Francesco Fele, benvenuto sulle nostre pagine! Noi di Music.it siamo soliti chiedere all’artista un aneddoto imbarazzante legato alla propria carriera musicale. Quale è il tuo?
Buongiorno, non ho memoria di un aneddoto ben preciso; mi è successo spesso di dimenticare i testi sia delle mie canzoni che delle cover cantate live. Durante le lezioni ce ne sono state di scene divertenti ma non riesco a ricordarmele nel dettaglio, chiedete ai miei insegnanti.
Così giovane e già con un album alle spalle. Che ruolo ha la musica nella tua vita e quanto credi sia importante dedicarsi all’arte in un momento storico come quello che stiamo vivendo?
Per quanto riguarda l’età forse il problema più grande è trovare il tempo da poter dedicare alla musica ma per questo mi ha aiutato molto il mio scarso impegno per quanto riguarda la scuola. Inoltre, la “giovane” età può essere un’arma a doppio taglio perché si può essere giudicati come acerbi e immaturi a prescindere dalla musica. Per questo molte delle persone che ho accanto mi consigliavano di andare piano ed aspettare ma ho preferito seguire la mia strada con le mie idee, vedremo chi aveva ragione.
Secondo me la musica e l’arte in generale non hanno né tempo né epoche, ma soprattutto in questo momento di così grande difficoltà l’arte può rivelarsi un enorme appiglio e un modo per sentirsi un po’ meno soli. La musica per me è tutto.
Come nascono le tue canzoni? C’è un momento della giornata o un luogo particolare che prediligi per scrivere?
Le mie prime canzoni sono nate un po’ per caso. Vivevo un momento poco felice della mia vita sia a livello sentimentale che personale e col fatto che suonavo e cantavo mi sentivo meglio. Un giorno ho provato a scrivere una canzone e per essere la prima non mi sembrava niente male e quindi ho continuato e mi sono accorto che scrivendo mi sentivo meno solo e meno triste: è come se riuscivo a condividere la mia tristezza. Per quanto riguarda i momenti della giornata non ne ho alcuni in particolare ma, come vedrete nel nome dell’album, passavo notti intere a suonare e a scrivere. Inoltre non so dare una collocazione precisa alla solita domanda “nasce prima la musica o il testo?”, nasce tutto insieme.
Hai scritto e composto il tuo nuovo singolo “Stanza buia” insieme a Fernando Alba e ad Andrea Bucci. Parlaci della vostra collaborazione e di com’è stato aprirsi a loro con una canzone così delicata, profonda e sentimentale.
“Stanza buia” è la canzone a cui sono più legato ed essendo una persona molto autocritica e raramente soddisfatta è l’unico pezzo di cui vado veramente fiero e riesco a dire che mi piace. Un pomeriggio ho immaginato una storia e in dieci minuti è uscito il testo. Dopo aver suonato la melodia mi sono accorto che riprendeva le note di “Lilly” di Antonello Venditti, un altro brano a cui sono legato molto e che parla pressoché dello stesso tema. Con Andrea Bucci abbiamo registrato l’arrangiamento pianistico e registrato gli archi che avevo composto; successivamente Fernando Alba ha modificato quello che serviva per renderla perfetta. Entrambi da subito hanno apprezzato la canzone a 360 gradi e sono entrati nel pezzo; l’unica cosa è che ho dovuto combattere con entrambi per poterla lasciare solo piano, violini e voce.
Cosa rappresenta per te questo brano e quale è il messaggio che vuoi far arrivare a chi lo ascolta?
Questo brano parla di una ragazza che durante la sua infanzia ha subito abusi da parte di una persona molto vicina a lei; è cresciuta prendendo strade sbagliate e appunto quasi “irreversibili” e nel finale ricorda quei momenti bui quasi con un sorriso fiera di ciò che è diventata. Tutto ciò interrotto da ritornelli che danno speranza a tutte le persone in difficoltà, ricordando a tutti che saranno sempre ciò che vorranno e che il passato non dovrà mai condannare il loro futuro.
Come ti vedi tra venti anni? Quale è il sogno più grande che desideri realizzare?
Lo dico da tempo, il mio sogno più grande è quello di arrivare attraverso le mie parole nel cuore delle persone; spero un giorno di cantare pochi metri sopra a persone che urlano e condividono le mie canzoni, al di là dei numeri e al di là di tutto ciò che oggi passa per “importante”. Odio pensare troppo in avanti, tra vent’anni spero di essere ciò che sono ora, magari con qualche esperienza in più e forse qualche soddisfazione in più.
Già sta pensando ad un nuovo singolo da lanciare? Cosa bolle in pentola?
Tra poco uscirà il mio primo album, spero vi piaccia…
Francesco Fele, siamo arrivati ai saluti, ma le ultime righe sono per te: saluta i nostri lettori come meglio preferisci! Ti ringrazio per essere stato con noi e a presto!!!
Ringrazio tutti per la vostra attenzione e il vostro interesse. Con le parole non sono molto bravo spero di poter essere migliore con la mia musica, alla prossima.