Il cantautore ligure Simone Alessio, in arte Garibaldi
Il cantautore ligure Simone Alessio, in arte Garibaldi

GARIBALDI: «Ballo Balcano è un inno alla ricerca della propria essenza»

Ciao Garibaldi, benvenuto su Music.it! Inizia col raccontarci un episodio che abbia la musica come sfondo che ci aiuti a capire che tipo di persona ci sia dietro il cantautore Garibaldi. 

Ciao ragazzi, ben trovati. Il primo episodio che mi viene in mente è il videoclip di un mio brano “Musicamore”, quando ancora non mi chiamavo Garibaldi. In quel video c’era davvero di tutto, a partire dal vestito di scena del ‘700 preso in affitto fino al capannone Famia Dianese (l’organizzazione no-profit che costruiva i carri della sfilata di carnevale), decisa come location per realizzarlo. Per complicare l’operazione decisi di fare un casting online per le comparse.

E il risultato?

Il giorno della proiezione erano tutti presenti, la Famia Dianese, le cariche del Comune, comparse e molte persone erano intervenute per condividere insieme a me il risultato di questo immenso sforzo. In quell’occasione i molti giornali intervenuti scrissero che ero riuscito a riportare il Carnevale di Diano Marina, evento assente da molti anni in città. In fondo, forse dentro di me c’era già un principio di “Garibaldi”.

Perché Simone Alessio ha scelto di chiamarsi Garibaldi? Esiste qualche differenza tra i due? 

Il nome d’arte Garibaldi è nato in treno, circa un anno e mezzo fa, mentre tornavo dalle Marche dove avevo partecipato alla tappa di Area Sanremo. In quell’occasione conobbi molti artisti indipendenti di diverse regioni italiane, dove riscontrai nei loro racconti lo stesso mio sogno ma anche le stesse difficoltà che incontravano nel loro percorso. Fare tutto da soli con entusiasmo senza nessuno che ti segue è veramente dura, sia a livello economico ma soprattutto mentale. Mi ricordo di essermi detto: «Ci vorrebbe una persona che ci unisca tutti, perché solo insieme noi potremmo veramente fare qualcosa di grande. Ci vorrebbe un ‘Garibaldi della musica’».

Qual è il concerto che Garibaldi non potrebbe mai perdersi? E quali sono gli album che non potrebbero mai mancare durante un lungo viaggio in macchina?

Il concerto che ho amato di più è quello di Vasco Rossi, mi ha sempre impressionato la sua grande capacità comunicativa, il suo modo di essere vero e diretto. In macchina non possono mancare i cantautori italiani come Antonello Venditti e Lucio Dalla ma anche Eminem, i Queen, i Linkin Park e i Pink Floyd. Ascolto spesso Goran Bregović, fonte di grande ispirazione. Mi piace tutta la musica, la scelta quotidiana dipende molto dal mio stato d’animo.

Sono passati diversi anni dall’uscita del tuo primo singolo ufficiale, “Mi è Ti”, e “Ballo Balcano”. In cosa pensi sia cambiato il tuo modo di fare musica e in cosa, invece, p      ensi che Garibaldi non cambierà mai? 

Il primo singolo “Mi e Ti” in dialetto ligure era un brano folk, lo sentivo mio e siccome il brano parlava della storia dei miei nonni e della tradizioni liguri mi piaceva l’idea di ricordarli con una musica popolare folk tradizionale. Ho sempre desiderato trovare l’anello di congiunzione tra la musica popolare folk e quella moderna e in questa mia ricerca ho sempre avuto un’idea precisa. Con il “Ballo balcano” e i prossimi singoli credo di aver raggiunto questo intento, anche grazie all’aiuto del Maestro Umberto Iervolino, che con la sua professionalità ha seguito passo dopo passo la realizzazione di questo progetto.

Cosa c’è stato prima di scegliere la via del cantautorato? Eventualmente, che generi musicali hai sperimentato?

Nella vita ho sperimentato un po’ di tutto, dall’ingegneria meccanica, al barista, passando per il gioco del calcio, ai campionati nazionali di tiro a segno. Ho sempre scritto tanto in ogni periodo della mia vita, ma nella musica ho sempre avuto le idee chiare fin da subito, posso dire di aver seguito me stesso.

C’è un qualcosa di stridente tra lo pseudonimo che ti sei scelto e il singolo appena uscito, “Ballo Balcano”. Sembri corteggiare il folk per poi dargli una forma decisamente inedita. Illuminaci sul concept che c’è dietro! 

“Ballo balcano” è un brano molto fuori dagli schemi, descrive la determinazione e la voglia di inseguire i propri sogni non curante del giudizio degli altri. È un inno alla ricerca della propria essenza. Non è solo un brano autobiografico. Credo possa rappresentare chiunque faccia arte. Ho deciso di chiamare il mio genere con un termine antico ormai in disuso, genere ‘balcano’. La volontà è quella d’unire le sonorità folk a quelle moderne, creando un genere di difficile collocazione temporale, realizzando così una proposta unica nel panorama musicale.

Il tuo disco è prossimo all’uscita. Hai progetti nel breve termine che cadano fuori dal portare in giro la tua musica?

Sono molto concentrato ora sulle registrazioni del mio prossimo disco che s’intitolerà “Progetto Garibaldi”.

È arrivato il momento dei saluti. Ti ringraziamo per il tempo che hai passato con noi. Le ultime righe sono per te: usale come vuoi per salutare i tuoi ascoltatori e i nostri lettori! 

Intanto vi ringrazio per l’intervista e per dare spazio ai giovani artisti. Inoltre vorrei ringraziare tutte le persone che mi seguono e hanno sempre creduto in me e chi, leggendo questa intervista, inizierà a seguirmi. Il mio progetto artistico è solo all’inizio ci saranno molti capitoli della storia di Garibaldi. Quindi v’invito a rimanere connessi e a continuare questo cammino insieme. Grazie.

 

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