insetto confida nella propria autostima, conservando la dignità. “Blu Scuro” sembra raccontare delle difficoltà di quando si è sommersi dai problemi, sbattuti dal turbinio delle onde, per tornare a galla e prendere fiato. Una metafora che utilizza storie di marinai e vecchie navi affondate, per trasportare il concetto che si vuole esprimere nella realtà di tutti i giorni. Se poi ci viene voglia di tornare bambini, ai vecchi giochi, all’allegria dei tempi spensierati, possiamo salire su “Una Specie Di Treno” che viaggia all’indietro. Sui suoi vagoni non sono ammessi adulti, pensieri negativi, ma solo gente che nell’animo non aspetta altro che la mamma chiami, perché pronta la cena.

“Storielle Dispari”\ è un viaggio tra gli anfratti della vita comune e semplice, con un sound mai banale

Sempre coccolati da una dolce chitarra acustica, ecco la storia dell’uomo che ricorda solo i giorni dispari, che lo portano ad escogitare un semplice stratagemma. “L’Uomo Dispari” decide che nei giorni che ricorderà farà solo le cose che più gli piacciono, per poter relegare nei giorni pari tutto il brutto. Filippo Villa mostra tutto il suo talento, sfruttando quel senso di semplicità che molti non apprezzano, ma che può regalare emozioni inaspettate, sensazioni che arricchiscono. Quindi “La Migliore Soluzione” potrebbe essere un pasto caldo consumato in compagnia di una persona cara. Magari un semplice minestrone in un giorno freddo d’inverno. “Storielle Dispari” continua il suo viaggio tra gli anfratti della vita comune, semplice, sdraiati su un tappeto sonoro mai banale, e mai eccessivo nei volumi. Anche i concetti, che stanno a cuore all’artista trentaseienne di Verona, si ripetono come a rafforzarsi, a prendere forma e consistenza, ritagliandosi il proprio spazio.

I concetti, che stanno a cuore all’artista, si ripetono come a rafforzarsi, a prendere forma e consistenza

Ed ecco che torna la fiabesca descrizione attraverso gli occhi del bambino. Dei concetti che richiamano “La Storia Del Mare”, come fosse una cosa multiforme. Il mare può essere visto come uno specchio d’acqua, o come una creatura vivente, o anche come fosse una grande pozzanghera, fantasticando sulla sua genesi. E cosa fareste se vi accorgeste all’improvviso che il vostro fosse “Tempo Scaduto”, e ripensare a tutte quelle cose che ancora non avete potuto fare? Se ne parla, giocosamente, nella nona traccia di “Storielle Dispari”, in cui Filippo Villa fa la lista delle cose da fare, come mangiare della cioccolata. In “Profumo”, come dolce carillon che gira, si racconta della vita dei cani, e del loro olfatto, pronti a captare ogni essenza che vaga nell’aria. L’album del cantautore veronese si chiude con “Sardine”, un calmo ondeggiare metaforico, rinchiusi nella pancia del barcone del mondo, insieme a tutti i suoi dolori.