SILVIA VAVOLO: “Ho scritto una canzone in fila alla posta, sulla busta da spedire”
La cantautrice Silvia Vavolo in uno scatto promozionale
La cantautrice Silvia Vavolo in uno scatto promozionale

SILVIA VAVOLO: “Ho scritto una canzone in fila alla posta, sulla busta da spedire”

Oggi diamo il benvenuto a Silvia Vavolo su Music.it! Anzitutto i riti. Raccontaci un aneddoto della tua vita artistica e musicale a cui sei particolarmente affezionata e che sia totalmente inedito, mai rivelato alle stampe prima d’oggi!

Selezioni di Area Sanremo 2013, eravamo più di 400. Io gareggiavo con “Sara e Francesca”. Dovevo inventarmi qualcosa per colpire la giuria. Così portai con me sul palco un’attrice che durante la mia esibizione vestiva un manichino da sposa e, alla fine della canzone, di schiena alla giuria, lanciava un bouquet di fiori sanremesi. Alla prima selezione il bouquet arrivò addosso a Ron che, senza aspettarselo, rimase interdetto. Alla selezione successiva tutta la giuria non aspettava altro che il lancio di quel bouquet! Fu una scena davvero divertente.

Quanto ha influito Firenze sull’identità artistica di Silvia Vavolo?

Sicuramente nascere a Firenze mi ha permesso di vivere ed apprezzare la bellezza fin da piccola e questo inevitabilmente mi ha spronato verso una mia ricerca artistica. A livello musicale ha influito in modo marginale. Fin da ragazzina i miei ascolti si sono proiettati oltre la mia città. Penso al cantautorato romano, tra Antonello Venditti e Lucio Battisti. Oppure la scuola genovese di Fabrizio De Andrè e Giorgio Gaber o quella bolognese di Lucio Dalla. Per non parlare dei The Beatles e David Bowie. L’arte di Firenze mi scorre nelle vene, ma credo che un artista debba essere “cittadino del mondo” per trovare sempre nuove ispirazioni.

Qual è il posto più strano in cui Silvia Vavolo ha scritto una canzone?

In fila alla posta. Il problema è che la scrissi sulla busta che dovevo spedire. Quando arrivai allo sportello cercai di spiegare la cosa all’impiegata, ma mi guardò come una pazza! (ride)

Cosa è cambiato della tua musica dai tuoi esordi ad oggi, e cosa con la maturità compositiva che ti contraddistingue ti sei portata dietro?

Le esperienze professionali che ho vissuto in questi anni mi hanno portato a una consapevolezza compositiva che è chiaramente difficile avere a vent’anni. Adesso il mio approccio alla scrittura è più versatile. Scrivere per il mio progetto artistico è diverso da quando scrivo brani per altri e senza dubbio sono meno “egocentrica” rispetto al passato. La protagonista non sono io, è la canzone, è quello che voglio dire, è la mia musica. Ed io mi metto al suo servizio per farla arrivare alla gente. Dai miei esordi, però, non sono cambiate due cose: il motivo per cui faccio questo lavoro, che prima di tutto è un’esigenza e il modo in cui cerco di farlo, con il mio linguaggio, cercando sempre di fare emergere la mia identità e, soprattutto, cercando di creare sempre con “ispirazione”.

Hai cantato e collaborato con personaggi importanti del panorama musicale italiano. Di quale conservi un ricordo migliore?

Senza dubbio la più bella, anche umanamente parlando, è stata l’ultima, quella con Red Canzian. È un musicista incredibile con una sensibilità fuori dal comune. Mi ha insegnato tanto e ha lavorato con me con l’umiltà che solo i grandi artisti hanno. Un altro incontro importante è senz’altro quello con l’autore e compositore Francesco Sighieri, con cui tutt’ora collaboro. Tra noi c’è una sintonia artistica bellissima e una profonda stima reciproca. Spero che faremo molte cose insieme.

Il video clip di “Dante aveva ragione” è immaginato e bene e diretto magnificamente. Ma hai sempre avuto un occhio di riguardo per i supporti visivi. Sto pensando a “Sara e Francesca” e, in qualche modo anche, “Irreality”. Se il tuo nuovo album in arrivo fosse un film, chi ne sarebbe il regista?

I miei studi, prima il liceo artistico, poi l’università di arte e spettacolo, mi hanno avvicinato all’arte in tutte le sue forme, anche il teatro e il cinema. Sono una persona curiosa e mi piace intervenire il più possibile nelle mie espressioni artistiche. Anche nei videoclip cerco di partire sempre da una mia idea e di svilupparla insieme al regista. Amo il montaggio video e il linguaggio delle immagini, quindi a questa domanda ti potrei rispondere che mi piacerebbe essere io stessa il regista di un mio film. A parte gli scherzi, ci vuole uno studio accurato per fare regia, chissà, forse un giorno! Per un film imminente mi affiderei a Ferzan Ozpetek per i contenuti, o Pedro Almodovar per i suoi personaggi colorati, o a un regista di cinema francese (che io adoro) come Alexandre de La Patellière per sceneggiature esilaranti.

 Se davvero “Dante aveva ragione”, chi sono oggi i nuovi ignavi?

Sono i giovani che si lasciano scivolare addosso la vita senza prendersene responsabilità. Le persone rinchiuse in casa davanti al pc che si nascondono dietro ad avatar o nickname, quelle che non manifestano sdegno davanti a certi fatti terribili di cronaca, quelli che non votano, che non hanno il coraggio di dire di no. Sono gli adolescenti che non difendono un amico bullizzato a scuola, i genitori che non parlano con i propri figli per paura della loro diversità, quelli che chiudono gli occhi per non vedere. L’ignavia è una colpa subdola perché, senza fare alcun sforzo, ti rende complice.

 Uno sguardo sulla scena musicale italiana. C’è ancora speranza per chi voglia stimolare esperienze inedite? Ci sono artisti del panorama emergente che apprezzi particolarmente?

Con l’avvento dei social e della distribuzione digitale, il mercato musicale è davvero saturo di nuove uscite. Questo però non deve scoraggiare, anzi. Certo, in una proposta così ampia è più difficile emergere. Ma proprio per questa estrema facilità di fare musica, registrarsi un disco in casa e distribuirlo nel mondo, oggi più che mai credo che la differenza la facciano i dettagli, i progetti ben curati e soprattutto onesti perché la gente lo sente. Bisogna fare i dischi con amore. L’amore fa sempre la differenza! Trovo interessante la nuova  scena cantautorale femminile che si sta “svestendo” di quella delicatezza acustica che l’ha sempre contraddistinta, con le dovute eccezioni. Per esempio mi piace la grinta di Levante e la personalità di Federica Abbate.

Cosa dobbiamo aspettarci dopo l’uscita di “Dante aveva ragione”? Progetti sul medio e lungo termine di Silvia Vavolo.

Dopo questa prima fase di promozione estiva seguiranno un po’ di date live da Settembre. Nel frattempo sto già scrivendo nuove canzoni per progetti prossimi che ancora non posso svelare!

È il momento dei saluti. L’ultimo spazio è tutto per te, Silvia Vavolo. Composizione libera. Ciao!

Grazie a voi per questo bellissimo spazio e un abbraccio sincero a chi ha voluto leggere questa intervista!